Data pubblicazione: 29/01/2020
Ultimo aggiornamento: 30/01/2020
La terapia TECAR è una forma di elettroterapia e diatermia a contatto combinata. È una pratica medica che applica energia elettromagnetica ai tessuti biologici. La frequenza elettromagnetica applicata proviene dallo spettro delle radiofrequenze.
A differenza dell'elettroterapia non provoca contrazione muscolare. Lo spettro della lunghezza d'onda terapeutica varia da 300 KHz a 1,2 MHz. Il percorso della corrente ad alta frequenza e il campo elettromagnetico creato sono determinati dalla posizione degli elettrodi e dalla composizione corporea del paziente. Il campo elettromagnetico creato, capacitivo o resistivo, genera calore, consentendo applicazioni terapeutiche mirate e facili da gestire.
La vasodilatazione indotta dal calore aumenta lo scambio di sostanze con conseguente drenaggio dell'area infiammata e un afflusso di cellule riparative. La terapia TECAR ha anche proprietà risolutive attraverso la stimolazione della produzione di endorfine. La terapia TECAR utilizza correnti ad alta frequenza per la biostimolazione dei tessuti con resistività diversa. Gli effetti benefici della terapia TECAR sono principalmente utilizzati nella terapia fisica, nella riabilitazione e nella gestione del dolore: Lividi e distorsioni Riabilitazione post-operatoria Traumi sportivi Disturbi muscolari e tendinei neuropatie Tessuto cicatriziale
La terapia TECAR è una forma di elettroterapia e diatermia a contatto combinata. È una pratica medica che applica energia elettromagnetica ai tessuti biologici. La frequenza elettromagnetica applicata proviene dallo spettro delle radiofrequenze.
A differenza dell'elettroterapia non provoca contrazione muscolare. Lo spettro della lunghezza d'onda terapeutica varia da 300 KHz a 1,2 MHz. Il percorso della corrente ad alta frequenza e il campo elettromagnetico creato sono determinati dalla posizione degli elettrodi e dalla composizione corporea del paziente. Il campo elettromagnetico creato, capacitivo o resistivo, genera calore, consentendo applicazioni terapeutiche mirate e facili da gestire.
La vasodilatazione indotta dal calore aumenta lo scambio di sostanze con conseguente drenaggio dell'area infiammata e un afflusso di cellule riparative. La terapia TECAR ha anche proprietà risolutive attraverso la stimolazione della produzione di endorfine. La terapia TECAR utilizza correnti ad alta frequenza per la biostimolazione dei tessuti con resistività diversa. Gli effetti benefici della terapia TECAR sono principalmente utilizzati nella terapia fisica, nella riabilitazione e nella gestione del dolore: Lividi e distorsioni Riabilitazione post-operatoria Traumi sportivi Disturbi muscolari e tendinei neuropatie Tessuto cicatriziale
La Tecarterapia fa parte come detto delle diatermie, apparecchi che curano attraverso il calore (dal Greco dia = attraverso, termos = calore). Fin dagli anni 90’ periodo di enorme diffusione del modo della fisioterapia di questa tecnologia, ha generato visioni contrastanti sulla sua modalità di utilizzo.
Questo perché come noto alcune patologie infiammatorie e situazioni patologiche come le prime fasi dopo un trauma non giovano, anzi possono peggiorare se si apporta calore nella zona. Inoltre, alcune sostanze infiammatorie, prodotte dal nostro corpo, devono inizialmente rimanere nella zona per stimolare i normali i processi di guarigione del nostro corpo.
La Tecarterapia, più in generale, fa parte dei mezzi fisici che utilizzano gli effetti benefici del calore per il trattamento delle patologie del sistema osteo-articolare. Il calore è da millenni utilizzato come rimedio al dolore, in particolare nelle patologie muscolari e in tutti i casi ci sia la necessità di aumentare l’apporto di sangue in una zona. Esistono diversi tipi di termoterapia, dalla semplice lampada ad infrarossi, alla borsa dell’acqua calda, ma rientrano in questa categoria tutte le applicazioni di energia fisica dall’esterno che genera un'iperemia e un aumento della temperatura nei tessuti trattati.
