Il ginocchio in anatomia è considerata un'unica struttura ma i margini ossei che lo formano si organizzano tra loro in due articolazioni funzionali:
- femoro-tibiale
- femoro-rotulea
Questa articolazione è stabilizzata da un'importante rete di legamenti:
- legamento collaterale laterale
- legamento collaterale mediale
- legamento crociaro anteriore
- legamento crociato posteriore
- legamenti alari
- legamento rotuleo.
I menischi
I menischi sono due e poggiano sul piatto tibiale. Sono costituiti da tessuto connettivo fibroso e hanno il compito di ammortizzare il carico tra tibia e femore.
Le patologie del ginocchio sono molte, e il dolore al ginocchio che generano sono altrettanto diversi, per questo abbiamo scelto di scrivere solo le più frequenti e di seguito le dividiamo in due gruppi:
- patologie degenerative;
- patologie traumatiche.
PATOLOGIE DEGENERATIVE
Sono patologie che si sviluppano, senza un trauma particolare, ma a causa di disfunzioni di movimento che magari non sono state mai trattate e portate avanti nel tempo, oppure da sindromi overuse (sovraccarico funzionale). Proprio per questo motivo l'insorgenza non è quasi mai acuta e improvvisa ma lenta e progressiva.
Tra le patologie degenerative che più spesso ci troviamo a trattare ci sono:
- meniscopatia: è una degenerazione dei menischi. Molto frequentemente è unilaterale, cioè riguarda unicamente o in forma prevalente uno dei due menischi. In tal caso il dolore è in corrispondenza dell'area interessata, per una meniscopatia al menisco interno i pazienti riferiscono dolore al margine anteriore mediale (interno) del ginocchio. In questi casi il dolore si accentua nei movimenti di flessione e rotazione e il paziente può avere difficoltà nei movimenti di carico come salire le scale.
- gonartrosi: si tratta di artrosi al ginocchio. L'artrosi è una patologia degenerativa della cartilagine ad eziologia. Si ritiene che una disfunzione di movimento articolare (cioè quando l'articolazione non si muove bene) possa essere uno dei principali fattori di rischio. A seguito della diminuzione del tessuto cartilagineo le ossa entrano in contatto diretto. Il corpo, allo sfregamento delle due superfici ossee, reagisce con la produzione di piccole formazioni di tessuto osseo in eccesso chiamate "osteofiti". A lungo andare gli osteofiti bloccheranno meccanicamente il movimento articolare, per questo nei casi di artrosi avanzata la soluzione più efficacie è la sostituzione del tessuto osseo degenerato protesi.
I sintomi sono:
- dolore: questo sintomo si verifica soprattutto al mattino, e all'inizio del movimento. I pazienti ci dicono infatti di avvertire dolore quando si alzano dal letto oppure quando devono alzarsi dalla sedia dopo aver mangiato. Lo stato avanzato della malattia è caratterizzato oltre che da una importante diminuzione funzionale anche dalla comparsa di dolore durante la notte, può propagarsi e diventare dolore alle gambe;
- gonfiore: in particolare in sede anteriore perirotulea (vicino alla rotula);
- rossore e calore locale.
Come si diagnostica la gonartrosi?
L'esame clinico dell'ortopedico è sempre correlato alla visione dei Raggi X che permettono di vedere la condizione dello stato osseo dell'articolazione.
- sindrome di Hoffa o Hoffite: è una condizione infiammatoria del corpo di Hoffa, che è un cuscinetto di tessuto adiposo (grasso) presente sotto la rotula con la funzione di migliorare lo scorrimento della rotula durante i movimenti di flessione e estensione del ginocchio. L'Hoffite è conseguente a una serie di microtraumi che determinano una compressione del corpo di Hoffa tra rotula e condili femorali.
- tendinite del tendine rotuleo: è una condizione infiammatoria di questo tendine caratterizzata da dolore locale a livello della parte inferiore della rotula che aumenta a seguito dello sforzo.
- infiammazione della zampa d'oca: è l'infiammazione dei tendini gracile, semitendinoso e sartorio che si inseriscono nel margine antero mediale della tibia. Dei sovraccarichi in flessione e in rotazione interna sono i principali fattori di rischio. Talvolta questo disturbo può comprendere anche la presenza di borsite e quindi si verifica anche gonfiore della parte interessata.
- cisti di Baker: è una raccolta piena di liquido che si forma dietro il ginocchio per questo è chiamata anche "cisti poplitea". A volte è asintomatica mentre in altri casi presenta rigidità articolare, dolore dietro al ginocchio e gonfiore.
PATOLOGIE TRAUMATICHE
- Lesione legamenti crociati (anteriore e posteriore): dei due il più soggetto a lesione è quello anteriore, a seguito di un’improvvisa ed eccessiva valgo - flessione - rotazione esterna con il piede fisso al suolo. È un trauma molto frequente negli sport come lo sci o il calcio. A volte la lesione del legamento anteriore avviene in concomitanza con il legamento collaterale mediale e con il menisco interno. Essendo deputati alla stabilità dello scivolamento anterio - posteriore del ginocchio, quando i legamenti crociati si lesionano è positivo il test clinico del cassetto, in cui il piatto tibiale scorre sui condili femorali come un cassetto sulla cassettiera.
- Lesione menisco: le lesioni meniscale avvengono a seguito di traumi del ginocchio in torsione con il piede fermo a terra.
- Lesione tendine rotuleo: la maggior parte delle volte è generata da una forte contrazione del muscolo quadricipite contro una struttura fissa oppure da un brusco eccessivo carico del ginocchio.
- Lesione legamenti collaterali: avvengono per traumi in varismo (leg. Col. Laterale) o in valgismo (leg. Col. Mediale), capita che la lesione di questi legamenti avvenga in associazione con quella di menischi e legamenti crociati.
Le tecniche di riabilitazione del ginocchio sono molteplici, specifiche per ogni patologia e adeguate per ogni paziente. Per essere più chiari le suddividiamo in tre grandi schemi: tecniche manuali, terapie fisiche e esercizi riabilitativi.
TERAPIE MANUALI
- Il massaggio: è la prima forma di terapia manuale, valida per ogni articolazione, per mezzo del quale si migliora la mobilità dei tessuti, si allentano le tensioni fasciali e si crea uno stimolo antalgico.
- mobilizzazioni in AP: sono mobilizzazioni molto efficaci in particolari deficit di movimento in flessione. Il fisioterapista, ponendo il paziente supino sul lettino con il ginocchio piegato ad angolo retto e piede poggiato sul lettino, esegue delle pressioni sulla tibia al fine stimolare il movimento di traslazione della tibia sul femore in modo da aumentare la flessione del ginocchio. È una tecnica senza dolore che permette di raggiungere buoni risultati in pochi minuti e che è accompagnata da l'esecuzione di posture ed esercizi specifici. I fisioterapisti specializzati in scuole di Terapia Manuale la sanno applicare.
- mobilizzazione passiva: la mobilizzazione passiva è la principale tecnica utilizzata nella prima fase post operatoria. Il movimento dell'articolazione è eseguito totalmente dal fisioterapista. Nella fase successiva si effettua mobilizzazione passiva assistita e quando il paziente è pronto inizierà con la mobilizzazione attiva entro un range di movimento ben definito.
- allungamento muscolare passivo: sono posizioni che permettono l'allungamento dei fasci articolari eseguite dal fisioterapiasta sul paziente.
- mobilizzazioni della rotula: sono molto importanti per recuperare alcuni deficit di estensione e in alcune condizioni di patologia femoro-rotulea.
TERAPIE FISICHE
Le terapie fisiche più usate per il ginocchio sono:
- laser ad alta potenza: uno dei laser ad alta potenza più conosciuti è il laser HILT. È un laser capace di portare un importante stimolo biologico in profondità. Poiché emette un fascio di luce con un diametro di 0.5 cm, è utilizzato in tutte quelle condizioni in cui si deve trattare una piccola area specifica.
- tecarterapia : è un mezzo fisico che utilizza le radiofrequenze ed è utilizzato per trattate sia l’articolazione che i gruppi muscolari che ne fanno parte.
- interix : è un neuro stimolatore utilizzato per ridurre il dolore locale.
- ipertermia: è un dispositivo che utilizza radiofrequenza ad alta energia. si applica per trattare punti specifici in profondità.
- ultrasuoni: utilizzano le onde sonore e sono usati nelle condizioni infiammatorie e dolorose dell’articolazione dei tendini e dei muscoli.
ESERCIZI ATTIVI
Gli esercizi attivi sono a corpo libero oppure contro resistenze specifiche. Si dividono in esercizi di:
- rinforzo: comprende tutti quegli esercizi che hanno il fine di migliorare la forza e aumentare la massa muscolare. Fanno parte di questo gruppo gli esercizi isometrici per il quadricipite che si fanno eseguire ad esempio nei cicli di terapia dopo l’intervento di protesi al ginocchio o all’anca.
- Allungamenti miofasciali: molto utilizzati in ambito sportivo per migliorare la performance e la condizione del tessuto muscolare. In ambito riabilitativo si utilizzano per il recupero di numerose patologie del ginocchio come la riabilitazione dopo l’intervento di riparazione al crociato anteriore.
- Neurodinamica: sono dei movimenti specifici con il fine di mobilizzare il sistema nervoso periferico dell’arto inferiore.
- Propriocettività ed equilibrio: esercizi eseguiti sia a corpo libero sia su appositi strumenti come la tavoletta oscillante. Hanno lo scopo di migliorare la funzionalità del ginocchio e di tutto l’arto inferiore.