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Mal di schiena quando respiro: cause e rimedi

Data pubblicazione: 23/07/2018
Ultimo aggiornamento: 06/06/2022

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Introduzione - Mal di schiena quando respiro: cause e rimedi

Hai dolore alla schiena quando respiri? Il mal di schiena durante la respirazione può avere diverse cause. Può essere causato da una lesione alle ossa o ai muscoli della schiena. Oppure può essere causato da una condizione medica che colpisce organi interni come i polmoni o il cuore. 


Purtroppo il dolore alla schiena quando si respira è un sintomo molto diffuso e spesso non affrontato dal giusto specialista.

Il Fisioterapista può aiutarti ti può sicuramente essere utile per migliorare e tornare a star bene.

Introduzione - Mal di schiena quando respiro: cause e rimedi

Hai dolore alla schiena quando respiri? Il mal di schiena durante la respirazione può avere diverse cause. Può essere causato da una lesione alle ossa o ai muscoli della schiena. Oppure può essere causato da una condizione medica che colpisce organi interni come i polmoni o il cuore. 


Purtroppo il dolore alla schiena quando si respira è un sintomo molto diffuso e spesso non affrontato dal giusto specialista.

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Il mal di schiena è una delle malattie più diffuse, si stima che l’80% delle persone ne soffrano almeno una volta nella vita. Questa patologia ha un’eziologia molto vasta e complessa, moltissime sono le cause e moltissimi sono i tessuti che potrebbero produrre dolore.

Per questo motivo è molto difficile valutare la causa e, di conseguenza, trovare il giusto rimedio; diventa quindi opportuno recarsi in un centro di fisioterapia specializzato e procedere ad una valutazione, che alle volte è anche gratuita.

Il mal di schiena è una patologia con un’incidenza in forte aumento tra la popolazione, facendola diventare una delle patologie con maggiori costi per il sistema sanitario nazionale e maggiore perdita economica per la mancata operatività al lavoro. I motivi di questa diffusione negli ultimi decenni prosegue parallelamente al mutamento dello stile di vita della popolazione.

Conduciamo una vita sempre più sedentaria, lavoriamo sempre più ore al giorno utilizzando costantemente mezzi tecnologici come cellulare, pc e tablet. Tutto questo di certo non aiuta la nostra postura. La sedentarietà rischia di diventare uno dei principali fattori di rischio per il benessere e la salute della popolazione occidentale. Sicuramente una maggiore informazione sull’importanza dell’attività fisica e sul mantenimento di una corretta postura, è il principale mezzo per aumentare la consapevolezza delle persone, che potrebbero essere più libera da dolori lombari, dorsali e cervicali e godersi di più il tempo libero.

Il dolore alla schiena è una delle principali motivazioni che inducono le persone a rivolgersi ad un centro di fisioterapia. D’altra parte il trattamento conservativo, a oggi, è il metodo più avvalorato, mentre il trattamento chirurgico è indicato solo per una piccola percentuale di casi.

Nel corso di questo articolo parleremo di questa patologia, di quali sono le probabili situazioni in cui si verifica, ponendo il focus sul mal di schiena che insorge durante la respirazione. Successivamente analizzeremo come la fisioterapia può porre rimedio a questa condizione e ti daremo qualche consiglio su come prevenire questo antipatica condizione. Buona lettura.

 

anatomia e fisiologia della schiena

Cenni di anatomia e fisiologia

Per schiena si intende la regione corporea limitata dal collo e dal cingolo scapolare nella parte superiore, dai fianchi lateralmente e dall’ osso sacro e il bacino nella parte posteriore. La schiena include due tratti della colonna vertebrale: quello dorsale, comprensivo di 12 vertebre e quello lombare.