La Tecarterapia per particolari possibilità di applicazione a differenza di altre tecnologie permette di essere applicata anche nelle patologie acute. Il quadro fin qui disegnato ci fa capire come l’utilizzo della Tecarterapia sia tutt’altro che banale e necessità di una formazione specifica per poter applicare questo mezzo fisico in modo corretto e in modo appropriato per ogni patologia e fase di trattamento. Nelle fasi acute infatti il trattamento viene effettuato nella così detta modalità “atermica”, più comunemente chiamato “trattamento in atermia”. La terminologia è sicuramente inappropriata, infatti è un controsenso parlare di assenza di aumento di temperatura quando si cede energia sotto forma di corrente elettrica come nel caso della Tecarterapia.
Il concetto che è alla base di questa “schematizzazione didattica” è comunque interessante: lo stimolo biologico fornito ai tessuti dalla Tecarterapia non è legato solo agli effetti termici ma anche dagli effetti di natura elettrica ed elettromagnetica, che possono influenzare positivamente i processi biochimici e cellulari. Il trattamento in atermia, utilizzato nelle fasi acute della patologia, prevede quindi un'applicazione caratterizzata da una bassa potenza di emissione che evita gli effetti collaterali che avrebbe la somministrazione di calore in queste fasi terapeutiche.
Le moderne Tecar hanno ulteriormente ottimizzato questa modalità di trattamento attraverso l’emissione pulsata della corrente. Queste prime informazioni fanno già capire al paziente come il trattamento di Tecarterapia non sia poi così scontato, necessità di formazione da parte del fisioterapista che lo esegue e di un apparecchio con le caratteristiche tecniche adeguate.
La Tecarterapia è uno dei trattamenti più prescritti in Italia per le patologie del sistema osteo-articolare ma pochi sanno quali e quante sono state le applicazioni di questa tecnologia nei vari ambiti. Sicuramente la più nota è nel campo della medicina estetica. Infatti, apparecchiature uguali o simili alla Tecarterapia vengono utilizzate con il nome di radiofrequenza all’interno degli studi medici per il trattamento degli inestetismi del viso e del corpo. Gli effetti biologici sul derma e sono noti e tangibili ma come ne caso delle patologie ortopediche la Tecarterapia deve essere utilizzata seguendo delle precise indicazioni e obiettivi terapeutici.
In campo fisioterapico la Tecarterapia ha il suo maggiore utilizzo nelle patologie della colonna vertebrale come l’ernia del disco e nel trattamento delle grandi articolazioni come la spalla e del ginocchio. Dolori alla spalla o dolore al ginocchio possono avere importanti miglioramenti con l’applicazione di Tecarterapia. La Tecarterapia nel mal di schiena è utile in diversi quadri clinici dalla semplice lombalgia al colpo della strega.
La Tecarterapia è un dispositivo elettromedicale utilizzato in fisioterapia per la cura delle principali patologie di natura ortopedica. Tecar è un acronimo che indica le modalità di trattamento più utilizzate dai fisioterapisti durante le sedute, più precisamente Tecar sta ad indicare un trasferimento capacitivo e resistivo. Il trasferimento energetico in modalità capacitivo è effettuato attraverso un elettrodo che, viene a contatto la cute del paziente, ricoperto da un materiale isolante come il teflon, la ceramica o altri elementi o sistemi che utilizzano tecnologie assimilabili al condensatore all’interno del manipolo o dell’elettrodo. Il sistema resistivo invece utilizza un elettrodo senza nessun rivestimento, è infatti facilmente riconoscibile perché sulla superficie è visibile solamente il metallo (acciaio) senza nessun tipo di copertura come nel caso dell’elettrodo capacitivo.
Sia durante l’applicazione del capacitivo che del resistivo la corrente elettrica ad alta frequenza da 250 a 1000 kHz, è necessario che il circuito sia chiuso con una piastra conduttiva di ritorno. Una piastra simile a quella utilizzata nell’utilizzo degli elettro-bisturi, strumenti chirurgici a cui le prime apparecchi di Tecarterapia hanno mutuato gli aspetti tecnologici di erogazione del segnale elettrico. Nel tempo però l’evoluzione della Tecarterapia, in particolare grazie all’importante sviluppo che ha avuto in Italia, ha generato sistemi di creazione del segnale sempre più raffinati e modalità di applicazione alternativi o complementari ai classici sistemi capacitivo e resistivo.
Negli ultimi anni la Tecarterapia ha subito un importante sviluppo delle modalità di applicazione e il primo sistema di utilizzo capacitivo-resistivo è stato superato grazie all’utilizzo di diversi segnali elettrici e accessori per l’applicazione sul paziente che hanno radicalmente cambiato il modo d’uso della Tecarterapia da parte del fisioterapista sul paziente.
