Data pubblicazione: 24/03/2020
Ultimo aggiornamento: 30/06/2022
Il dolore alla caviglia è solitamente causato da una distorsione, ma può anche essere dovuto ad altri disturbi come instabilità articolare di caviglia, artrite, gotta, tendinite, frattura ossea, compressione di un nervo (come sindrome del tunnel tarsale), infezione e scarso allineamento strutturale della gamba o del piede.
Al dolore alla caviglia spesso può essere associato gonfiore, rigidità, arrossamento e calore nell'area interessata: il dolore viene solitamente descritto come "intenso e sordo" e che si estende alla gamba e si manifesta appoggiando il piede a terra o durante il movimento della caviglia stessa.
Il dolore alla caviglia è solitamente causato da una distorsione, ma può anche essere dovuto ad altri disturbi come instabilità articolare di caviglia, artrite, gotta, tendinite, frattura ossea, compressione di un nervo (come sindrome del tunnel tarsale), infezione e scarso allineamento strutturale della gamba o del piede.
Al dolore alla caviglia spesso può essere associato gonfiore, rigidità, arrossamento e calore nell'area interessata: il dolore viene solitamente descritto come "intenso e sordo" e che si estende alla gamba e si manifesta appoggiando il piede a terra o durante il movimento della caviglia stessa.
Il piede e la caviglia sono una complessa rete di ossa, legamenti, tendini e muscoli, con la caratteristica peculiare di dover essere abbastanza forti da poter sopportare il peso corporeo e, contemporaneamente, abbastanza mobili per permettere di muoversi in libertà.
La caviglia è un'articolazione in grado di muovere il piede in tutte le direzioni; i due movimenti principali sono la flessione plantare, che permette di portare la punta del piede lontana dal corpo, e la flessione dorsale, che permette di portare la punta del piede verso il corpo.
A livello anatomico l’articolazione della caviglia è costituita da tre ossa suddivise su un piano superiore e uno inferiore: sul piano superiore troviamo il mortaio dell’articolazione, costituto da tibia e perone, che accolgono l’osso del piede del piano inferiore, chiamato astragalo, per costituire l’articolazione. L'estremità distale della tibia forma la porzione interna della caviglia, mentre l'estremità distale del perone forma la porzione esterna della caviglia: queste due estremità, che troviamo su entrambi i lati dell’articolazione, sono visibilmente sporgenti e prendono il nome di malleoli. I malleoli forniscono stabilità ai movimenti articolari della caviglia, garantendo un importante sostegno laterale per il corpo durante la posizione eretta e la deambulazione. La stabilità articolare della caviglia viene garantita anche dalla presenza dei legamenti: sul margine esterno troviamo i legamenti collaterali laterali (i più importanti sono il legamento peroneo-astragalico anteriore, peroneo-astragalico posteriore e peroneo-calcaneare) che collegano il malleolo laterale del perone alle ossa del piede, mentre sul margine interno troviamo i legamenti collaterali mediali (la cui unione costituisce il legamento deltoideo) che collegano il malleolo mediale della tibia alle ossa del piede.
L'articolazione della caviglia è circondata da una capsula articolare fibrosa ed è avvolta sia anteriormente, che posteriormente dai tendini dei grandi muscoli della gamba. Il tendine di Achille è l’ultima porzione del muscolo del polpaccio che si attacca alla parte posteriore del tallone, avvolgendo posteriormente l’articolazione. Il tendine del tibiale posteriore avvolge internamente la caviglia passando dietro il malleolo mediale, il tendine dei peronei la avvolge esternamente passando dietro il malleolo laterale, mentre il tendine del tibiale anteriore avvolge la caviglia sulla parte anteriore dell’articolazione.
L’articolazione della caviglia ha l’innata capacità di muovere il piede, riuscendo a raggiungere, in condizioni normali, circa 45° di flessione plantare e circa 20° di flessione dorsale, partendo dalla posizione neutra ad angolo retto. I muscoli che regolano i movimenti della caviglia hanno origine dalla gamba e il loro continuo lavoro di contrazione-rilassamento permette la stabilizzazione della caviglia durante la deambulazione.
Il dolore alla caviglia può essere percepito all'interno o all'esterno della stessa o lungo il tendine di Achille, dando un’indicazione sulle possibili cause dell’origine del dolore. Sebbene un dolore lieve spesso possa rispondere bene ai trattamenti domestici, a volte può essere necessario un po’ più di tempo per risolverlo definitivamente: in caso di dolore forte, soprattutto se si è presentato a seguito di una lesione, bisogna sempre contattare un medico specializzato che possa fare una diagnosi precisa.
Il dolore alla caviglia è spesso accompagnato da questi segni e sintomi:
Il dolore alla caviglia può presentarsi sia con, che senza gonfiore.
