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EPITROCLEITE (GOMITO DEL GOLFISTA )

Il gomito è quell’articolazione che mette in comunicazione il braccio con l’avambraccio, e per la superficialità dei reperi ossei, muscolari e tendinei che la compongono si può vedere e palpare facilmente.

Tra i fisioterapisti il gomito è considerato una delle articolazioni più impegnative da trattare poiché ha una particolare meccanica articolare. Come ti spiegheremo in modo specifico nel paragrafo dedicato all’aspetto anatomo fisiologico dell’articolazione, il gomito nonostante sia un’unica articolazione anatomica, è formato da tre articolazioni “funzionali” che ne permettono il movimento nei vari piani dello spazio.

Se l’articolazione subisce un trauma, o è affetta da una patologia, i delicati equilibri tra le tre articolazioni funzionali, si alterano, e per ripristinare i fisiologici rapporti fisiologici è necessario l’intervento di un professionista. In questo articolo affronteremo il tema dell’epitrocleite, una delle patologie più diffuse del gomito. Partendo dalle basi anatomiche, procederemo con i meccanismi eziologici alla base di questa patologia e proseguiremo trattando l’aspetto riabilitativo e preventivo!

Cenni di anatomia e fisiologia del gomito

Il gomito è un’articolazione dell’arto superiore ed è formata da tre capi articolari, il primo appartenente al braccio e gli altri due che formano lo scheletro dell’avambraccio:

gomito epitroclea mediale

Questi tre elementi ossei si relazionano tra loro formando tre articolazioni funzionali:

Il gomito per mette i seguenti movimenti:

In questo articolo prenderemo in esami i Muscoli Epitrocleari chiamati così perché originano dall’epitroclea dell’omero e si inseriscono sull’avambraccio, sul polso e sulla mano.

Sono i seguenti: 

gomito i muscoli

A cosa servono i tendini epitrocleari?

Con la loro contrazione permettono la flessione del polso, delle dita e la deviazione ulnare. Anche grazie ai muscoli epitrocleari riusciamo a impugnare un microfono o una mazza da golf, possiamo effettuare movimenti di torsione con l’avambraccio come girare una chiave o utilizzare un arnese per montare un mobile. Dei muscoli epitrocleari elencati in precendenza, nel caso di epitrocleite, quello più soggetto a infiammazione è il tendine del muscolo flessore radiale del carpo, e una delle cause per cui una sua reclutazione evoca dolore al paziente è data da una stimolazione da sovraccarico del periostio a livello dell’origine del tendine.

il gomito e i suoi tendini

Cosa è l’epitrocleite o “gomito del golfista”?

L’epitrocleite è una tendinopatia inserzionale, ossia una condizione infiammatoria del tendine che si verifica in corrispondenza della sua sede di inserzione, che nel caso dei tendini dei muscoli epitrocleari è l’epitroclea dell’omero.

Questa condizione dolorosa è chiamata anche “gomito del golfista” perché è molto frequente tra le persone che praticano sport in cui si utilizza una mazza come il golf o l’hockey. Il motivo di questa elevata incidenza è dato dal fatto che nel gesto atletico del golf, i muscoli epitrocleari sono quelli più reclutati, e dunque hanno una maggiore possibilità di andare incontro a patologie da sovraccarico funzionale.

epitrocleite infiammazione del tendine

Da quali sintomi è caratterizzata l’epitrocleite?

Il dolore è il sintomo principale, in alcuni casi compare un po’ di rossore e gonfiore nella parte sintomatica, e talvolta la zona infiammata risulta essere calda. Il dolore in fase iniziale è un sintomo ben localizzato in prossimità dell’epitroclea (ossia in sede inserzionale) che si avverte durante uno sforzo del gomito o subito dopo di esso.

I movimenti che evocano maggior dolore sono quelli in cui avviene la contrazione dei muscoli epitrocleari, e quindi:

In molti casi si tratta di una condizione che viene sottovalutata e portata avanti nel tempo. Altre volte i sintomi svaniscono con un po’ di riposo, magari utilizzando un tutore e prendendo qualche antinfiammatorio. In altri casi ancora invece il dolore si acutizza fino a diventare una condizione quasi invalidante: la sintomatologia è difficile da localizzare, e tende ad estendersi (può arrivare fino al polso), e può essere avvertita anche a riposo.