Visti questi cambiamenti di natura tecnologia e applicativa è oggi fondamentale ribadire che un trattamento di Tecarterapia standard non esiste. Per questo è necessario che il paziente sia informato su come si svolge un trattamento di Tecarterapia in base alla patologia, al distretto corporeo, al grado di infiammazione, alle caratteristiche morfologiche del paziente, alle sue capacità motorie e aspettative dal trattamento.
Il classico trattamento capacitivo o resistivo è stato affiancato da trattamenti più specifici che permettono al fisioterapista di utilizzare manipoli ed elettrodi e forme d’onda di ultima generazione che permettono di cedere energia in modo più specifico, anche con la possibilità di effettuare trattamenti durante la riabilitazione funzionale, durante l’allenamento terapeutico o contemporaneamente ad una riabilitazione propriocettiva.
Questo nuove modalità di applicazione vanno verso la tendenza scientifica della fisioterapia che che ha individuato nell’esercizio terapeutico come elemento fondamentale di ogni percorso riabilitativo. Molti studi infatti sul esercizio per il mal di schiena dimostrano come il movimento e recupero della qualità del movimento siano la strada maestra per la cura di molte patologie del sistema muscolo-scheletrico. La Fisioterapia moderna sarà sempre di più basata su un integrazione terapeutica tra l’alta tecnologia, la terapia manuale, terapia miofasciale ed esercizio terapeutico.
Questa visione della fisioterapia deve orientare e aiutare i medici prescrittori e di conseguenza i pazienti verso dei percorsi terapeutici mirati e specifici per ogni quadro clinico. Dall’altra parte i fisioterapisti devono avere una visione completa delle possibilità terapeutiche e integrare le varie metodiche creando percorsi terapeutici sempre più efficaci e moderni. L’applicazione della Tecarterapia è quindi diversa per ogni distretto anatomico ma le sue modalità di applicazione variano anche in base ai tessuti che si vogliono stimolare. Ad esempio l’utilizzo della Tecarterapia nella regione del ginocchio sarà diversa quando dovrò trattare una lesione di un menisco o dei crociati rispetto ad una sindrome femoro rotulea che sicuramente necessità di un approccio diverso. Gli approcci terapeutici da parte del fisioterapista e le diverse possibilità di applicazione della Tecarterapia, sono rese possibili dalle ultime innovazioni tecnologiche, ci danno la possibilità di creare percorsi di riabilitazione sempre più specifici ed efficaci per ogni patologia e distretto corporeo.
Uno degli elementi più importanti per un trattamento di Tecarterapia efficace è il corretto utilizzo delle geometrie. Per geometria si intende il posizionamento di piastra ed elettrodo in relazione al distretto corporeo che si troverà all’interno della zona in cui passerà la corrente. La piastra e l’elettrodo nel trattamento di Tecarterapia rappresentano i due poli elettrici che al variare della polarità della corrente diventano uno il polo positivo, è uno il polo negativo e viceversa in una frazione di tempo molto piccola.
Una frequenza di 500kHz molto comune negli apparecchi di Tecarterapia in commercio fa variare la polarità 500.000 volte al secondo. Il flusso di corrente alternata si muove quindi da un polo all’altro attraversando i tessuti interposti tra di essi.
Il fisioterapista con le moderne apparecchiature di Tecarterapia può utilizzare diverse tipologie di manipoli ed elettrodi che possono richiedere o meno l’utilizzo della piastra di ritorno. Nell’applicazione neutro dinamico la piastra è sostituita da un secondo elettrodo con la possibilità di variare il flusso della corrente un modo semplice in ogni momento del trattamento. Il fisioterapista esperto nell’applicazione della Tecarterapia utilizzerà gli accessori e le geometrie più congeniali alla zona di trattamento e al quadro clinico del paziente.
Quindi la Tecarterapia è un trattamento assolutamente legato alle capacità del fisioterapista e alla conoscenza che ha nell’utilizzo di questa tecnologia.
Il mal di schiena o lombalgia è un termine generico con cui si definisce un dolore nella parte bassa della colonna vertebrale, la zona lombare. Il dolore può avere manifestazioni diverse, può essere in un punto circoscritto o essere a fascia e addirittura irradiarsi alla gamba fino al ginocchio. Il dolore alla schiena può essere acuto o sordo, fisso o intermittente, manifestarsi con formicolio, a riposo o durante il movimento.
Questa varietà di sintomi è data dalle molteplici strutture anatomiche che fanno parte di questo distretto corporeo che possono essere causa del dolore. Il fisioterapista deve attraverso un'attenta valutazione capire quale o quali strutture devono essere trattate con l’utilizzo di tecniche di terapia manuale, esercizio terapeutico e mezzi fisici come la Tecarterapia.
Le principali patologie della zona lombare sono:
Se ad esempio l’obbiettivo terapeutico del trattamento di Tecarterapia è una faccetta articolare di una vertebra lombare colpita da artrosi, si può prediligere un elettrodo di grandezza medio/piccola in modalità resistivo per avere un'azione più profonda.
Diverso è invece se dovremo trattare le grandi masse muscolari contratte della zona lombare, si opterà per un elettrodo di grandi dimensioni in modalità capacitiva per avere una cessione dell’energia nelle zone più superficiali. In entrambi i casi si utilizza la piastra di ritorno.
Si utilizzeranno invece accessori diversi con l’utilizzo di elettrodi statici se si vuole abbinare al trattamento di Tecarterapia degli esercizi terapeutici mirati, modalità statica-automatica. È chiaro che la profondità della struttura anatomica da trattare, l’estensione della stessa, il tipo di stimolo biologico che si vuole ottenere e la fase infiammatoria (ad esempio l’infiammazione acuta di un nervo) determinano una scelta specifica di trattamento in termini di tempo di erogazione, frequenza, modalità di applicazione (capacitivo o resistivo), tipo di manipolo ed elettrodo.
La Tecarterapia per il mal di schiena deve sempre essere associata alla terapia manuale e/o all’esercizio terapeutico. Trattare il mal di schiena con la sola Tecarterapia rappresenta sempre un errore di imperizia da parte del fisioterapista o di chi l’ha prescritta.
L’articolazione del ginocchio può manifestare diversi sintomi. Il trattamento di Tecarterapia per il ginocchio è diverso a seconda deIla patologia del paziente. Escludendo patologie gravi (artriti, osteocondrite dissecante) e fratture, un dolore può essere localizzato nella parte anteriore dell’articolazione può essere causato principalmente da:
Un sintomo nella parte laterale o il dolore dietro al ginocchio invece possono essere causati altri tipi di patologie: lesione dei legamenti collaterali Cisti di Baker Come spiegato nei paragrafi precedenti il trattamento di Tecarterapia deve essere specifico e quindi effettuato utilizzando potenze, frequenze e accessori (manipoli ed elettrodi) diverse per ogni caso clinico. La gestione della potenza e della durata del trattamento di Tecarterapia è molto importante per evitare un aumento del dolore.
In caso di artrosi in fase acuta o di una lesione dei legamenti nei primi 10 giorni dal trauma, ad esempio, è necessario utilizzare potenze molto basse che favoriscano la riduzione del gonfiore articolare, evitando un eccessivo aumento della temperatura che favorirebbe un aumento della stasi venosa e un peggioramento dei sintomi. Per i casi acuti il trattamento di Tecarterapia può essere effettuato in modalità pulsata e non continua. Diversi apparecchi di Tecarterapia permettono infatti di utilizzare un sistema di emissione pulsato o super pulsato che riduce l’effetto termico del trattamento senza perdere di efficacia. Diversamente nelle patologie croniche, dove è presente un tessuto fibrotico o serve un apporto di ossigeno e di sostanze nutritive per i tessuti del ginocchio, si prediligono effetti termici più importanti.
Altro aspetto fondamentale è quello di erogare l’energia solamente dove è veramente necessario. Questo è possibile soltanto utilizzando un corretto posizionamento tra l’elettrodo e piastra di ritorno o utilizzare una geometria specifica, nel caso di utilizzino due elettrodi attivi (sistema neutro dinamico). Il fisioterapista posiziona il paziente e di conseguenza gli elettrodi in modo che la zona anatomica da trattare sia interposta tra di essi senza dispersioni. Durante il trattamento di Tecarterapia il ginocchio può rimanere fermo, oppure si possono associare esercizi specifici. Nel caso di Tecarterapia effettuata con l’abbinamento del movimento in piedi o seduto sul lettino si possono utilizzare appositi elettrodi applicati in modo fisso sull’articolazione per facilitare lo svolgimento dell’esercizio.
