Anche se non fai parte del mondo sanitario, sicuramente avrai sentito parlare almeno una volta di qualche amico o qualche parente che ha avuto un problema al menisco o ai legamenti crociati, dato che rientrano tra le strutture del nostro sistema muscolo scheletrico più soggette a traumi, e più trattate nei centri di fisioterapia.
Nel corso di questo articolo, partendo dall’anatomia del ginocchio, analizzeremo: la sintomatologia, l’eziologia (le cause), la diagnostica e il conseguente progetto terapeutico che riguarda i legamenti crociati e i menischi.
Il ginocchio è l’articolazione che collega la coscia alla gamba, pertanto risulta fondamentale nella dinamica del passo.
È costituito di 3 margini ossei:
Il complesso legamentoso è rappresentato da:
Sopra il piatto tibiale sono situati i menischi.
Il menisco è una struttura di tessuto connettivo fibroso. Ogni ginocchio è provvisto di due menischi:
Hanno una forma simile, a semicerchio, e poggiano sul piatto tibiale, ossia l’estremità della tibia che entra in contatto con i condili del femore. Il menisco ha la funzione di stabilizzare i movimenti del ginocchio, soprattutto in rotazione, e di ammortizzare il carico che dal femore si proietta sulla tibia. A volte la lesione dei menischi è concomitante con quella legamentosa, come nel caso della “triplice lesione mediale” che coinvolge: menisco mediale, legamento crociato anteriore e legamento collaterale mediale.
I legamenti crociati si chiamano così perché inserendosi in punti diametralmente opposti, il loro decorso forma una X. Si tratta di due legamenti:
che si trovano all’interno della capsula articolare del ginocchio. Hanno l’obbiettivo di stabilizzare il movimento del ginocchio, in particolare quello di traslazione.
Non è un caso infatti se tra i test diagnostici per valutare la lesione di questi legamenti si effettui un test, il test del cassetto, che consiste proprio nel valutare se questi due legamenti contengono adeguatamente lo scivolamento della tibia sul femore.
Il legamento crociato anteriore, che spesso lo troviamo siglato con l’acronimo “LCA”, è maggiormente soggetto a lesione rispetto al posteriore.
Il quadro sintomatico della lesione meniscale ha delle caratteristiche specifiche a seconda del livello in cui avviene la lesione e in base al tipo di menisco che è colpito (laterale o mediale). Ad ogni modo in ogni importante lesione meniscale abbiamo:
Quest’ultimo test è molto più specifico per le lesioni dei legamenti collaterali. Non sempre la lesione meniscale è legata a un brusco trauma, ci sono molte condizioni, soprattutto in pazienti anziani, in cui non c’è mai stato un evento importante a seguito del quale è iniziata la sintomatologia.
In molti di questi casi, una disfunzione di movimento, cioè un problema nel movimento dell’articolazione, se protratto nel tempo potrebbe dar luogo a degenerazioni meniscali che conosciamo come “meniscopatie”. Nelle condizioni acute si avverte un forte dolore al carico, ad esempio mentre di sale le scale o quando si effettua una flesso-estensione dell’articolazione.
La lesione dei legamenti, così come nel caso del menisco può comprendere sia il legamento crociato anteriore e quello posteriore, o uno dei due.
Il legamento crociato anteriore è più soggetto a lesionarsi, ed è uno dei traumi più frequenti nel mondo del calcio, dove accade che il calciatore effettua un brusco movimento di flessione e rotazione in valgismo del ginocchio con il piede fermo.
A differenza dei menischi, per i legamenti crociati, le problematiche degenerative senza evidente causa traumatica sono molto meno frequenti. La sintomatologia è rappresentata da:
La diagnosi per la lesione di queste due strutture viene eseguita da un medico, solitamente si tratta di un medico fisiatra, ortopedico o medico sportivo. A seguito di un’anamnesi iniziale in cui il clinico raccoglie i dati del paziente e informazioni riguardanti la sua storia clinica, effettua dei test manuali e prescrive degli esami diagnostici. In questo caso la RMN (risonanza magnetica) è l’esame più richiesto.
La lesione che riguarda il menisco o il legamento crociato, in base all’entità e alla sintomatologia clinica che evoca può essere trattata in due modi:
La fisioterapia è un elemento indispensabile in entrambi le condizioni.
La fisioterapia conservativa si avvale dell’integrazione di:
La fisioterapia pre e post operatoria utilizza gli stessi elementi (ad eccezione per i mezzi fisici che potrebbero essere controindicati in seguito ad alcune operazioni) in modalità differenti. Eseguire un ciclo di fisioterapia preoperatoria è importantissimo per due motivi:
C’è un importante differenza tra la chirurgia che avviene per le lesioni meniscali e quella per le lesioni legamentose.
Nel primo caso l’obbiettivo è di rimuovere la parte lesionata, si chiama “mescectomia”, nel secondo caso invece l’obbiettivo è di “riparare” la lesione legamentosa: in che modo? Sostituendo il tessuto legamentoso con un altro!
Per la lesione del legamento crociato anteriore ad esempio, alla rimozione del legamento lesionato segue l’impianto di un nuovo legamento, che può essere preso utilizzando: una parte del tendine rotuleo, oppure una parte dei tendini della zampa d’oca.
In entrambi i casi si tratta di operazioni non pericolose, e con un’altissima percentuale di successo!
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