Come sai viviamo in un mondo che cambia e si evolve molto velocemente, basta pensare ai mezzi tecnologici più usati come i telefonini e i computer.
Anche, e soprattutto, grazie a questi mezzi tecnologici è migliorata la conoscenza sui comportamenti da adottare per mantenere un buono stato di salute come mangiare sano e fare sport, eppure sempre meno persone lì applicano, lasciando sempre più spazio alla sedentarietà e al cibo spazzatura.
I dati sul dolore muscolo scheletrico e sul mal di schiena sono allarmanti!
In una recente indagine statistica portata avanti dal Global Pain Index si evince che oltre il 90% degli Italiani soffre di dolore muscolo scheletrico, e della fascia di popolazione che lavora circa il 60% soffre di mal di schiena trovandosi costretta ad assentarsi dal lavoro.
Tali giorni di malattia (e dunque di inoperatività) si traducono in un danno economico di quasi 8 miliardi di euro.
Il colpo della strega rientra tra le problematiche di mal di schiena, e di queste è la forma di dolore più acuto.
Che tu sia un esperto del settore fisioterapico o no, sicuramente avrai sentito parlare di qualche persona che conosci che è rimasta bloccata alla schiena per il “colpo della strega”, ossia un dolore così forte, principalmente localizzato nella parte inferiore della colonna e quasi sempre maggiore da un lato, che impedisce di muoversi.
Non sono necessari traumi forti affinché si verifichi questa condizione, anzi, di solito si sviluppa nel corso di attività normali come raccogliere un oggetto caduto a terra, allacciarsi le scarpe, o portare le buste della spesa a casa.
Chiaramente il colpo della strega ha una maggiore possibilità di verificarsi in persone che soffrono già di lombalgia, che non hanno una colonna in perfette condizioni e che non effettuano i movimenti in modo ergonomico (ad esempio: quando raccogli un oggetto a terra, pieghi le ginocchia per restare dritto con la schiena?).
Nel corso di questo articolo entreremo nelle dinamiche del “colpo della strega”, spiegando di cosa si tratta, di come curarle e eventualmente come prevenirlo.
Buona lettura ☺
Per schiena si intende tutta la regione posteriore del tronco che superiormente è delimitata dal collo e dalle spalle, inferiormente dall’osso sacro e dal bacino e lateralmente dalla gabbia toracica.
Non trattandosi di un dizionario di anatomia, in questo paragrafo ti daremo alcune informazioni chiave relative alla schiena che sarà necessaria per comprendere ciò di cui parleremo dopo.
Il Sistema osteoarticolare
La colonna vertebrale è un compresso anatomo-fisiologico costituito di 33 vertebre:
Quando nasciamo abbiamo una colonna vertebrale completamente dritta, poi successivamente crescendo, ognuno di questi segmenti vertebrali assume una propria curvatura: il tratto cervicale e il tratto lombare avrà una concavità posteriore mentre il tratto dorsale una concavità anteriore.
Queste curve sono fondamentali per sopportare al meglio il peso a cui la colonna è sottoposta, è stato studiato infatti che proprio grazie alle curve fisiologiche, lordosi e cifosi, riusciamo a resistere a un peso 10 volte superiore di quello che potrebbe reggere una colonna completamente dritta.
Per prevenire il mal di schiena è fondamentale che non vengano perse le curve fisiologiche!
Sistema muscolare
La colonna è costituita fondamentalmente di due gruppi muscolari:
È ovvio che è necessario che il tono dei muscoli stabilizzatori sia sempre ottimo, affinché la struttura possa rimanere stabile durante il movimento.
Quello che si verifica in molte persone che soffrono di mal di schiena è invece un’alterazione di questo delicato equilibrio di forze, i muscoli stabilizzatori sono troppo deboli rispetto ai muscoli dinamici e se inizialmente questo si mostra con il tipico sintomo di dolore, con il passare del tempo può portare a delle deformazioni patologiche della colonna come la “spondilolistesi” dove una vertebra scivola anteriormente rispetto a quella che si trova sotto di essa.
Tale deformazione può avere conseguenze importanti al midollo osseo, ecco perché a volte è necessaria la stabilizzazione chirurgica.
Il “colpo della strega” non è una patologia specifica, tantomeno è un termine medico, ma è una condizione in cui si avverte un forte dolore acuto alla colonna, così forte che il soggetto non riesce a muoversi, per la paura di esacerbare il dolore.
La sintomatologia è rappresentata da almeno uno di questi punti:
Solitamente il quadro sintomatico si protrae per alcuni giorni e la persona che ne è affetta deve ricorrere a dei farmaci antidolorifici per poter stare meglio.
Se dovessi essere anche tu una vittima del colpo della strega, ricordati di alcune cose:
Come già accennato in precedenza, non esiste un’unica condizione di “colpo della strega”. Potrebbe comprendere segmenti diversi della colonna come quello dorsale o quello lombare, potrebbe colpire in lati differenti, destro o sinistro, e potrebbe essere provocato da fenomeni eziologici diversi.
Per darti comunque un’idea su cosa faccia il fisioterapista per curare queste condizioni leggi il seguente schema:
Tutti i cicli fisioterapici per il colpo della strega hanno come primo obbiettivo la riduzione del dolore. In questa fase si applicano tecniche manuali dolci come la massoterapia, o il trattamento dei trigger point integrate con mezzi fisici ad alta tecnologia come laserterapia, tecarterapia, ultrasuoni e elettroterapie.
Quando il dolore acuto si è risolto si passa alla seconda fase, dove si ha l’obbiettivo di recuperare l’articolarità. Il fisioterapista applicherà delle tecniche manuali specifiche e le integrerà con posture ed esercizi a basso carico. Talvolta nel corso degli esercizi, trovandosi agli stadi iniziali dopo la risoluzione del dolore, il fisioterapista può consigliare al paziente di utilizzare un supporto come una pancera, al fine di evitare di sovraccaricare troppo la colonna.
Una volta risolta la sintomatologia dolorosa e recuperato il movimento, si passa all’ultima fase, con l’obbiettivo di recuperare in pieno la funzionalità del tronco e prevenire ulteriori condizioni del genere. Solitamente il fisioterapista pianifica un training riabilitativo specifico, con esercizi di vario tipo: dinamici, di equilibrio, di propriocezione, e sotto carico. In questa fase si lavora molto per recuperare le curve fisiologiche e per far apprendere la paziente una serie di comportamenti che tutelino la sua schiena: sedersi correttamente in macchina e al lavoro (dove si passano molte ore), piegare anche e ginocchia quando dobbiamo recuperare un oggetto a terra, e eseguire pochi ma precisi esercizi la mattina quando ci alziamo ;) In molti ormai, al termine del ciclo fisioterapico preferiscono continuare con un percorso fisioterapico di mantenimento, di circa una seduta al mese, per poter mantenere la propria colonna in salute.
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