La spalla è un’articolazione indispensabile per le attività di vita che svolgiamo quotidianamente come asciugarci i capelli con il phono, tagliarci la barba, guidare la macchina, fare sport e cucinare.
Per questo motivo quando questa articolazione ci causa dolore, vogliamo cercare di risolvere il prima possibile.
Non sempre però si tratta di condizioni semplici da risolvere, a volte siamo soggetti a situazioni così complicate per le quali è necessario sottoporsi a un intervento chirurgico che possa ripristinare i corretti rapporti anatomici al fine di poter muovere la spalla senza dolore.
Uno di questi casi è l’intervento di protesi, al quale sono esposti principalmente soggetti di età avanzata che presentano problemi strutturali che non sono migliorabili mediante le cure conservative.
Nel corso di questo articolo capiremo quando è necessario subire l’impianto di una protesi, in cosa consiste l’intervento e da quali elementi è caratterizzato il percorso fisioterapico.
Per affrontare il tema delle protesi della spalla è indispensabile fare un riassunto generale delle strutture anatomiche di di questa articolazione.
Sappiamo che la spalla è formata da 4 elementi ossei differenti:
I quali si articolano tra di loro dando luogo a 5 articolazioni che ti riportiamo qui di seguito:
Di queste articolazioni, occorre precisare che la glenomerale, l’acromion clavicolare e la sternoclavicolare sono considerate “articolazioni reali”, poiché danno vita a dei rapporti articolari tra due elementi ossei, mentre le due restanti sono dette “false” poiché sono solamente delle superfici di scorrimento.
I muscoli che partecipano al movimento della spalla sono moltissimi, 17 per l’esattezza, e vengono distinti in due grandi gruppi in base alle loro caratteristiche anatomotopografiche:
La “protesi” è la sostituzione di un elemento anatomico con uno artificiale. Nel caso della spalla, le protesi si distinguono in tre tipologie:
È necessario sostituire omero e/o cavità glenoidea, quando a causa di traumi violenti (fratture che causano la necrosi della testa omerale o lussazioni) e degenerazioni importanti (come l’artrosi gleno-omerale o l’artrite reumatoide) i rapporti articolari danno luogo a condizioni dolorose continue e deficit funzionale.
Le complicanze subordinate agli interventi di protesi di spalla sono:
Questi fattori si sviluppano a seguito dell’immobilizzazione post operatoria, che se protratta eccessivamente può esacerbare la normale paura di movimento dopo l’intervento.
Per questo motivo è consigliabile far togliere il tutore per qualche ora del giorno durante le prime settimane dopo l’intervento, in modo che il paziente ricominci a prendere confidenza con il movimento dell’articolazione.
Nel periodo di immobilità del tutore, è fondamentare far effettuare al paziente delle mobilizzazioni del tronco nelle quali la spalla è immobile ma la scapola scorre sulla gabbia toracica, ciò aiuta molto a prevenire condizioni di rigidità scapolo-toracica e la diminuzione del tono muscolare del tronco.
Anche gli esercizi di mobilità del tratto dorsale risultano essere molto utili per velocizzare il recupero.
La riabilitazione solitamente incomincia già prima dell’intervento.
Ormai quasi tutti gli ortopedici esperti la consigliano.
In fase preoperatoria il paziente viene apprende tutti gli esercizi che dovrà compiere una volta avvenuto l’intervento, esegue un training di preparazione all’operazione con movimenti mirati al rinforzo muscolare e alla mobilità dell’articolazione.
Il paziente sarà tra l’altro informato di tutte i movimenti e i comportamenti a cui dovrà prestare attenzione nell’immediato periodo post operatorio.
Tutto ciò facilita di molto il lavoro che dovrà avvenire in fase post operatoria.
La riabilitazione post operatoria inizia diverse settimane dopo l’intervento, quando l’ortopedico ritiene che l’articolazione sia pronta, ciò significa che la cicatrice sia ok e che il materiale impiantato sia ben stabile.
Quali sono gli obbiettivi del trattamento riabilitativo nelle protesi di spalla?
Gli obbiettivi di questo trattamento riabilitativo sono 3:
Possiamo dividere il percorso terapeutico in diversi step:
Non si tratta di un percorso fisioterapico semplice poiché ci sono molti fattori da prendere in considerazione e che possono influire sul percorso di cura.
Primo fra tutti è l’atteggiamento del paziente.
Una persona che ha un motivo importante per recuperare che potrebbe essere la famiglia o il lavoro, sarà spronata a dare il meglio di sé in ogni seduta e a eseguire gli esercizi a casa che gli indicherà il fisioterapista.
Un altro elemento fondamentale è l’operazione, un’operazione riuscita alla perfezione getta le basi per un recupero ottimale della spalla e ovviamente la qualità del professionista e del percorso fisioterapico che progetta.
Le tecniche che vengono utilizzate, gli esercizi che vengono assegnati e la motivazione che riesce a infondere al paziente possono accelerare di molto i tempi di recupero, e possono garantire maggiori possibilità di successo nella riuscita completa della protesi.
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