Il concetto di onde d’urto è stato introdotto in medicina negli anni 60 anche se la prima applicazione clinica è stata venti anni dopo.
Nel 1980, infatti, la metodologia delle onde d’urto fu utilizzata per la prima volta su di un paziente per disintegrare dei calcoli renali.
Da allora molti passi avanti sono stati fatti nell’applicazione delle onde d’urto che vanno dall’utilizzo urologico, ortopedico, traumatologico e nuove prospettive ci sono nel trattamento di alcune patologie a carattere cardiologico cardiologico etc.
In fisioterapia non utilizziamo le onde d’urto con una funzione distruttiva, così come avviene in ambito urologico, ma le utilizziamo per il potere che questi mezzi fisici possono espletare in termini di biostimolazione e riparazione tissutale.
Anche in caso di presenza di calcificazioni o di spine ossee (come ad esempio la spina calcaneare), non si utilizzeranno le onde d’urto per distruggere ma piuttosto per generare un metabolismo riparativo.
Per prima cosa, è necessario comprendere, che le onde d’urto si suddividono in 2 differenti categorie:
Il concetto di onda d’urto focale prevede un generatore che sia in grado di creare un brusco cambiamento di pressione che si propaga ad un velocità maggiore del suono.
Questa onda pressoria viene focalizzata da uno schermo avente la forma di una parabola.
Facciamo un esempio che possa chiarificare il concetto: tutti da bambini abbiamo fatto l’esperienza di focalizzare la luce solare con una lente. In quel caso si focalizzano tutte le onde luminose in un sol punto proprio grazie alla lente ottica.
La parabola, nell’onda d’urto focalizzata, assolve alla stessa funzione della lente ovvero convoglia l’energia che però non è energia luminosa bensì energia prodotta dalla importante variazione di pressione che i generatori di onde d’urto focalizzate sono in grado di creare.
I generatori possono essere elettroidraulici, elettromagnetici o piezoelettrici con delle piccole differenze tecniche nell’applicazione.
Ricordiamo che questi generatori creano onde pressorie che hanno velocità maggiore di quella del suono.
L’intensità dell’onda pressoria, con le onde d’urto focali, può raggiungere l’equivalente di 1500 Kg per ogni centimetro quadrato in pochi nanosecondi per poi discendere rapidamente.
Il concetto di onda d’urto radiale è completamente differente da quello di onda d’urto focale.
Per comprende come è realizzato un apparato di onda d’urto radiale basta che pensi ad una pistola in cui il proiettile è mosso dall’energia generata da un compressore.
Alla fine della pistola vi è un applicatore su cui batte il proiettile determinando un piccolo spostamento dell’applicatore stesso.
Il movimento dell’applicare genera l’onda pressoria.
Per visualizzare questo concetto puoi pensare a cosa succede quando si getta un sasso nell’acqua ferma di un lago. Si generano onde che hanno la caratteristica di avere la forma di una circonferenza ovvero onde radiali.
Questo tipo di onde si generano con i dispositivi di onde d’urto radiali o balistiche che dir si voglia.
L’onda di pressione, generata dall’onda d’urto radiale, può raggiungere intensità massime di 20 Kg per ogni centimetro quadro e la velocità di formazione del picco dell’onda è di 3 microsecondi.
Le onde d’urto radiali sono quelle più diffuse per il trattamento delle più comuni affezioni muscoloscheletriche.
I fastidi che accompagnavano l’applicazione di onde d’urto hanno fatto si che questo mezzo fisico non godesse di una buona reputazione.
Gli apparati più moderni e le nuove metodologie applicative hanno però cambiato totalmente l’esperienza che il paziente vive durante l’applicazione facendo si che molti più pazienti si avvicinino a questa tecnica terapeutica in completa tranquillità.
E’ importante comprendere 3 differenze sostanziali tra onde d’urto focali e radiali:
Queste differenze determinano dal punto di vista biologico effetti differenti e quindi indicazioni terapeutiche differenti.