La cervicale è il tratto della colonna composta da 7 vertebre che sostiene la testa e si congiunge con la parte alta del tronco. Molti pazienti affermano di “avere la cervicale” confondendo il nome di questo distretto anatomico con i sintomi che si possono avvertire nella zona posteriore del collo o in prossimità delle spalle.
Le cause di dolore cervicale possono essere diverse:
La Tecarterapia per i trattamenti del dolore cervicale è molto utile per il trattamento dei muscoli di questa zona in particolare per contratture o infiammazioni da postura scorretta come nel caso di utilizzo eccessivo dello smartphone. È utile però precisare che in tutti i casi di patologie derivanti da postura scorretta o da alterazioni del movimento utilizzare solo la Tecarterapia come trattamento equivale a lavorare sul sintomo e non sulla causa che ha generato il problema.
La Tecarterapia è utilizzata con successo, sempre in abbinamento alla terapia manuale e all’esercizio terapeutico nel trattamento delle patologie derivanti da compressioni del disco vertebrale sulle strutture nervose, come ad esempio la cervicobrachialgia. L’utilizzo della Tecarterapia per la cervicale è estremamente efficace ma è necessario fare delle distinzioni. Per i disturbi della cervicale come l’artrosi è necessario utilizzare la modalità resistiva, con in paziente in posizione supina sul lettino e la piastra di ritorno sotto il tronco. Questa modalità di trattamento che in alternativa può essere sostituita solo con l’utilizzo del neutro dinamico (utilizzo di due elettrodi posizionati ai lati del collo senza l’utilizzo della piastra di ritorno) è necessaria per indirizzare l’energia in modo più preciso e raggiungere le strutture della colonna più profonde.
Nel caso invece il fisioterapista volesse trattare anche la componente muscolare è necessario utilizzare il sistema capacitivo in abbinamento con la massoterapia. In questo caso ci sarà un maggiore utilizzo di crema conduttiva per favorire lo scorrimento delle mani e del manipolo. La crema conduttiva specifica per tutti i trattamenti di Tecarterapia può contenere al suo interno dei principi attivi antinfiammatori ad uso topico, il cui assorbimento può essere favorito dall’utilizzo durante la seduta.
Quando il dolore è causato da una compressione del nervo (con i sintomi che vanno verso il braccio), è possibile invece creare un flusso di energia che dalla zona cervicale vada verso l’arto, posizionando la piastra di ritorno sotto la mano del paziente e con l’elettrodo resistivo sulla cervicale. Più precisamente è necessario posizionare l’elettrodo sul lato opposto rispetto a quello sei sintomi per permette alla corrente di attraversare la zona in cui il nervo è compresso. Per quest’ultimo tipo di trattamento di Tecarterapia per la cervicale il paziente è in posizione seduta con il braccio appoggiato sul lettino. Questa posizione permette di se necessario di effettuare dei movimenti attivi da parte del paziente o effettuare delle mobilitazioni di neurodinamica.
La spalla è sicuramente l’articolazione più complessa del corpo umano. Il trattamento di Tecarterapia per questo distretto è di conseguenza molto articolato e può necessitare dell’utilizzo di diversi accessori in relazione all’obiettivo terapeutico che si vuole raggiungere. Il trattamento di un paziente sportivo che sovraccarica la spalla durante il gesto atletico sarà sicuramente diverso da quello di una persona anziana con delle problematiche artrosiche.
Le patologie più frequenti nella spalla sono quelle a carico della cuffia dei rotatori, in cui la Tecarterapia è spesso utilizzata in abbinamento con il movimento e quandi con l’esercizio terapeutico. Senza lo stimolo biologico fornito dal movimento il recupero di una tendinopatia di uno dei tendini della cuffia dei rotatori il recupero è sicuramente più lento o addirittura il trattamento può risultare inefficace. Vengono applicati degli elettrodi sulla spalla in modo da creare un flusso di corrente che vada a colpite sia i muscoli che i tendini target del trattamento e contemporaneamente si effettuano gli esercizi. In alternativa è possibile utilizzare anche il sistema neutro dinamico.
