Data pubblicazione: 23/05/2019
Ultimo aggiornamento: 01/06/2022
Il mal di schiena è un sintomo molto diffuso, le cause possono essere diverse e diversi sono le soluzioni terapeutiche che la fisioterapia e l’ortopedia mettono a disposizione del paziente per ridurre il dolore e le limitazioni di movimento. Il mal di schiena può essere causato dalla nota ernia del disco o da problemi a carico dei muscoli ma anche da patologie degenerative del sistema osteo-articolare, come la spondiloartrosi.
Spondilartosi è una definizione medica che si riferisce ad una malattia degenerativa vertebrale. Spondiloartrite e Spondilartosi non sono lo stesso nome della malattia, ma le sue due varietà. La Spondilartosi si manifesta radiologicamente, attraverso esami Rx, Tac o Risonanza Magnetica, con la presenza di escrescenze ossee (osteofiti). La spondiloartrosi colpisce delle faccette articolari e il corpi delle vertebre nelle zone in cui entrano in contatto fra loro.
La parola Spondilartosi è talvolta confusa con la spondilite anchilosante, una malattia reumatica che colpisce pazienti anche giovani, con infiammazione e conseguente degenerazione delle articolazioni della colonna vertebrale e le articolazioni posteriori delle pelvi.
Il mal di schiena è un sintomo molto diffuso, le cause possono essere diverse e diversi sono le soluzioni terapeutiche che la fisioterapia e l’ortopedia mettono a disposizione del paziente per ridurre il dolore e le limitazioni di movimento. Il mal di schiena può essere causato dalla nota ernia del disco o da problemi a carico dei muscoli ma anche da patologie degenerative del sistema osteo-articolare, come la spondiloartrosi.
Spondilartosi è una definizione medica che si riferisce ad una malattia degenerativa vertebrale. Spondiloartrite e Spondilartosi non sono lo stesso nome della malattia, ma le sue due varietà. La Spondilartosi si manifesta radiologicamente, attraverso esami Rx, Tac o Risonanza Magnetica, con la presenza di escrescenze ossee (osteofiti). La spondiloartrosi colpisce delle faccette articolari e il corpi delle vertebre nelle zone in cui entrano in contatto fra loro.
La parola Spondilartosi è talvolta confusa con la spondilite anchilosante, una malattia reumatica che colpisce pazienti anche giovani, con infiammazione e conseguente degenerazione delle articolazioni della colonna vertebrale e le articolazioni posteriori delle pelvi.
Spondilosi è un termine generico usato per descrivere il dolore da condizioni degenerative della colonna vertebrale. La spondilosi è, quindi, una forma di dolore lombare che rappresenta un importante problema clinico, sociale, economico e di salute pubblica.
La spondilosi può essere vista come una cascata di cambiamenti anatomici che porta a una maggiore degenerazione e al cambiamento delle strutture della colonna vertebrale.
La spondilosi si sviluppa a causa di una serie di ragioni diverse, tra cui fattori posturali, traumatici e ambientali. Altri fattori di rischio per lo sviluppo di questa condizione includono l'obesità, le anomalie dello sviluppo osseo e altre malattie articolari come la gotta.
È possibile che questa condizione si presenti già a 20 anni, ma, in questo caso, solitamente, è il risultato di un precedente trauma nell'area interessata. È più probabile che colpisca persone dai 30 anni in su, con una prevalenza molto alta in soggetti di età pari o superiore ai 70 anni. Uomini e donne sono ugualmente colpiti da questa condizione.
Quando i cambiamenti degenerativi interessano le vertebre e i dischi della colonna vertebrale, la condizione è nota come spondilosi.
Quando i cambiamenti degenerativi si verificano nelle faccette articolari della colonna vertebrale, la condizione è nota come spondiloartrosi.
In altre parole, se la degenerazione compromette la colonna vertebrale in tutta la sua lunghezza, siamo in presenza di spondilosi. Quando la degenerazione si concentra solamente in alcuni tratti della colonna vertebrale, siamo in presenza di spondiloartrosi.
Queste due condizioni si riscontrano spesso insieme e la causa più comune è un effetto del processo d’invecchiamento, in cui la degenerazione si accumula gradualmente nel tempo.
Se i motivi per cui si presenta la della malattia non sono ancora del tutto chiari, sembra che una predisposizione genetica e fattori ambientali e di stile di vita possano spiegarne le cause. Alcuni fattori di rischio:
Tutto inizia con una modifica del disco intervertebrale. È uno speciale ammortizzatore elastico che si trova tra le vertebre, serve per rendere la colonna vertebrale elastica e mobile, nonché per articolazioni e legamenti.