La maggior potenza delle onde d’urto focali può essere vantaggiosa nel trattamento di alcune patologie e può essere controindicata nel trattamento di altre.
Gli effetti che si riconoscono alle onde d’urto sono quelli di iperemizzare il tessuto, ovvero stimolare l’afflusso di sangue, fibrinolitico, che consiste nell’ “ammorbidire” i tessuti fibrotizzati, antidolorifico e microangiogenetico. La microangiogenesi è la generazione di nuovi vasi sanguigni.
Per effettuare un’applicazione con onde d’urto focali è necessario che sia perfettamente chiara la localizzazione del tessuto che si vuole trattare.
Per questo, il sanitario che effettua l’applicazione può utilizzare o richiedere una radiografia o eseguire una ecografia per effettuare un puntamento preciso.
Questa necessità si evince da quanto spiegato in precedenza: nell’onda d’urto focale l’energia si concentra in un sol punto e, pertanto, è necessaria estrema attenzione nel puntamento dell’apparato.
Diversamente l’onda d’urto radiale non necessità di puntamento radiologico o dell’ecografia in quanto l’energia si disperde nel tessuto come fosse una parte di circonferenza.
In una seduta si erogano generalmente 2000 colpi anche se un importante variazione di questo numero può esserci in funzione della patologia e dalla tolleranza del paziente.
A seguito della seduta è possibile che si creino dei piccoli ematomi che si risolveranno nel giro di qualche giorno.
L'utilità di questo mezzo fisico è ovviamente anche funzione della capacità e dell'aggiornamento del fisioterapista che la utilizza e della integrazione terapeutica con altre terapie: manuali e strumentali, come la tecarterapia.
Le indicazioni più comuni sono:
Questa ultime 5 indicazioni sono specifiche per le onde d’urto focali.
La terapia con le onde d’urto è una terapia non invasiva ed è conosciuta in ambito medico anche come ESWT (extracorporeal shock wave therapy). È uno strumento di cura molto efficace in alcuni tipi di patologie e si caratterizza per i brevi tempi di applicazione (a volte bastano anche poche applicazioni da 10 minuti l’una).
Capita spesso che queste condizioni siano risolte con questo strumento, che è presente anche nel nostro Centro di Fisioterapia a Roma.
Siccome è una terapia dolorosa e quindi non molto piacevole, le onde d’urto vengono scelte quasi sempre come ultima alternativa, dopo che gli altri tipi di terapia non hanno funzionato. L’efficacia di questo strumento sta nel fatto che, irradiando a livello del tessuto impulsi di elevata intensità, vengono stimolati alcuni meccanismi biochimici che comportano:
Recentemente è capitato di usarle per un paziente che aveva un’epicondilite cronica. Il paziente si è rivolto ad uno dei Centri di Fisioterapia del network dopo essere stato già in altri due Centri senza esiti positivi.
Aveva effettuato dei trattamenti di tecarterapia e laserterapia ma senza ottenere alcun successo terapeutico, per questo abbiamo scelto di iniziare subito con le onde d’urto. Già dopo le prime due sedute di onde d’urto, Michele ha riportato dei miglioramenti importanti. Abbiamo prescritto degli esercizi specifici da eseguire a casa e quindi abbiamo proseguito con altre 6 sedute che hanno risolto la sintomatologia in maniera definitiva. Ci siamo visti con Michele per altre 3 terapie a distanza di una settimana luna dall’altra in modo da monitorare la situazione.
Tumori maligni nell’area di trattamento, trattamento dell’area pelvica in caso di gravidanza.
Oltre a quelle già viste per i trattamenti a bassa intensità si aggiungono il trattamento di aree molto vicine ai polmoni, il trattamento in prossimità delle cartilagini d’accrescimento e infine il cervello o la spina dorsale nell’area da trattare.
COSA DICONO I PAZIENTI
DEI NOSTRI CENTRI