Cosa significa propriocezione?
La propriocezione è una parola che deriva dalla parola latina “proprius” che significa appartenere a sé stesso. È un concetto introdotto dallo studioso Sherrington, di cui si parla molto in riabilitazione ed è definito come la capacità di percepire e riconoscere il proprio corpo nello spazio. Per essere più chiari ti faremo qualche esempio: è grazie alla propriocezione se riesci a mettere il piede precisamente nello scalino successivo mentre sali le scale, oppure se riesci a centrare il bersaglio mentre lanci una palla o se riesci a stare in equilibrio su un piede solo in un piano instabile.
In poche parole, per ottenere questo controllo motorio siamo dotati di tutta una serie di recettori (presenti nella cute, nelle articolazioni, nei legamenti…) che inviano informazioni al cervello il quale ha il compito di elaborarle e poi di trasmettere il conseguente messaggio di contrazione e rilascio ai rispettivi gruppi muscolari, così da ottenere il movimento fisiologico più ergonomico possibile ed utile allo scopo che vogliamo ottenere. Ovviamente il maccanismo è più complesso, ma abbiamo preferito accennartelo per renderti più chiaro l’argomento di cui stiamo parlando.
Durante una condizione dolorosa e / o di invalidità in un arto o in un segmento specifico del nostro corpo, l’aspetto propriocettivo, parallelamente a quello muscolare va diminuendo, e affinché si possa recuperare la corretta funzionalità è necessario riabilitarlo.
Cosa è la riabilitazione propriocettiva?
La riabilitazione propriocettiva include tutte quelle tecniche ed esercizi utilizzati in fisioterapia che hanno lo scopo di recuperare e migliorare la propriocezione del nostro corpo, di un’articolazione o di un arto in particolare.
Per raggiungere questo si utilizzano tecniche manuali di mobilizzazione passiva o assistita, e specifici esercizi attivi, molti dei quali vengono fatti eseguire anche con l’ausilio di strumenti come pedane oscillanti o superifici irregolari. Lo scopo è sempre quello di stimolare i recettori periferici, al fine di correggere e migliorare il movimento fisiologico ad una performance sempre più ergonomica per il nostro corpo.
La piramide di Panjabi
La riabilitazione propriocettiva ha una rilevanza fondamentale nel recupero e nel miglioramento delle performance motorie. Hai mai sentito parlare dello schema di Panjabi riguardo la stabilità delle articolazioni? La piramide di Pajabi è uno schema creato dallo studioso Panjabi nel 1992 secondo cui la stabilità di un’articolazione è garantita da tre elementi:
- Anatomici: forma, solidità, dimensione dei margini ossei, articolari, capsulari, legamentosi ecc…
- Muscolari: forza e attivazione dei muscoli stabilizzatori nel corso del movimento;
- Propriocettivi: capacità di saper coordinare quell’articolazione o quel complesso di articolazioni come nel caso di un intero arto, al fine di raggiungere l’obbiettivo stabilito.
Con questo studio dunque si comprende come la riabilitazione propriocettiva debba essere effettuata parallelamente al recupero motorio della forza, alla terapia fisica o alla terapia manuale.
Quali sono gli strumenti più utilizzati nella riabilitazione propriocettiva?
Gli strumenti utilizzati in questo tipo di riabilitazione sono moltissimi, e di seguito ti elencheremo quelli più noti:
- Il pavimento: si hai capito bene, il suolo. Non è necessario effettuare tuffi carpiati per parlare di propriocezione, basta tenere bene a mente quale sia l’obbiettivo. Se occorre recuperare o migliorare la prestazione di un atleta che pratica la sua attività su un piano regolare, farlo lavorare un piano stabile potrebbe non essere la priorità. In questi casi si cerca di migliorare e recuperare il più possibile lo schema motorio con esercizi a corpo libero, che possono essere amplificati con l’utilizzo di pesi, mentre il soggetto poggia i suoi piedi, ginocchia, corpo sul pavimento.
- Tavoletta di Freeman: è uno strumento che porta il nome dello studioso che l’ha creata circa 50 anni fa. È uno degli ausili più utilizzati nei centri di fisioterapia e nelle palestre, per la riabilitazione, la prevenzione e il miglioramento delle prestazioni motorie dell’arto inferiore e non solo. Consiste di un piano di forma rettangolare o rotonda che poggia su una base che può avere una forma semisferica oppure rettangolare. Nel caso della base di forma semisferica la tavoletta oscillerà in tutte le angolazioni dello spazio, mentre nel caso della base rettangolare la tavoletta oscillerà solo in due direzioni. Gli esercizi sulla tavoletta di Freeman possono avere l’obbiettivo di far restare stabile il piede sulla tavoletta mentre il resto del corpo sta in posizione statica oppure effettua dei movimenti. Normalmente l’appoggio è monopodalico (su di un piede solo). La tavoletta di Freeman è utilizzata quasi sempre nella riabilitazione propriocettiva di cui prende anche il nome, a volte è chiamata anche tavoletta propriocettiva. Nella riabilitazione dopo una distorsione di caviglia questo strumento è praticamente indispensabile per contribuire al recupero motorio dell’articolazione.
- Sistemi propriocettivi di ultima generazione: negli ultimi anni la tecnologia ha fatto salti da gigante e sono stati creati molti device che registrano i movimenti che il paziente effettua su una tavoletta propriocettiva e vengono riportati in tempo reale su un pc. In questo modo il paziente guardando lo schermo ha modo di poter avere un feedback riguardo il movimento del suo piede sulla tavoletta. Questi sistemi permettono anche di registrare l’intera seduta, ed eventualmente metterla in confronto con le sedute successive, così da avere una stima di come stia evolvendo il progresso terapeutico.
- Pedana propriocettiva: normalmente si tratta di un cuscino di gomma rigida, a base circolare, ripieno di aria o di acqua. In questo modo, quando ci si poggia si ha un piano instabile sul quale il piede, la caviglia, il ginocchio, l’anca e tutto il resto del corpo devono adattarsi. Spesso le pedane propriocettive sono utilizzate per recuperare e migliorare le prestazioni dell’arto superiore utilizzandole come base per le mani. In caso di esercizi in appoggio bipodalico, con tutti e due i piedi, si preferisce utilizzare due tavolette propriocettive.
- Bosu: è una mezza sfera, la parte piana poggia a terra e mentre la parte sferica è utilizzata come piano su cui far poggiare piedi, ginocchia, mani e gomiti per gli esercizi. In alcuni casi si esegue il contrario, utilizzando la superficie piana come base degli esercizi e quella irregolare come superficie a contatto con il suolo. Come vedi è un ausilio simile alla pedana propriocettiva ma a differenza di questa ha una superficie perfettamente piana.
- Fit Ball: le avrai sicuramente notate in palestra o in un centro di fisioterapia, sono quelle grosse palle di gomma gonfiate ad aria con i quali si effettuano degli esercizi di vario tipo.