Data pubblicazione: 16/05/2018
Ultimo aggiornamento: 17/11/2019
Si definisce una frattura costole una rottura di un osso costale . Ciò di solito provoca dolore al torace che peggiora con l'inspirazione. Possono verificarsi ecchimosi nel sito dell'interruzione.
Le fratture delle costole si verificano di solito a seguito di colpi diretti al torace, ad esempio durante una collisione di un autoveicolo o da una lesione da schiacciamento . Una frattura composta non presenta una dislocazione di frammenti ossei.
Le coste o costole rientrano nella categoria delle ossa “piatte”.
Quante costole abbiamo?
in totale 24, sono 12 paia di ossa simmetriche che insieme allo sterno e alla colonna vertebrale formano la gabbia toracica.
Posteriormente si articolano con le vertebre mentre anteriormente i primi sette segmenti costali si articolano direttamente con lo sterno, l’ottava, la nona e la decima costa si articolano tra di loro e con la settima costa, e le ultime due (undicesima e dodicesima) sono dette “false” o “fluttuanti” poiché non si articolano con lo sterno.
La forma allungata e sottile consente alle coste un’ottima mobilità, elemento fondamentale per la respirazione e per il movimento del tronco, ma allo stesso tempo non le rende resistenti agli urti per questo le coste hanno un alto rischio di lesioni, soprattutto in soggetti anziani con osteoporosi.
Il rischio delle fratture scomposte alle costole è quello di danneggiare gli organi interni, come: polmoni (causando lo pneumotorace),milza, fegato e più raramente il cuore e i grossi vasi.
Le lesioni costali, in forma leggera infrazioni costali, per lo più fratture composte o “crinature”, sono provocate da un trauma diretto quale una caduta, un forte scontro o un incidente automobilistico. Negli sport da contatto come le arti marziali, il pugilato, il rugby o il football americano, la frattura costale è una delle lesioni ossee composte più diffuse.
I sintomi generali sono quelli che si hanno in ogni frattura:
Si possono riscontrare altre condizioni cliniche in relazione:
Ogni frattura costale, per essere diagnosticata necessita della conferma dell’esame radiografico e talvolta, soprattutto nel caso di microfratture, anche di un Risonanza Magnetica.
In questo articolo vi parlerò di un caso di frattura composta della settima, ottava e nona costa.
Ti racconto il percorso fisioterapico di Giorgio, un giovane avvocato di 30 anni che è nostro paziente da anni. Giorgio lo scorso inverno ha subito una brutta caduta mentre sciava, riportando una frattura composta della settima, dell’ottava e della nona costa del lato destro.
In questi casi si effettua una fasciatura che non limiti la respirazione ma contenga il movimento del tronco e si consiglia il paziente di stare a riposo per almeno due settimane.
Infatti, come per ogni frattura l’elemento chiave per velocizzare la calcificazione è l’immobilità. Per dare un aiuto al normale processo di guarigione, si può usare la magnetoterapia e in alcuni casi la Pompa Diamagnetica CTU.
frattura costole tempi di guarigione
Ci vogliono circa sei settimane perché le costole fratturate guariscano da sole. Durante questo periodo, dovresti evitare attività che potrebbero danneggiare ulteriormente le costole stesse, quindi sport e sollevamento di carichi pesanti sono da escludere in modo assoluto.
In questo periodo dovresti comunque essere in grado di camminare e svolgere le normali attività quotidiane.
La magnetoterapia è un macchinario che genera un campo magnetico a bassa intensità.
L’utilizzo di questo campo magnetico in medicina è utilizzato in numerose patologie fra le quali: l’artrosi, l’osteoporosi e il recupero delle lesioni osse.
Nel caso delle fratture, la letteratura scientifica conferma che l’applicazione di magnetoterapia aiuta a velocizzare il processo di calcificazione ossea.
Giorgio, appena è rientrato a Roma si è rivolto al nostro centro di Fisioterapia Italia. Gli abbiamo dato subito la magnetoterapia, e gli abbiamo spiegato che in caso di frattura è preferibile utilizzare questo mezzo fisico tutti i giorni per almeno cinque ore al giorno nei venti giorni in cui doveva stare a riposo a casa.
Dopo il periodo di riposo, Giorgio ha effettuato un esame radiografico di controllo e ha ricevuto la conferma dall’ortopedico che le fratture composte si erano calcificate. Il paziente non accusava alcun tipo di fastidio alla pressione nella sede della frattura, ma avvertiva un fastidio generalizzato alla colonna, in particolare nel tratto dorso-lombare. Questo tipo di sensazione è normale dopo aver subito una frattura di questo tipo.
Nei nostri centri di Fisioterapia Italia i fisioterapisti integrano le migliori tecniche di terapia manuale e osteopatica con mezzi fisici ad alta tecnologia, al fine di offrire al paziente i migliori benefici derivanti dai due approcci.
Nel caso di Giorgio, abbiamo usufruito:
– Massoterapia e tecarterapia, in prossimità della sede di frattura per mobilizzare i tessuti;
-laser HILT : un laser ad alta potenza;
– Mobilizzazioni manuali sia della colonna che della gabbia toracica;
– Posture ed esercizi fisici attivi che Giorgio ha effettuato sia a studio che a casa.
Sono bastate poche sedute di fisioterapia per recuperare il completo movimento della gabbia toracica e di tutto il tronco, e far star bene il nostro paziente.
Abbiamo consigliato inoltre a Giorgio di usufruire del servizio di noleggio magnetoterapia domiciliare per continuare la riabilitazione in casa.
Appena è tornato in ottime condizioni di salute, per mantenere una buona forma fisica, anche Giorgio ha scelto di iniziare dei cicli mensili di fisioterapia preventiva presso il nostro centro di Fisioterapia Italia.
Fisioterapista Andrea Pettirossi
Dott.re in Fisioterapia
Ho studiato fisioterapia c/o l’università degli studi di Roma Tor Vergata laureandomi con lode nel 1997.
Da allora ho frequentato le più importanti scuole di:
Inoltre sono Coach e Formatore.
Mi sono certificato come trainer di Programmazione Neurolinguistica (PNL) direttamente col dott. Richard Bandler. Insegno PNL c/o l’Extraordinary Coaching School.
Sono docente del Master di II livello in “Terapia del dolore” dell’Universita “La Sapienza”.