Come si cura l’epitrocleite?

Prima di effettuare qualsiasi terapia, occorre che il fisioterapista valuti attentamente la persona che si rivolge a lui, in modo da poter progettare il percorso riabilitativo che in minor tempo possa dare il maggiore beneficio al paziente.

epitrocleite come curarla con la tecarterapia

Nel caso di questa patologia si utilizza un approccio integrato tra:

 

È utile il tutore per l’epicondilite?

Come sai il tutore per l’epicondilite è una fascia elastica o in neopreme, che comprende al suo interno una superficie dura, del diametro di qualche centimetro, che deve essere applicata in corrispondenza della sede del dolore, ovvero in prossimità dell’epitroclea.

gomito il tutore per epitrocleite

Lo scopo del tutore è quello di creare una leggera compressione ischemica nell’area infiammata e allo stesso tempo di dare una stimolazione a livello neurologico centrale. Soprattutto nei casi non gravi e in fase acuta, è molto utile perché aiuta il paziente a controllare il dolore. Lo si consiglia spesso sin dalla visita iniziale.

Quando e come portare il tutore?

La tensione con cui si allaccia il tutore deve essere quanto basta affinché la fascia rimanga ben adesa alla cute, che non si tolga e che possa far avvertire un po’ di pressione nel punto interessato.

Quali sono i migliori esercizi per l’epitrocleite?

Gli esercizi sono una parte fondamentale del ciclo riabilitativo, nella prima fase si eseguono esercizi di allungamento. Per allungare i muscoli epitrocleari occorre flettere il gomito, aprire bene la mano, estendere il polso e deviare leggermente la mano verso il lato del pollice.

Per molti paziente risulta essere efficacie mantenere la tensione per circa un minuto e poi attendere 30 secondi prima della tensione successiva, ma come immaginerai la durata e l’esecuzione dell’esercizio può cambiare da soggetto a soggetto, e ti sarà comunicata dal tuo fisioterapista.

Gli esercizi a corpo libero come le estensioni di polso, mano e dita, sono parte integrante del trattamento nella fase iniziale. In base al ragionamento clinico del fisioterapista, si possono far eseguire esercizi dinamici oppure esercizi statici isotonici, ad esempio facendo tenere la posizione per 50 secondi. Come prima forma di recupero della forza è utile far eseguire esercizi con una pallina di gomma, che si trova in qualsiasi sanitaria.

L’esercizio è semplice, basta chiedere al paziente di stringere ripetutamente la pallina con la mano. In questo modo si effettua il reclutamento muscolare dei muscoli della mano e dell’avambraccio.

epitrocleite esercizi funzionale per la ripresa

Per agire in modo specifico sui muscoli epitrocleari, lo stesso esercizio può essere eseguito combinando la chiusura della mano alla flessione del polso e a una leggera deviazione ulnare. Prima degli esercizi con pesi o resistenze importanti, normalmente si usa far eseguire esercizi eccentrici. In pratica il paziente riceve una maggiore resistenza durante il movimento di allungamento dei muscoli. La resistenza in questo caso è offerta quasi sempre dalla mano del fisioterapista, che in tal modo riesce a dosare la forza in funzione dell’esercizio e della quantità di ripetizioni che vuole ottenere.

Come si previene l’epitrocleite?

Come sai non è possibile prevenire con certezza il rischio che si verifichi un’epitrocleite ma sicuramente possiamo attuare delle strategie che ci aiutano a mantere in salute i tendini epitrocleari.

Soprattutto se sei una delle categorie a rischio di cui abbiamo parlato prima, e quindi:

per ridurre i fattori di rischio è importante effettuare azioni di scarico come gli esercizi di allungamento al termine dello sforzo o dell’allenamento effettuato. Eventualmente massaggiarsi con un olio, o con una crema antalgica e antinfiammatoria, tipo arnica, può essere molto utile a rilassare la parte affaticata.

Se effettui uno sport come il golf e lo esegui con allenamenti serrati, è importante che ti faccia valutare più volte l’anno da un fisioterapista specializzato. Anche un trattamento al mese può migliorare di molto le tue performance in campo.

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