Il fisioterapista applica il trattamento tramite due elettrodi (senza piastra di ritorno) che impugna uno per mano, creando la giusta geometria, mettendoli a contatto della spalla del paziente e richiedendo al paziente di effettuare dei movimenti specifici. L’ applicazione necessità però di un’ottima manualità da parte del fisioterapista che deve essere attento a non ostacolare l’esecuzione dell’esercizio da parte del paziente e nello stesso tempo di dosare al meglio l’energia di erogazione per non aumentare troppo la temperatura della zona. Questo perché durante un trattamento di Tecarterapia la velocità con cui il fisioterapista muove l’elettrodo è direttamente proporzionale con il gradiente termico. Più il movimento è lento e tende ad essere vicino alla staticità più la temperatura aumenta.
Nelle prime fasi di trattamento con Tecarterapia invece, per una patologia di spalla in fase acuta, in un artrosi di spalla ad esempio, quando il paziente non è in grado di effettuare gli esercizi si predilige effettuare il trattamento con il paziente sdraiato sul lettino in posizione supina con la piastra di ritorno posizionata nella zona scapolare e il manipolo capacitivo o resistivo impugnato dal fisioterapista applicato direttamente sulla spalla. Se ben posizionato con parte del braccio fuori dal lettino, questa tipo di applicazione di Tecarterapia per la spalla permette al fisioterapista anche di mobilizzare passivamente la spalla per il recupero dell’articolarità, anche nel caso che il paziente abbia subito un trauma o un intervento chirurgico alla spalla.
Anche nelle patologie della spalla l’utilizzo dei corretti parametri di impostazione della Tecarterapia è fondamentale per un recupero più veloce e sicuro. Pertanto, è necessario che potenza, la frequenza con cui gli impulsi vengono emessi siano compatibili allo stato della patologia, cedere troppa energia o troppo poca può portare a risultati terapeutici non soddisfacenti o addirittura ad un peggioramento della sintomatologia.
La Tecarterapia è molto utilizzata nel trattamento delle distorsioni della caviglia che sono insieme a quelle del ginocchio le più frequenti in ambito sportivo. Tuttavia, la Tecarterapia è utilizzata anche per il trattamento di patologie come:
Nonostante la Tecarterapia sia oggettivamente la tecnologia più versatile nel panorama degli elettromedicali, è necessario però mettere in risalto quali sono le applicazioni terapeutiche dove si ritrovano delle difficoltà pratiche nell’applicazione. Come abbiamo visto in precedenza il trattamento di Tecarterapia viene effettuato attraverso l’utilizzo di manipoli ed elettrodi di varie dimensioni, è molto spesso si utilizza una piastra di ritorno per chiudere il circuito.
Durante il trattamento l’elettrodo deve mantenere sempre un contatto completo con la cute del paziente. Se questo non avviene si crea una concentrazione di energia, precisamente solo nella zona dell’elettrodo che rimane a contatto del paziente mentre l’altra parte di è sollevata. Questo può determinare un forte e improvviso innalzamento della temperatura, essere percepito come sgradevole e in casi estremi anche provocare delle piccole bruciature. Questi inconvenienti si hanno soprattutto nelle piccole zone di trattamento come le dita dei piedi e della mano. Il rischio è quello che per sicurezza il fisioterapista, anche se ha scelto un elettrodo di piccole dimensioni che si adatta meglio alla zona, abbassi troppo la potenza e renda meno efficace il trattamento. Per questo esistono elettrodi particolari e modalità di emissione, che riducono queste difficoltà applicative ma non tutti gli apparati di Tecarterapia ne sono dotati.
Tornando alla caviglia sicuramente un’articolazione più facile da trattare con la Tecarterapia la posizione più utilizzata è quella con il paziente sdraiato supino sul lettino con la piastra di ritorno sotto al polpaccio e il manipolo capacitivo o resistivo (a seconda della profondità del trattamento) impugnato dal fisioterapista.
Che si tratti di una riabilitazione per una distorsione della caviglia, di un trattamento al il tendine di Achille o di una fascite plantare, è meglio che il piede del paziente sia posto fuori dal lettino. Questo permette al fisioterapista di avere più facilità di manovra per applicare al trattamento di Tecarterapia delle tecniche manuali, richiedere dei movimenti attivi al paziente o utilizzare degli IASTM direttamente collegati all’apparecchio di Tecarterapia. La Tecarterapia nel trattamento delle distorsioni della caviglia sempre con utilizzo di elettrodi adesivi può essere abbinato alla riabilitazione propriocettiva. È importante che la progressione del trattamento sia ben valutata per non sovraccaricare le strutture anatomiche lesionate in modo troppo precoce.