  • Il tratto dorsale è quello più rigido della colonna, perché si articola con le 12 paia di coste che, insieme e allo sterno, costituiscono la gabbia toracica. I problemi inerenti al tratto dorsale, infatti, riguardano quasi sempre disfunzioni articolari dovute alla poca mobilità, soprattutto nel movimento di estensione. La diffusa tendenza della popolazione a sviluppare rigidità dorsale è uno dei principali motivi per cui si formano le ipercifosi dorsali (eccessiva curvatura concava anteriormente del tratto dorsale), ed è un importante fattore di rischio per le fratture del corpo vertebrale, che hanno maggiore incidenza nelle donne anziane che soffrono di osteoporosi.
  • Il tratto lombare è costituito da 5 vertebre che negli esami radiologici vengono abbreviate con la sigla ”L” seguita dal numero della vertebra interessata (es. L5 per quanto riguarda la quinta vertebra lombare). Questo tratto di colonna, ha una situazione analoga a quella del tratto cervicale, ossia si trova tra due strutture molto più rigide: l’osso sacro, che per l’appunto è un osso e quindi di mobilità ne ha ben poca e il tratto dorsale, che come abbiamo visto precedentemente, articolandosi con la gabbia toracica tende ad essere molto rigido. Questo fattore molto spesso è la causa all’ipermobilità del tratto lombare. Le vertebre lombari dovendo compensare al poco movimento delle strutture adiacenti (in particolare al tratto dorsale) si muovono più del dovuto e questo eccessivo movimento espone questo segmento spinale a diverse patologie come ad esempio: la degenerazione discale, l’ernia del disco, l’anteriolistesi, la lombalgia, la lombosciatalgia ecc…

Il trattamento, nel caso di eccessiva mobilità del tratto lombare consisterà nel recuperare la mobilità del tratto dorsale e aumentare la stabilità della lombare mediante uno specifico training di esercizi che rinforzino e attivino i muscoli stabilizzatori.

Mal di schiena quando respiro: quali sono le cause?

Le cause riguardanti l’insorgenza di un dolore alla schiena mentre si respira sono molte, e di seguito analizzeremo le più frequenti. Questo tipo di mal di schiena si verifica soprattutto nel tratto dorsale della schiena, che è quello connesso con la gabbia toracica.

  • Contrattura muscolare/trigger point: può capitare che un paziente si rivolga a un centro di fisioterapia perché avverte dolore durante l’inspirazione. Il dolore è pungente e ben localizzato, normalmente il diametro dell’area interessata non supera un paio di centimetri. Se si effettuasse una pressione sul punto dolente, la sintomatologia aumenterebbe e tenderebbe ad irradiarsi.

Cos’è un trigger point miofasciale?

Un t. p. miofasciale è un’area ad elevata irritabilità che si trova nel muscolo scheletrico (striato). Quest’area può generare sintomi clinici autonomi, produce dolore alla compressione e potrebbe produrre un caratteristico dolore irradiato o riferito, cioè la comparsa di dolore in una zona diversa da quella stimolata. I trigger points (t. p.) miofasciali sono classificati in 4 tipologie differenti: T. p. attivi (che producono dolore irradiato non necessariamente a seguito di uno stimolo di compressione); T. p. latente (può causare dolore locale e debolezza muscolare); T. p. satellite e T. p. secondari.

Come si tratta un t. p. m.?

Esistono diverse tecniche per trattare i trigger points miofasciali come ad esempio:

 - Tecniche manuali di compressione: il fisioterapista effettua una compressione manuale sull’area interessata e la mantiene per un tempo specifico che solitamente è intorno ai 40 secondi. Dopo la compressione, il fisioterapista aspetta circa 1 minuto prima di ripetere la tecnica, che di solito si effettua per tre volte;

- Tecniche di massaggio: ci sono molti tipi di massaggio, come il massaggio trasverso secondo Cyriax, dove il fisioterapista esegue delle mobilizzazioni del tessuto mio-fasciale in senso trasversale rispetto alle fibre muscolari;

- Mezzi fisici: tra gli elettromedicali più utilizzati in queste condizioni ci sono la tecarterapia e il laser ad alta potenza. La tecarterapia sviluppa calore utilizzando radiofrequenze, mentre il laser ad alta potenza crea il suo stimolo biologico mediante luce radiante dall’esterno;

  • Frattura costale. La frattura costale è comune soprattutto negli sportivi che praticano sport da contatto come il rugby, il pugilato, le arti marziali. Essendo le coste delle ossa poco robuste, in caso di impatti importanti, possono crinarsi (piccola frattura composta) o nella peggiore delle ipotesi rompersi in modo scomposto. In caso di fratture costali possono verificare condizioni gravi come lesioni ad organi importanti quali il rene, o le pleure dei polmoni. Nel caso della lesione della pleura si verifica lo pneumotorace, ossia il collasso del polmone, che, se non trattato in tempo, può comportare anche il soffocamento. Le fratture costali si diagnosticato, oltre che con la valutazione clinica del medico, con un esame radiologico in doppia proiezione, che permette al clinico di vedere il punto esatto della lesione.

Come si trattano le fratture costali?

Le fratture costali difficilmente si sintetizzano chirurgicamente con chiodi, placche o viti, poiché non ce n’è quasi mai la necessità. Normalmente si effettua un bendaggio, e si consiglia al paziente di stare a riposo, evitando urti che possano peggiorare la condizione. Appena l’esame rx di controllo conferma che la frattura si sia calcificata del tutto si inizia il ciclo di fisioterapia. Il percorso riabilitativo per una frattura costale non è complesso. Solitamente ha lo scopo di recuperare la forza del tronco, e la morfologia delle curve della colonna mediante rieducazione posturale, esercizi specifici e mobilizzazioni particolari;

  • Cisti. Le cisti possono essere causa di dolore posteriore alla colonna in un punto specifico che corrisponde alla sede in cui si trovano. Il dolore si evoca alla pressione, cioè se la cisti viene palpata, oppure se viene compressa nel caso in cui il paziente fosse sdraiato supino con la schiena su una superficie dura. In casi del genere si ricorre alla chirurgia con conseguente asportazione della cisti. L’intervento riabilitativo consiste nel trattamento della cicatrice con tecniche di massaggio e mezzi fisici affinché non sviluppi aderenzi connettivali che possano alterare il movimento e la postura.

dolore schiena trigger point

Dolore alla schiena: non riesco a respirare

Molti pazienti si rivolgono al fisioterapista lamentando “dolore quando respiro profondamente”, con la speranza di poter avere qualche consiglio su come risolvere la loro condizione. Spesso accade che tale sintomatologia si verifica come conseguenza di un importante trauma. Oltre ai traumi costali di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti, anche un forte impatto all’osso sacro può dare sintomi simili, molto probabilmente a causa di una risposta riflessa dell’organismo.

A volte condizioni del genere si verificano sulle piste di pattinaggio sul ghiaccio, il neofita inizia a fare i primi passi, perde l’equilibrio e cade con le natiche a terra. Nella maggior parte dei casi, si inizia ad avvertire dolore immediatamente e si ha difficoltà a respirare. Dopo qualche minuto di riposo, la difficoltà a respirare è sparita e rimane solo un po’ di dolore in sede.

A volte, a causa di queste cadute su superfici dure, come quella del ghiaccio, si sviluppano importanti lividi che possono essere riassorbiti più velocemente con qualche applicazione di tecarterapia, ultrasuoni e/o laser ad alta potenza.

Dolore dietro la schiena: altezza polmoni

Può capitare di avvertire dolore ai polmoni dietro e bruciore schiena polmoni. Questa condizione deve essere esaminata con cura, perché potrebbe nascondere qualche causa ben più grave di un problema muscolo scheletrico. La prima cosa da fare è andare dal proprio medico di base affinché possa scongiurare l’interessamento di altri distretti, come i polmoni stessi e, non appena il medico ritiene che la patologia sia di carattere muscolo scheletrico ci si rivolge ad un fisioterapista.

I polmoni si estendono su gran parte del tratto dorsale. Spesso quando ci si riferisce ad “altezza polmoni” si intende l’apice dei polmoni, che si trova, più o meno, a livello clavicolare. Per quanto riguarda il sistema muscolare, in quella regione, possono essere implicati il muscolo succlavio, i muscoli del collo, come i muscoli scaleni e lo sternocleidomastoideo, oppure muscoli del cingolo scapolare, come il trapezio (in particolare i fasci superiori). Esistono dei test specifici per capire quale sia il muscolo interessato, ad esempio per quanto riguarda i muscoli trapezi, uno degli esami differenziali più semplici è quello di far alzare le spalle al paziente contro la resistenza del fisioterapista.

Nel caso in cui tale sforzo dovesse evocare dolore, si tratterà dei fasci superiori del trapezio. In alternativa il dolore in prossimità di quel muscolo potrebbe avere origine in un'altra struttura, come la cervicale oppure la spalla.

Non sempre il dolore indica la sede infiammata o lesionata. Molti anni fa un medico ha eseguito uno studio per capire quali fossero i punti in cui si irradiava il dolore dei dischi intervertebrali del tratto cervicale. Senza sottoporre i pazienti ad anestesia (gli servivano svegli affinché potessero dargli indicazione sul dolore!) stimolò i dischi intervertebrali con un ago e vide che irradiavano dolore al centro delle scapole! Quindi ogni volta che soffri di dolore in messo alle scapole, o nel loro margine mediale (quello più vicino alle vertebre) chiediti se sei stato troppe ore con il collo flesso per lavorare al pc o per vedere il cellulare, perché se non sei stato in palestra qualche ora prima, è difficile che i muscoli romboidi possano evocare dolore.

polmonite e dolore alla schiena

Dolori alla schiena connessi alla respirazione: la polmonite

Una delle keyword più cercate su google è “polmonite sintomi dolore schiena”. Una delle patologie degli organi interni che producono dolore alla schiena è, infatti, proprio la polmonite.

Come suggerisce il nome, la polmonite è un’infiammazione dei polmoni, può riguardare un polmone solo oppure essere bilaterale. Questa patologia colpisce in particolare persone con età superiore ai sessanta anni o età inferiore ai 2 anni, oppure persone debilitate. Può essere causata da agenti patogeni quali virus, batteri e funghi, ma anche dall’inalazione di particolari agenti chimici o da liquidi/frammenti di cibo.

La sintomatologia non è uguale per ogni caso, ma ha diverse sfumature, a seconda di vari fattori che riguardano sia il paziente (anziano, pediatrico, maschio, femmina, patologie associate ecc.), sia l’eziologia del problema (cioè la causa). Orientativamente, le persone affette da polmonite, oltre ad avere dolore toracico associato a respiro o tosse, riportano anche alcuni, o tutti, dei seguenti sintomi:

  • Febbre;
  • Affanno e in alcuni casi vera e propria dispnea dopo normali attività di vita quotidiana;
  • Brividi;
  • Tosse ripetuta con tendenza al peggioramento;
  • Grave peggioramento a seguito di un semplice raffreddore.

Il dolore alla schiena in caso di polmonite è, molto spesso, dovuto all’eccessivo sovraccarico dei muscoli inspiratori ed espiratori che vengono reclutati in continuazione a causa della tosse. Quasi sempre il dolore viene avvertito nella fase finale della tosse, quella espiratoria.

La diagnosi della polmonite deve essere effettuata da un medico ed è costituita da una serie di esami molto accurati, che hanno lo scopo di individuare l’infiammazione polmonare e, in particolare, la causa che l’ha prodotta.

Anche in questo caso la fisioterapia può svolgere un ruolo determinante nel trattamento dei sintomi. Esistono particolari tecniche di fisioterapia respiratoria che sono fondamentali per accelerare i tempi di recupero del paziente.

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