Inoltre, è il disco che impedisce alle vertebre di sfregarsi l'una contro l'altra, provocando l'infiammazione. Per diversi motivi, questo ammortizzatore può diventare più sottile. Scarsa circolazione sanguigna, alterazioni metaboliche e riduzione del contenuto idrico del disco, portano ad un appiattimento dei tessuti del guscio esterno (anello fibroso) con una conseguente riduzione della distanza tra le vertebre, che per questo un contatto non fisiologico favorisce processi infiammatori con la conseguente formazione degli osteofiti.
Le vertebre si avvicinano l'una all'altra. Poiché non ci sono più cuscinetti elastici, un meccanismo di protezione del corpo viene attivato, le vertebre accumulano il tessuto osseo per distribuire il carico. Di conseguenza, le articolazioni della colonna e i corpi vertebrali possono deformarsi, produrre molti osteofiti che formando delle vere e proprie le sporgenze ossee.
La maggior parte delle persone che presenta una forma di spondiloartrosi non ha sintomi. Questo è molto importante da sottolineare. Troppo spesso il paziente che ha mal di schiena effettua un esame radiografico dal quale si evince un quadro artrosico e si tende ad attribuire il dolore alla spondiloartrosi sbagliando la diagnosi. Spesso la spondiloartrosi da sintomi importanti solo nelle fasi avanzate della patologia.
I sintomi della spondiloartrosi di solito non sono invalidanti. Tuttavia, ci sono casi in cui i cambiamenti nella colonna vertebrale possono influenzare i nervi che vengono schiacciati e provocare gravi disturbi e dolori, come ad esempio la lombosciatalgia.
La spondiloartrosi può causare rigidità e dolore soprattutto al risveglio. Questo a volte può peggiorare con determinati movimenti o periodi prolungati senza movimento. Se l'osso riduce lo spazio del midollo spinale, può causare pressione, irritazione o danni severi fino alla stenosi del canale midollare. La compressione dei nervi della colonna vertebrale può portare a sintomi come intorpidimento, formicolio e debolezza. La Spondilartosi del collo, oltre al dolore al collo e alle vertigini cervicali, può influenzare le braccia, le mani o le dita, la cervico-brachiagia. Nella Spondilartosi lombare, oltre alla lombalgia (dolore nella zona lombare)può colpire le gambe.
La spondiloartrosi cervicale può comprimere un nervo del collo in modo che provochi sintomi come formicolio, bruciore o dolore. Questo tipo di problema al collo che si irradia agli arti, dove un muscolo può anche dare la sensazione di essere debole o intorpodito è chiamato radicolopatia. Altri sintomi possono includere:
I sintomi variano a seconda della parte della colonna vertebrale interessata. La spondiloartrosi nella parte bassa della schiena, spondiloartrosi lombare, può causare sintomi che influenzano il riposo notturno. Con un problema nella colonna vertebrale inferiore, la debolezza muscolare o altri problemi correlati al nervo interesseranno le gambe piuttosto che il collo o le braccia. Il collo e le braccia sono spesso influenzati in presenza di spondiloartrosi nel collo.
La maggior parte dei casi di spondiloartrosi non richiede particolari trattamenti se non una corretta sequenza di esercizi, programmati con il fisioterapista. Il movimento e l’allenamento sono i principali rimedi per la spondiloartrosi, in particolare nelle manifestazioni lievi o nelle fasi iniziali. L’allenamento terapeutico può essere più efficace attraverso la programmazione di esercizi di riabilitazione funzionale.
In alcuni casi è utile invece, dove è utile riequilibrare i carichi sulla colonna e l’accentuazione o la perdita delle curve fisiologiche della spina dorsale è opportuno seguire con il fisioterapista un percorso di rieducazione posturale. I consigli generali per casi di dolore per la spondiloartrosi della colonna vertebrale sono i seguenti:
L'esercizio fisico rimane la migliore cura per la spondiloartrosi perché può aumentare la mobilità delle articolazioni rigide, attivare i muscoli, migliorare la qualità del movimento e quindi favorire le condizioni necessari per ridurre il processo di invecchiamento della colonna vertebrale. Il riposo invece è necessario quando il dolore è forte ma non deve essere protratto a lungo, altrimenti potrebbe addirittura favorire il peggioramento della patologia.
La Fisioterapia, come dimostrato dalla ricerca, può aiutare moltissimo , quando vengono messi in atto specifici esercizi che migliorano la rigidità, migliorano il movimento e alleviano il dolore. I fisioterapisti inoltre possono anche eseguire manipolazioni vertebrali, terapia manuale e terapie fisiche strumentali. Molte sono le tecnologie utilizzate per la bio-stimolazione dei tessuti in associazione agli altri approcci terapeutici. È necessario sapere che tipo di stimolo dare ai tessuti per poter parlare di Fisioterapia efficace. Tra i mezzi fisici utilizzati in fisioterapia distinguiamo:
Altri trattamenti per la Spondiloartrosi sono:
Nelle prime fasi della malattia, gli esercizi terapeutici sono estremamente efficaci, il che consente di migliorare la mobilità delle vertebre, migliorare la circolazione sanguigna, gli scambi metabolici e il nutrimento dei dischi intervertebrali. Si consiglia nelle fasi acute spesso di indossare un corsetto o un bustino, che riduce il carico sulla schiena e aiuta i muscoli a mantenere la colonna vertebrale eretta, purtroppo però anche questo consiglio, come il riposo a letto, deve essere se possibile limitato nel tempo o evitato.
In alcuni casi, può essere indicato un intervento chirurgico. Di solito viene effettuato nei seguenti casi:
La chirurgia è sempre l'ultima opzione dopo il fallimento di altri trattamenti di Spondilartosi. Un'operazione è solo un'opzione in un numero limitato di casi in cui il problema è grave e causa una disabilità seria. La Spondilartosi può richiedere un intervento chirurgico anche quando:
Esempi di procedure chirurgiche per il trattamento delle complicanze della spondiloartrosi includono:
Esistono diversi trattamenti per alleviare i sintomi dei pazienti con un quadro di spondiloartrosi causato da malattie reumatiche. Artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante. Questi quadri clinici non devono essere confusi con la “normale” spondiloartrosi.
Anche se in alcuni casi il quadro radiografico può sembrare simile, le malattie reumatiche autoimmuni sono patologie in cui delle alterazioni del sistema immunitario provocano danni alla colonna vertebrale ma anche ad altri organi o apparati. Il trattamento standard per curare questo tipo di patologie è quello che fa uso di farmaci anti-infiammatori e cortisone. Ma quando non sono più efficaci, i medici potrebbero dover prescrivere un trattamento che affronti direttamente la causa della malattia autoimmune. Da 20 anni vengono utilizzate delle bioterapie chiamate anche anti-TNF. Si tratta di un trattamento molto efficace, ma che richiede uno stretto monitoraggio.
I farmaci anti-TNF hanno cambiato la vita dei pazienti che soffrono di patologie reumatiche e può essere coadiuvato da trattamenti fisioterapici per il mantenimento della mobilità articolare e della flessibilità della colonna. La patologia inizia con l'infiammazione causata da piccole sostanze: molecole di TNF , presenti anormalmente nel sangue di persone malate che attaccano ossa, legamenti o tendini. Gli anti-TNF contenuti “intrappolano” queste sostanze e impediscono loro di legarsi ai recettori. La reazione infiammatoria non avrà luogo, il dolore sarà meno percepito.
Il problema risiede nel fatto che l'anti-TNF inibisce qualsiasi reazione infiammatoria, comprese quelle che vengono implementate dal sistema immunitario per combattere le infezioni di tutti i giorni. I pazienti in trattamento sono quindi più fragili e devono recarsi regolarmente in ospedale per i controlli.
Con i trattamenti anti-TNF, il principale effetto collaterale osservato è l'aumento del rischio di infezioni, specialmente del tratto respiratorio superiore ( rinite , faringite, bronchite fino alla polmonite ...). Prima di procedere con il trattamento si chiede infatti al paziente se ha sintomi simili, vengono esaminati i polmoni per verificare che non ci sia alcuna infezione polmonare rilevabile mediante auscultazione.
Gli studi che sono stati fatti dimostrano che, purtroppo, questo trattamento è spesso "sospensivo", ovvero quando si interrompe, la malattia riprende con la stessa intensità di prima. Se questi trattamenti sono efficaci nel 60-70% dei casi, il prezzo alto dell'anti-TNF alfa rappresenta un altro grosso ostacolo al loro utilizzo.
Dott.re in Fisioterapia
Fisioterapista, Imprenditore nel settore sanitario e Business Coach.
Dopo la laurea in fisioterapia, ha approfondito le sue conoscenze studiando osteopatia e terapia manuale. Si è specializzato frequentando i corsi di:
Ha frequentato aule con docenti internazionali come: