Data pubblicazione: 15/11/2018
Ultimo aggiornamento: 30/07/2021
In questo articolo tratteremo un disturbo di carattere epidemico nella nostra società, il mal di schiena o algia vertebrale: lombalgia, dorsalgia,cervicalgia.
Di rilevanza e di notevole originalità è il trattamento integrato nel mal di schiena, ovvero mediante:
Alla base di un trattamento integrato il fisioterapista specializzato nelle molteplici metodiche riabilitative, dovrà analizzare la documentazione clinica del paziente ed effettuare una valutazine funzionale che potrà essere mirata sia alle disfunzioni muscolo scheletriche, sia ai paramorfismi e dismorfismi che modificano la postura, per non tralasciare la parte viscerale.
In questo articolo tratteremo un disturbo di carattere epidemico nella nostra società, il mal di schiena o algia vertebrale: lombalgia, dorsalgia,cervicalgia.
Di rilevanza e di notevole originalità è il trattamento integrato nel mal di schiena, ovvero mediante:
Alla base di un trattamento integrato il fisioterapista specializzato nelle molteplici metodiche riabilitative, dovrà analizzare la documentazione clinica del paziente ed effettuare una valutazine funzionale che potrà essere mirata sia alle disfunzioni muscolo scheletriche, sia ai paramorfismi e dismorfismi che modificano la postura, per non tralasciare la parte viscerale.
Non si può a tutt'oggi individuare in un unico agente l'origine della algia vertebrale comune; di frequente sono invocati fattori meccanici che producono usura del disco intervertebrale (discopatia) e più in generale l'azione di processi degenerativi (artrosi, osteoporosi ecc.).
Si possono aggiungere lo stress e le abitudini di vita come ruolo di rilievo e vengono di solito elencati una serie di fattori di rischio di origine esogena ed endogena che concorrono a tale disturbo (sedentarietà, sport, lavori usuranti, aumento ponderale). Da non dimenticare i traumi e gli esiti di importanti interventi chiururgici.
(The Journal of Sport and Anatomy http://www.jsa.press ARTICOLI ORIGINALI | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW Approccio multidisciplinare vs approccio monodisciplinare nel dolore cronico lombare: risultati a confronto E. Marcucci, M.A. Mangiarotti Sport and Anatomy Fascicolo 1-2017, pagine: 23-36 @ Pisa University Press 2017 Pubblicato: 15 dicembre 2017)
Nell'età evolutiva la motricità degli arti, le funzioni statiche si strutturano ed evolvono nella misura in cui si organizza l'asse vertebrale alla conquista della verticalità; spesso il mal di schiena è conseguenza di una verticalità errata, o di un imperfetto adattamento biomeccanico alla verticalizzazione del tronco ed alla stazione eretta.
Nel soggetto adulto, esiste una stretta interazione in termini funzionali e di sforzi, tra asse centrale (colonna vertebrale) e appendici periferiche (arti superiori e inferiori) determinate dall'attività motoria, dal particolare utilizzo degli arti. La colonna vertebrale riceve e distribuisce innumerevoli sollecitazioni e momenti di forza legati all'attività delle catene periferiche (tipico dello sport). Tali sforzi si fanno più intensi quanto più è gravoso l'impegno delle estremità, quanto più è intenso l'impegno delle prestazioni (ad esempio velocità ed ampiezza del movimento), quanto più è maggiore la deviazione della colonna dalla verticale (postura). Ciò significa che ogni sforzo compiuto dalle estremità, mani e piedi,si riflette amplificato sulla colonna vertebrale.
Meccanicamente la maggior concentrazione di sforzi è concentrata nel tratto lombare e lombo-sacrale in quanto incrocio critico per la struttura portante, nella preservazione della verticalità (i carichi discali sono stimati nell'ordine di 100/ 120 kg.). La sintomatologia della lombalgia: il complesso di fattori a rischio può produrre un indebolimento strutturale nelle zone lombare e lombosacrale; allorquando tale indebolimento non riesce a trovare compensi adattivi adeguati, insorge un disturbo conclamato: dolore e limitazione funzionale.
Va sottolineato che anche il tratto cervicale è molto sottoposto a stress meccanici (casco da motociclista, posizione errata in postazioni davanti a terminali, sport inadeguati, lavori domestici, ecc.) e di conseguenza i dolori vertebrali spesso si spostano lungo la colonna, dove più dove meno, e di conseguenza il trattamento riabilitativo dovrà essere il più possibile globale e integrato con diverse metodologie per garantire maggior rendita al risultato finale.