Dolore alla caviglia senza gonfiore
Il dolore alla caviglia non sempre è accompagnato da gonfiore: dopo un forte trauma, il medico può richiedere un esame radiologico per determinare la natura del problema, e scoprire se, ad esempio, alla base è presente una frattura ossea. Le fratture della caviglia possono verificarsi senza traumi significativi, soprattutto nelle persone con ossa deboli, come chi soffre di osteoporosi: a volte si tratta di piccole fratture ossee da stress, che comportano dolore importante e sensibile alla pressione, ma difficilmente gonfiore.
Dolore alla caviglia con gonfiore
Il dolore alla caviglia si può presentare a seguito di una distorsione; in questi casi è, quasi sempre, associato a gonfiore e lividi, che possono durare per una o due settimane circa. Tuttavia, il più delle volte, sono necessari diversi mesi di riabilitazione per guarire completamente da una lesione grave alla caviglia.
Esistono numerose cause per il dolore alla caviglia, tra queste troviamo:
Le fratture che coinvolgono le ossa della caviglia, come malleolo interno, malleolo esterno e astragalo, vengono trattate con immobilizzazione tramite gesso o specifici tutori: a seconda della gravità, le fratture possono richiedere una doccia gessata o un intervento chirurgico per stabilizzare la lesione ossea. A seguito di gravi lesioni post-traumatiche, come ad esempio un incidente automobilistico, può verificarsi una lussazione dell'articolazione della caviglia: questo tipo di infortunio, se particolarmente grave, richiede quasi sempre un intervento chirurgico di stabilizzazione.
La distorsione della caviglia è una delle cause più comuni di dolore alla caviglia, e costituisce circa l'80% delle lesioni che colpiscono questa articolazione: la distorsione si verifica quando la caviglia fa un movimento innaturale che allunga eccessivamente i capi ossei che la compongono, provocando una lacerazione, più o meno grave, dei legamenti che la stabilizzano. La maggior parte delle distorsioni della caviglia si verifica quando il piede gira su se stesso, causando una rotazione esterna verso il suolo e coinvolgendo, di conseguenza, la parte laterale esterna. Questo evento, nella maggior parte dei casi, stira o, addirittura, rompe i legamenti che si trovano sulla parte esterna dell’articolazione.
La lesione dei legamenti tipica si verifica quando la caviglia viene improvvisamente "storta" a seguito di un salto od uno scatto durante un'attività sportiva o di un appoggio del piede su una superficie irregolare, come una strada di campagna o una strada dissestata: il dolore è inizialmente severo ed invalidante e spesso associato a una sensazione di "pulsazione interna". Subito dopo un evento di questo genere, nell’area della lesione, avviene una lacerazione della capsula articolare che crea un edema e gonfiore immediato e una lesione dei legamenti che crea una rottura dei vasi sanguigni con conseguente ematoma e livido: questo aumento della pressione interna dell’articolazione causa forte dolore quando si prova a muovere la caviglia. L’intensità del dolore potrebbe non indicare necessariamente il grado di danno ai legamenti. Le lesioni dei legamenti sono spesso classificate da I a III grado in base alla gravità del danno, dove una piccola lesione corrisponde a un basso grado, mentre una lesione completa corrisponde a un alto grado. Mentre una lesione parziale, se curata bene e precocemente, permette di mantenere una buona stabilità meccanica della caviglia, una lesione completa dei legamenti provoca una grossa perdita di stabilità articolare a causa della perduta capacità dei legamenti stessi di supportare efficacemente i diversi movimenti della caviglia.
Sebbene possa sembrare insolito, in realtà accade spesso che la caviglia faccia male senza aver subito alcun trauma. Il dolore alla caviglia, infatti, è anche un sintomo o il risultato di molte condizioni mediche sottostanti, come ad esempio:
La gotta è una patologia in cui l'acido urico (un sottoprodotto della normale degradazione del corpo delle vecchie cellule) si accumula nel nostro corpo: questa concentrazione più alta del normale di acido urico può determinare un deposito di cristalli all’interno delle articolazioni, causando, di conseguenza un dolore acuto e forte, che in questo caso si sviluppa su tutto il piede, provocando un grosso edema e gonfiore.
Artrite e artrosi possono causare dolore alle caviglie. L’artrite è spesso causata dall'usura delle articolazioni, che sono vittime di un processo infiammatorio acuto continuo, che con l’avanzare dell’età può portare a sviluppare artrosi. L'artrite settica è l'artrite causata da un'infezione batterica o fungina, e può causare dolore intenso alle caviglie.
La tendinite è un'infiammazione a carico del tendine o delle strutture che lo rivestono: nel caso dell’articolazione della caviglia, possiamo trovarci difronte a tendiniti del tendine di Achille, del tendine tibiale posteriore o del tendine dei peronei. Le patologie a carico dei tendini che avvolgono la caviglia possono essere sia causate da traumi acuti, come conseguenza di lesioni improvvise durante uno sport, o cronici, come conseguenza di uno stress prolungato (ad esempio dovuto alla corsa), sia da malattie infiammatorie come l'artrite reattiva, l'artrite reumatoide e la spondilite anchilosante. Tutte le forme di tendinite causano, nell'area del tendine interessata, dolore, gonfiore e sensibilità alla palpazione: in caso di evento acuto, come un infortunio sportivo, il trattamento prevede immediatamente l'immobilizzazione dell'area, l'elevazione della gamba infortunata, la limitazione del carico, e l'applicazione di ghiaccio, mentre se possibile è opportuno evitare l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). In caso di infiammazione più grave, può essere opportuno utilizzare un tutore ortopedico; quando il tendine è ancora infiammato la partecipazione all’attività sportiva dovrebbe essere limitata, poiché esiste un rischio significativo di rottura o lacerazione del tendine stesso, specialmente nel caso del tendine d’Achille. La rottura del tendine di Achille, infatti, si verifica più frequentemente nei pazienti che hanno avuto una precedente infiammazione del tendine di Achille: in questi casi, la soluzione più risolutiva è quella di un intervento di chirurgia ortopedica.
I piedi piatti, in cui l'arco del piede ha una mancanza di curvatura, e i piedi cavi, in cui l'arco del piede ha una curvatura esagerata, possono cambiare il modo di camminare. Spesso dover compensare l'arco irregolare mette a dura prova altre aree del piede. È normale che le caviglie inizino a sentire questa tensione e che si provi dolore e indolenzimento.
Hai il malleolo gonfio? Potrebbe trattarsi di borsite retrocalcaneare. Una borsa è una piccola sacca piena di liquido che ammortizza e lubrifica le ossa quando si muovono. Nella parte posteriore del piede, tra il calcagno e il tendine d'Achille, c'è una borsa che ammortizza e lubrifica l'articolazione della caviglia. Quando questa borsa si infiamma, la condizione viene chiamata borsite retrocalcaneare o borsite del tendine d'Achille anteriore. La borsite retrocalcaneare si verifica quando le borse si infiammano. Ciò può accadere sotto stress da movimento o in seguito a un infortunio da impatto, o a causa della pressione su alcuni punti da scarpe inadatte.
Il metodo POLICE, acronimo di riposo Protection (protezione) – Optimal Loading (carico ottimale) - Ice (ghiaccio) – Compression (compressione) – Elevation (elevazione), è quello migliore per trattare il dolore acuto alla caviglia. Ciò comprende:
Per alleviare il dolore e il gonfiore si possono assumere farmaci da banco come il paracetamolo, mentre se possibile è meglio evitare farmaci antinfiammatori come ibuprofene, che possono bloccare i processi riparativi della lesione. Consultare sempre prima un medico.
Non appena il dolore diminuisce, è importante riattivare la muscolatura della caviglia attraverso piccole circonduzioni, sempre nel rispetto del dolore e senza forzare, cercando di migliorare la rigidità articolare, attraverso movimenti di flessione plantare e flessione dorsale. Ci si può anche aiutare con le mani: questi movimenti attivi e passivi, aiutano a sbloccare l’articolazione, rinforzare i muscoli, ridurre il gonfiore e l’edema ed accelerare il processo di recupero.
Se le modifiche dello stile di vita e i trattamenti con farmaci non riducono il dolore, bisogna prendere in considerazione anche altre opzioni: Inserti per scarpe.
Se il dolore alla caviglia è il risultato dell'artrosi, non sarà possibile guarire completamente dalla lesione. Tuttavia, ci sono modi per gestirla, e possono aiutare:
Utilizzare antidolorifici topici;
Come abbiamo visto, l’80% delle cause di doore alla caviglia è rappresentato dalla distorsione. Il trattamento fisioterapico della distorsione alla caviglia nella fase iniziale consiste in riposo, ghiaccio, elevazione e immobilizzazione, ma, in base alla causa del dolore, può includere anche farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene e se necessario bendaggio funzionale.
Poi, progressivamente si possono inserire trattamenti con mezzi fisici come:
L’utilizzo delle terapie strumentali per le diverse patologie associate al dolore della caviglia sono molto efficaci per lo stimolo biologico dei tessuti e per la riduzione dell’infiammazione. È fondamentale però, utilizzare il singolo dispositivo in modo mirato, in base al quadro clinico e la fase terapeutica.
I mezzi fisici in fisioterapia devono essere utilizzati con la giusta dose di energia altrimenti rischiano addirittura di rallentare i processi riparativi. Nelle fasi successive, insieme alla terapia fisica, si possono inserire nel percorso terapeutico anche:
Riabilitazione propriocettiva.
I vari trattamenti sono inseriti nel percorso terapeutico del singolo paziente in base al quadro clinico e alla fase terapeutica acuta, sub acuta o cronica.
Il fisioterapista esperto con il medico specializzato, grazie alla valutazione e alle immagini di diagnostica strumentale, possono determinare al meglio la causa del dolore, definendo una diagnosi precisa e, di conseguenza, il percorso terapeutico adeguato.
Dott.re in Fisioterapia
Fisioterapista, Imprenditore nel settore sanitario e Business Coach.
Dopo la laurea in fisioterapia, ha approfondito le sue conoscenze studiando osteopatia e terapia manuale. Si è specializzato frequentando i corsi di:
Ha frequentato aule con docenti internazionali come: