La magnetoterapia è un metodo di terapia fisica che utilizza l’energia elettromagnetica per stimolare la rigenerazione dei tessuti. Si avvale dell’utilizzo di onde elettromagnetiche, capaci di interagire con le cellule senza provocare un aumento del calore corporeo, ripristinando l’equilibrio biochimico cellulare esclusivamente a fini terapeutici e curativi.
I fisioterapisti utilizzano ampiamente i campi magnetici perché offrono loro un ampio arsenale terapeutico, applicabile a patologie del sistema nervoso, locomotorio, circolatorio e della pelle. Il magnetismo terapeutico, oltre ad essere di facile applicazione, ha verosimilmente un alto tasso di penetrazione, provocando quindi un effetto rigenerativo tale da renderlo efficace di fronte a processi infiammatori e patologie accompagnate da dolore locale.
La magnetoterapia rappresenta, a oggi, una delle terapie cliniche più utilizzate per trattare problemi sia post traumatici che cronici, come ad esempio il mal di schiena. È spesso indicata nelle patologie infiammatorie (artrosi, flebiti, tendiniti, neuriti) e reumatiche, nelle patologie derivanti da traumi recenti, nella riparazione delle ulcere di ogni tipo e nel trattamento dell’osteoporosi.
Per capire in che modo funziona la magnetoterapia bisogna imparare qualcosa sulle nostre cellule.
Sebbene esistano diversi tipi di cellule, la maggior parte di esse ha gli stessi componenti: una membrana esterna (che divide l’ambiente cellulare da quello esterno), un nucleo interno e il citoplasma. Le membrane cellulari sono come minuscole batterie di cui è possibile misurare la tensione. Ad esempio tra il nucleo interno e la membrana esterna delle cellule nervose sane c'è una differenza di potenziale di 90 millivolt, che in altre cellule è di circa 70 millivolt. Quando le cellule si ammalano, a causa di infezioni, traumi o altro, perdono le loro riserve di energia, così che, se una cellula sana presenta una tensione di 70 millivolt, una cellula malata avrà una tensione di soli 50-55 millivolt. Quando nelle cellule la tensione elettrica diminuisce, il corpo subisce conseguenze sotto forma di infiammazione, dolore alle ossa, alle articolazioni e alla schiena e ferite che tardano a guarire. Se la tensione scende sotto i 30 millivolt, si verifica la necrosi o morte cellulare.
Una delle caratteristiche delle nostre cellule è quella di riuscire a generare un campo elettromagnetico in risposta ad uno stimolo meccanico. Lo scopo della magnetoterapia sarebbe quello di ricaricare e rigenerare le cellule che mancano di questa energia elettrica vitale.
La magnetoterapia si avvale dell’utilizzo di un apparecchio costituito da:
I magneti vengono messi a contatto con il corpo del paziente e creano il campo magnetico da infondere grazie all’energia prodotta dal computer e trasportata dai cavi di collegamento.
I magneti possono avere svariate forme, le ultime tecnologie hanno messo a disposizione dei pazienti delle vere e proprie fasce da indossare nel punto in cui si ha bisogno di agire (gomito, polso, caviglia, ginocchio…) oppure possono essere delle piastre rettangolari da applicare sulla pelle.
In alternativa il fisioterapista può utilizzare un solenoide che può avere la forma di un cilindro, dove il paziente infila la parte del corpo da trattare.
Il campo magnetico prodotto può avere frequenza variabile: da pochi hertz a qualche migliaio. Le frequenze utilizzate dipendono dal disturbo da curare.
In campo terapeutico possiamo distinguere 2 tipi magnetoterapia:
Gli effetti della magnetoterapia possono essere suddivisi in diversi gruppi di base.
I diversi effetti sono collegati all’intensità del trattamento:
EFFETTO ANALGESICO (antidolorifico)
La magnetoterapia genera corrente elettrica nelle fibre nervose. Questa corrente indotta bloccherebbe il passaggio attraverso il midollo spinale della percezione del dolore, che parte dall'area dolorante e arriva ai centri cerebrali.
Inoltre determinaerebbe una maggiore produzione di endorfine, che insieme alla regolazione degli ioni calcio che si trasferiscono attraverso la membrana cellulare, contribuiscono alla vasodilatazione, all'effetto analgesico e al rilassamento muscolare. Dopo l'applicazione della magnetoterapia è stata anche riscontrata una maggiore attività della Lattato Deidrogenasi nei muscoli esposti.
La Lattato Deidrogenasi promuove la degradazione dell'acido lattico, che innesca i recettori nervosi e provoca dolore.
EFFETTO VASODILATATORIO (miglioramento della circolazione sanguigna)
Il sangue che ha attraversato un appropriato campo magnetico pulsato mostra una migliore capacità di ossigenarsi e di trasferire questo ossigeno ai tessuti. La magnetoterapia agisce, infatti, contro l'accatastamento dei globuli rossi (eritrociti), che trasferiscono l'ossigeno nel sangue. L'effetto risultante è la dispersione dei singoli eritrociti espandendo così la superficie totale in grado di legare l'ossigeno.
Nella pratica clinica si è osservato che quando viene applicata la magnetoterapia si attivano i nervi parasimpatici, il che porta alla vasodilatazione e che l’applicazione di un campo magnetico agisce sulla polarizzazione dei globuli rossi mediante una carica positiva. La polarizzazione degli eritrociti influisce sulla tensione muscolare di arterie, arteriole e capillari. Ciò porta a un aumento del flusso sanguigno (vasodilatazione e miglioramento del microcircolo) e quindi a un maggiore apporto di sangue ossigenato e sostanze nutritive nei tessuti.
Una migliore microcircolazione contribuisce a una più rapida rimozione di tossine e metaboliti dai tessuti. La magnetoterapia sembra aumentare anche significativamente la pressione parziale dell'ossigeno e influisce sulla flessibilità degli eritrociti. Più sono flessibili gli eritrociti, più sarà facile il loro passaggio attraverso il flusso sanguigno. Con le applicazioni a lungo termine di questo metodo, ha luogo la neovascolarizzazione. Ciò significa che i nuovi vasi vengono creati più rapidamente. Le applicazioni del campo magnetico sembrano ridurre anche il rischio di coaguli di sangue (trombi).
EFFETTO DISINTOSSICANTE (purificante)
La magnetoterapia attraversa ogni cellula dell’area di applicazione e induce una debole corrente elettrica. A causa dell'induzione della corrente elettrica, il potenziale della superficie cellulare viene modificato e la permeabilità della membrana viene influenzata. Ciò si traduce in un migliore metabolismo, afflusso di sangue e ossigenazione cellulare. Una migliore nutrizione e l'eliminazione delle scorie metaboliche dai tessuti è essenziale per qualsiasi processo di disintossicazione.
EFFETTO ANTIEDEMATOSO (anti-gonfiore)
Il gonfiore è causato da un'insufficienza del flusso sanguigno a livello dei capillari con successivo accumulo di liquido tra le cellule. L'obiettivo dell'applicazione della magnetoterapia è combattere le principali cause del gonfiore, ossia l'ipertensione nei capillari, il trasferimento alterato di acqua dai tessuti e anche un possibile aumento della permeabilità delle pareti dei capillari. L'effetto anti-gonfiore della magnetoterapia è il risultato di una combinazione di effetti di vasodilatazione e rigenerazione.
EFFETTO MIORILASSANTE (spasmo rilassante)
I muscoli e le aree di infiammazione cronica vengono irritate dalla produzione di metaboliti acidi. La magnetoterapia fa sì che i metaboliti acidi defluiscano più velocemente. La terapia sembra riduca anche l'irritazione radicolare, che spesso causa una sensazione di formicolio e dolore pulsante o bruciore. L'applicazione della terapia magnetica porta ad un effetto miorilassante sui muscoli scheletrici e migliora la mobilità. Questo miglioramento della mobilità consente l’applicazione di un'ulteriore terapia sotto forma di esercizi di riabilitazione fisica.
EFFETTO CURATIVO E RIGENERANTE
La magnetoterapia sembra accelerare in modo significativo la guarigione, attiva la produzione di nuovi tessuti, calcificazioni e porta ad una maggiore sensibilità al paratormone, che tra le altre cose aiuta a regolare il livello di calcio nel corpo. Una migliore circolazione sanguigna e una maggiore saturazione di ossigeno favoriscono una più rapida guarigione dell'infiammazione in tutti i tessuti e potenziano anche gli effetti del trattamento antibiotico.
Sono numerose le patologie che verosimilmente possono essere curate e comunque attenuate dalla magnetoterapia. È comunque sempre consigliabile un’attenta valutazione da parte del fisioterapista.
Ecco un elenco:
Poiché la terapia non produce calore, può essere impiegata anche in presenza di sintesi metalliche interne, come protesi al ginocchio o all’anca.
La magnetoterapia è controindicata in caso di:
Le evidenze cliniche in ambito di magnetoterapia hanno mostrato che per essere efficace è necessario affrontate un ciclo di 10-30 sedute di magnetoterapia. Una seduta può durare dai 20 ai 35 minuti.
Il fisioterapista può aiutare, mediante un’attenta valutazione, a consigliare e applicare il giusto metodo di magnetoterapia.
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