Spesso si parla di riabilitazione in acqua per le algie vertebrali, ma non c'è abbastanza informazione su cosa significa riabilitare un mal di schiena, pertanto molte persone si affidano alla "magia dell'acqua", pensando che è sufficiente nuotare, fare movimento, ginnastiche di gruppo (tipo acqua gym) o andare alle terme: analizziamo bene i vantaggi della riabilitazione in acqua. Le caratteristiche fisiche dell'acqua possono essere ben sfruttate per fare riabilitazione, così una piscina diventa un ottimo ambiente terapeutico anche piacevole. La temperatura dell'acqua: per un adeguato effetto rilassante, la temperatura dell'acqua deve essere almeno di 32/33 gradi, nelle terme può andare anche oltre ma a discapito del tempo di permanenza che inevitabilmente si ridurrà per evitare collassi. Noi lavoriamo individualmente in acqua con il paziente e di conseguenza con la temperatura adeguata riusciamo ad effettuare anche un' ora di trattamento individuale senza eventuali compilicazioni. Il rilassamento e la riduzione dei sintomi metteranno in condizione di effettuare con più facilità manovre di terapia manuale ed osteopatia fuori dall'acqua.
In acqua è possibile avere un approccio globale sul dolore, mentre fuori dall’acqua si può intervenire specificatamente su tutto ciò che può condizionare indirettamente la sintomatologia del paziente. Altre parti del corpo, come la cervicale, il torace, le anche e le caviglie possono avere un forte impatto sulla postura e sull’alterazione della sensibilità dolorifica del paziente, poichè possono condizionare ogni gesto quotidiano. Quindi, un trattamento combinato, acqua e osteopatia, permette un trattamento molto più completo per favorire lo stato di salute del paziente, poichè si interviene sia sul sintomo e sia su ciò che lo provoca.
( Idrokinesiterapia metodo A.S.P. - Approccio Sequenziale e Propedeutico - F.Cavuoto; M.A.Mangiarotti ; Edizioni Martina 2016; paragrafo 8, pag. 162-170)
Dedichiamo qualche riga per sfatare un altro mito. Spesso le persone ci domandano quale sport si dovrebbe praticare per non avere il mal di schiena. Escludendo tutti gli sport che sottopongono a carico eccessivo la colonna vertebrale (ciclismo, corsa, equitazione, pattinaggio ecc.), rimane da considerare il nuoto come eventuale possibilità di movimento con parziale gravità, eppure anche da questa disciplina sportiva si può uscire doloranti. Ribadiamo che l' idrokinesiterapia non è nuoto:
La riduzione dei compensi indotti dalla gravità e l'aiuto ad assumere posture corrette sono sempre obiettivi guidati dal fisioterapista e che possono integrarsi con la rieducazione posturale individuale fatta a secco. Fondamentale è anche la prevenzione del mal di schiena nell'atleta che passa attraverso l'educare a posture corrette nella vita quotidiana, correggere vizi posturali, eliminare fattori scatenanti (terreno di gioco, attrezzature, ecc). In questo contesto l'Idrokinesiterapia sarà utile per favorire la preparazione atletica attraverso mobilizzazioni articolari, allungamenti muscolari, equilibrio muscolare, rspirazione adeguata. A tale fine l'integrazione con la Back School è consigliata, attraverso il miglioramento del controllo del rachide, per stabilizzare e proteggere il rachide durante il gestosportivo ed insegnare tecniche di rilassamento
(The Journal of Sport and Anatomy http://www.jsa.press ARTICOLI ORIGINALI | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW Evidenza scientifica e pratica clinica in idrokinesiterapia: c’è concordanza? Un vaglio della letteratura e un questionario tra gli idrokinesiterapisti italiani V. Colibazzi, A. Coladonato, M A. Mangiarotti, F. Cavuoto, R. Mollica, M. Magaletti, E. Romanini Sport and Anatomy Fascicolo 3/4 - 2015, pagine: 102-107 @ Pisa University Press 2015 Pubblicato: 15 gennaio 2016)
La riabilitazione in acqua per il mal di schiena è sempre consigliata, l'acqua può essere una ottima medicina, è un elemento amato da molti ma spesso prevale la cattiva informazione su quella buona; non va confusa con il nuoto, l'acqua gym, la posturale in acqua (che non è possibile realizzare per motivi di riduzione della gravità), non va effettuata in gruppi dove sia le cause che gli effetti si possono differire da una persona ad un'altra, o in ambienti dove le condizioni climatiche non possono offrire rilassamento psicofisico. Serve un fisioterapista che segue il proprio paziente,che non segua protocolli di lavoro, un professionista che sappia unire le conoscenze della fisica dei corpi in immersione con la conoscenza della biomeccanica della colonna vertebrale sia a secco che nel suo comportamento in acqua e non ultimo, integrare con opportuni trattamenti di terapia manuale o osteopatia, rieducazione posturale ed in possesso di terapie strumenteli di ultima generazione: in poche parole un professionista eclettico che come valuta il problema di conseguenza possa consigliare e trattare in modo adeguato ogni singolo caso di mal di schiena.
Fisioterapista
Il Dott. Cavuoto è specializzato in: