Il polso è l’articolazione che unisce avambraccio e mano. Nella maggior parte dei casi ci riferiamo al punto di connessione tra l’estremità distale del radio (osso dell’avambraccio) e prossimale delle ossa del carpo (le 4 piccole ossa della mano più vicine al polso).
Trattandosi di un’articolazione molto mobile, e poco protetta da capsule e legamenti e priva di moscoli che la stabilizzano, il polso è soggetto più di altre articolazioni ad essere colpito da eventi distorsivi e fratturativi. Questo spiega anche perché il polso è una delle principali articolazioni trattate nei centri di fisioterapia. In questo articolo parleremo di una delle fratture più frequenti del polso: la frattura di Colles.
Partendo dall’anatomia dell’articolazione, approfondiremo le caratteristiche di questa lesione ossea e del suo recupero. Buona lettura
In anatomia, quando parliamo di polso, ci riferiamo a due articolazioni che collegano avambraccio e mano e consentono i movimenti di flesso-estensione della mano sull’ avambraccio:
L’ articolazione radio-carpica è un’articolazione sinoviale, ellissoidale cioè composta da due superfici una cava e una convessa che interagiscono tra loro. Più precisamente la parte prossimale del radio e le ossa del carpo dal lato distale (scafoide, piramidale, semilunare). L’ulna non fa parte dell’articolazione del polso perché fra la sua parte distale e le ossa del carpo si trova il disco articolare.
La capsula articolare radiocarpica è lassa ma viene rinforzata da numerosi legamenti:
L’ articolazione mediocarpica, invece, avviene tra le file distale e prossimale delle ossa del carpo e ha una cavità articolare a forma di “S”. Le ossa della fila prossimale godono di una certa motilità l’una dall’ altra, invece le ossa della fila distale sono tenuta tra loro e con le ossa del matacarpo tramite robusti legamenti:
La maggior parte delle condizioni patologiche del polso possono essere ricondotte a eventi traumatici e accidentali: quando si cade la prima cosa che si fa per proteggersi e cercare di attutire il colpo è mettere le mani avanti, l’impatto della mano sul suolo dopo cadute provoca, nella maggior parte dei casi, delle fratture al polso.
Come hai già letto nell’introduzione la frattura di Colles è una delle fratture più frequenti. Si tratta di una lesione ossea che interessa la metafisi distale del radio a seguito di una caduta accidentale sul palmo della mano atteggiata a difesa, in estensione.
La rima di frattura è trasversale e nella maggior parte dei casi il polso appare deformato dorsalmente. Per questo motivo si parla della cosiddetta deformità a “dorso di forchetta” che subisce la mano, dovuta alla dislocazione in senso dorsale che subisce il frammento di frattura del radio.
Le fratture del polso sono frequenti soprattutto tra gli anziani e in particolar modo tra le donne a causa delle loro ossa fragili. Tra i giovani in genere queste fratture avvengono principalmente per incidenti stradali, attività sportive o cadute da grandi altezze.
I sintomi al polso, nelle ore successive al trauma sono:
Durante il periodo riabilitativo, salvo rare eccezioni, edema ed ematoma saranno diminuiti, rimarranno solo dolore e la limitazione funzionale soprattutto nei gradi estremi di movimento che andranno migliorando nel corso delle terapie.
In base all’ entità della lesione, alcune fratture di Colles saranno trattate chirurgicamente con fili di Kirschner o placche e fissazioni esterne per garantire la stabilità dei capi articolari. Questo tipo di trattamento avviene per le fratture scomposte, instabili o irriducibili. Se infatti la frattura si consolida male, si potrà avere una deformità estetica e soprattutto un deficit funzionale sia del polso che della mano.
Dopo l’intervento chirurgico, sarà opportuno intraprendere dei cicli di fisioterapia per riprendere al meglio la funzionalità del polso. Nel caso, invece, di fratture composte e stabili si può ricorrere all’ utilizzo dell’immobilizzazione dell’articolazione tramite il gesso.
Anche dopo la rimozione del gesso si dovrà iniziare un ciclo di riabilitazione.
Nel trattamento delle fratture di Colles vengono effettuate e integrate tra loro le seguenti terapie, allo scopo di creare un progetto terapeutico sinergico:
Dopo 6-8 settimane dall’ intervento chirurgico, la frattura sarà sicuramente saldata. Continuare con esercizi di mobilizzazione attiva assistita per massimizzare la mobilità del polso. Nella fase tardiva, dopo 8-12 settimane dall’ intervento si possono cominciare esercizi di rinforzo muscolare, mentre si continua con la mobilizzazione attiva dell’articolazione. Il recupero della mobilità e il rinforzo muscolare delle dita è il più importante obiettivo della riabilitazione e può essere ottenuto con esercizi che utilizzino l’ausilio della plastilina.
L’ immobilizzazione dell’articolazione dura dai 30-40 giorni circa. Nel periodo in cui il polso è immobilizzato, è opportuno mobilizzare spalla e gomito omolaterale.
Questo è importante per prevenire la rigidità delle articolazioni e mobilizzare con movimenti lenti e cauti, le dita della mano per evitare problemi di funzionalità e accelerare i tempi di recupero. Dopo la rimozione del gesso si procede con la fisioterapia.
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