L’utilizzo della luce a scopo terapeutico ha una lunga tradizione che ha preparato la strada all’utilizzo della laserterapia. L’elioterapia è stata sicuramente la prima forma terapeutica in cui la radiazione luminosa prodotta dal sole veniva utilizzata a scopo terapeutico. Questa forma di fisioterapia utilizzava la luce solare con tutte le sue componenti per ottenere una stimolazione dei tessuti. Come sappiamo, infatti, la luce solare è composta di tutta la gamma di colori che vanno dall’infrarosso all’ultravioletto. Le applicazioni spaziavano dal rachitismo, malattia determinata dalla mancanza di vitamina D, a diverse patologie della pelle.
E' una tecnica che usa l'energia luminosa di un laser per ridurre il dolore e l'infiammazione, accelerare la guarigione dei tessuti danneggiati, rilassare i muscoli e stimolare la rigenerazione dei nervi.
Laser è l’acronimo di Luce Amplificata dall’Emissione Stimolata di Radiazioni. Cosa significa tutto questo? Significa che gli emettitori di luce laser sono dei dispositivi che permettono di creare un fascio di raggi luminosi monocromatici, ovvero di un colore solo, in fase, ovvero che oscillano tutti insieme in modo uguale, altamente direzionale, nel fascio laser i raggi luminosi si muovono parallelamente con una scarsa divergenza.
Il termine laser fu coniato da Theodore Mainman quando, il 6 maggio del 1960, mise in funzione il primo laser che utilizzava come sostanza attiva, per la produzione del fasci laser, un rubino. Da allora gli utilizzi di questa particolare sorgente luminosa hanno spaziato dalle applicazioni industriali a quelle sanitarie.
Dal punto di vista biologico gli effetti dell’interazione tra laserterapia e tessuti costituenti il corpo umano possono essere suddivisi in:
Gli effetti fotochimici consistono nell’attivazione di alcune reazioni chimiche e enzimatiche. Tra queste reazioni la più rilevante è forse l’aumento dell’ATP ovvero la molecola dalla quale l’uomo ricava l’energia.
Le indicazioni più comuni sono rappresentate dalle tendiniti e tendinopatie inserzionali, la fascite, con particolare riferimento alla fascite plantare, infiammazione del nervo sciatico, pubalgia, la metatarsalgia, la sindrome del tunnel carpale e tarsale, condropatia rotulea.
La laserterapia è inoltre indicata nel trattamento delle borsiti, delle capsuliti e delle contratture muscolari. La laserterapia può determinare inoltre effetti terapeutici nell’artrosi, nel trattamento dell’edema. Molto efficace se utilizzata i modo integrato con altre terapie fisiche come la tecarterapia o con terapie manuali come l'osteopatia.
ha lo scopo di eliminare il dolore e combattere l'infiammazione che lo ha provocato. L' effetto analgesico del laser terapeutico è documentato sia in condizioni acute (post-chirurgiche) che croniche (disturbi muscoloscheletrici). Per essere efficace e consentire una gestione globale del dolore, la terapia laser deve intervenire, per quanto possibile, prima del trattamento.
La laserterapia si è dimostrato essere un trattamento efficace per il dolore alla spalla. Per alcune lesioni e condizioni, l'esercizio fisico è il miglior trattamento, ma in quei pazienti che soffrono troppo per l'esercizio fisico la laserterapia può ridurre il dolore.
In questo modo i pazienti possano eseguire gli esercizi che accelerano il ritmo di guarigione. La spalla è una delle articolazioni più complesse del corpo e la sindrome da impingement della spalla è la causa più comune di dolore e perdita di libertà di movimento. L' impingement della spalla si verifica quando il movimento dell'articolazione è limitato. Le ragioni più comuni sono tendinite e borsite.
Quando il movimento è ostacolato, i tessuti che circondano la cuffia dei rotatori spesso si infiammano, possono logorarsi e strapparsi.
L’esecuzione di una seduta di laserterapia è una procedura semplice, totalmente esente da dolore. Il fisioterapista, dopo aver individuato l’area da trattare, indossa e fa indossare al paziente degli occhiali che rendano sicura l’applicazione. Per eseguire l’applicazione di laserterapia è necessario un tempo che può variare dai 5 ai 15 minuti in virtù dell’ampiezza dell’area da trattare e la quantità di energia che il terapista intende somministrare per l’ottenimento dell’effetto terapeutico.
Il terapista muove il manipolo sull’area da trattare con movimenti che possano assicurare un’omogeneità di distribuzione dell’energia. Se la pelle del paziente è molto riflettente perché è stata applicata una crema per un trattamento precedente o perché il paziente ha messo una crema per il corpo sarà opportuno detergere la parte con un prodotto adatto alla rimozione della crema, questo al fine di evitare fenomeni di riflessione della laserterapia.
E’ importante che il terapista eviti di passare sopra ai nei. Particolare cautela va posta nelle applicazioni di laserterapia nei soggetti di carnagione molto scura o nel persone che hanno un tatuaggio nell’area da trattare in quanto la colorazione scura aumenta l’assorbimento della laserterapia e potrebbe determinare un surriscaldamento eccessivo.
La laserterapia che si utilizza in fisioterapia risulta controindicata nel trattamento delle patologie dell’occhio o della zona intorno all’occhio. Nel trattamento delle patologie dell’orecchio o della zona intorno all’orecchio. E’ inoltre controindicata in caso di tumore, in quanto si preferisce evitare di biostimolare cellule che possono essere già oggetto della patologia oncologica.
Non si esegue laserterapia in pazienti in gravidanza e su pazienti che presentano infezioni cutanee o alcune patologie dermatologiche. I portatori di pace-maker possono eseguire le applicazione avendo cura di evitare la zona cardiaca che risulta controindicata anche nei non portatori di pace-maker.
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