Come spiegato nel paragrafo precedente, la Tecarterapia è meno utilizzata nel trattamento delle piccole aree del corpo. I trattamenti di Tecarterapia della mano e del polso sono però utilizzati maggiormente per le seguenti patologie:
Nel trattamento di Tecarterapia delle articolazioni della mano è sicuramente necessario utilizzare degli elettrodi di piccole dimensioni e basse potenze di energia per evitare un eccessivo aumento della temperatura e garantire un contatto uniforme dell’elettrodo stesso con la cute del paziente. Il posizionamento della piastra di ritorno invece può essere direttamente sul palmo della mano nel caso si devono trattare le strutture del dorso della stessa, oppure, si può decidere di applicare la piastra a livello del braccio, della spalla o della colonna per creare delle geometrie lungo il decorso dei nervi, come nel caso del trattamento di Tecarterapia per il tunnel carpale.
L’abbinamento della Tecarterapia con l’esercizio terapeutico è meno utilizzato nel trattamento della mano e del polso ad eccezione delle mobilizzazioni del nervo. È infatti monto complesso riuscire ad esempio a far eseguire un movimento delle dita della mano o del polso mentre si applica la Tecarterapia. Nel trattamento della mano, in caso ad esempio di trattamento di aderenze cicatriziali, può risultare efficace l’utilizzo di particolari elettrodi metalli (IASTM), con forme e grandezza delle estremità che facilitino il trattamento delle piccole zone. Gli elettrodi IASTM per Tecarterapia sono accessori utilizzati normalmente per il trattamento del sistema fasciale ma si rivelano efficaci ed utili in molti contesti terapeutici.
La tecarterapia è un trattamento efficace se utilizzato con le giuste indicazioni terapeutiche. Alcune particolari patologie che riguardano muscoli e articolazioni non possono e non devono essere trattati con tecarterapia. Artrite reumatoide e in generale molte patologie autoimmuni o a carattere degenerativo del sistema nervoso non devono essere trattate con questa metodica di trattamento. La tecarterapia è più efficace, nelle patologie dove trova la sua indicazione, quando il fisioterapista è in grado di impostare i parametri di trattamento in modo corretto e specifico per ogni paziente. Le capacità cliniche del fisioterapista sono alla base dell’efficacia del trattamento di tecarterapia.
La tecarterapia è un trattamento efficace quando inserito in un programma terapeutico insieme ad altri metodiche e tecniche di riabilitazione. Si può fare tecarterapia sia nelle fasi acute che in quelle croniche di diverse patologie ortopediche (artrosi, mal di schiena, traumi e dolori articolari in genere). La tecarterapia è normalmente utilizzata insieme alla terapia manuale e all’esercizio terapeutico, ma sempre dopo un’attenta valutazione clinica.
La tecarterapia non va effettuata in tutti i casi di controindicazioni assolute al trattamento. Le controindicazioni assolute sono: portatori di pace maker, gravidanza, patologie oncologiche. Le controindicazioni relative (che devono essere valutate caso per caso sono) invece: la presenza di mezzi di sintesi, età pediatrica, patologie dermatologiche, patologie sistemiche.
La tecarterapia è un trattamento elettromedicale utilizzato in fisioterapia per la cura delle patologie ortopediche, che utilizza correnti ad alta frequenza (dai 300 ai 1000 Khz) per cedere energia ai tessuti trattati.
La tecarterapia si applica normalmente attraverso l’utilizzo di un elettrodo attivo (sulla zona di trattamento) e una piastra di ritorno (per chiudere il circuito). L’energia che arriva ai tessuti genera sia direttamente che attraverso la formazione di correnti indotte un aumento della temperatura delle strutture anatomiche superficiali e profonde.
Gli effetti biologici della tecarterapia sono sicuramente quelli legati all’innalzamento della temperatura. Aumento dell’estensibilità del collagene, aumento della perfusione ematica, effetto miorilassante e antidolorifico. Secondo alcune scuole di pensiero gli effetti biochimici della tecarterpia sarebbero anche legati a fenomeni di natura elettrica ed elettromagnetica non collegati direttamente all’aumento di calore nella zona trattata.
Dott.re in Fisioterapia
Fisioterapista, Imprenditore nel settore sanitario e Business Coach.
Dopo la laurea in fisioterapia, ha approfondito le sue conoscenze studiando osteopatia e terapia manuale. Si è specializzato frequentando i corsi di:
Ha frequentato aule con docenti internazionali come: