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La riabilitazione per la frattura del femore

Data pubblicazione: 16/05/2018
Ultimo aggiornamento: 02/08/2019

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Il collo del femore

Il collo del femore unisce la testa sferica alla diafisi femorale, sopportando così il carico che si trasmette al terreno.Verso la base del collo si inserisce la capsula articolare, che unisce il femore al bacino mantenendo fissa la testa nell’acetabolo.

La capsula articolare è molto robusta perché deve sopportare i limiti dell’estensione articolare, aiutata da legamenti anteriori e posteriori e contiene la quasi totalità dei vasi che nutrono la testa del femore.

Esiste anche un corto ma robusto legamento che si inserisce sulla testa, il legamento rotondo ma i vasi sanguigni che passano dentro di esso servono a nutrire una piccola parte di esso.

La frattura del collo del femore

Le fratture del femore si vericano molto spesso nell’età anziana e tra le donne, o per evento traumatico nei giovani (soprattutto per incidenti stradali).

Le fratture del collo del femore si dividono in:

  1. intracapsulari – di questo gruppo fanno parte le sottocapitate e le medicervicali
  2. extracapsulari – di questo gruppo fanno parte le basicervicali e le pretocanteriche

Le linee guida internazionali sono d’accordo sul fatto che il miglior trattamento per queste fratture sia l’intervento chirurgicho e la sostituzione protesica.

Trattamento chirurgico

Un tipo di trattamento chirurgico è l’osteosintesi, riduzione della frattura attraverso viti di acciaio o di titanio. Possibili complicanze di questo tipo di intervento sono la necrosi della testa del femore e la pseudoartrosi che sono riconducibili all’interruzione dell’apporto vascolare alla testa del femore in seguito al trauma.

La riabilitazione

Dopo l’intervento di osteosintesi il paziente viene dimesso dopo pochi giorni senza poter poggiare il pede a terra per 50-60 giorni. Questo lungo periodo porta inevitabilmente alla diminuzione del tono muscolare e del tono calcico.

I nostri studi di Fisioterapia Italia prevede sin da subito un programma di eserci di isometria per il muscolo della coscia e i campi magnetici impulsati, la magnetoterapia. In seguito al periodo di scarico si può cominciare la vera e propria riabilitazione, fatta di mobilizzazione per riacquistare il range di movimento coadiuvata da mezzi fisici per ridurre l’infiammazione generata dalla rigidità articolare, tra queste c’è la tecarterapia.

Lo studio medben è per quello che riguarda la fisioterapia a roma il luogo dove la terapia manuale si fonde con la terapia fisica per offrire ai nostri pazienti il massimo ai fini di un pronto e veloce recupero. Vieni a trovarci o richiedi un consulto gratuito.

Autori

Luca Luciani

Dott.re in Fisioterapia

Fisioterapista, Imprenditore nel settore sanitario e Business Coach.

Dopo la laurea in fisioterapia, ha approfondito le sue conoscenze studiando osteopatia e terapia manuale. Si è specializzato frequentando i corsi di:

  • Maitland,
  • Cyriax,
  • Mulligan,
  • McKenzie,
  • Neurodynamic Solutions.

Ha frequentato aule con docenti internazionali come:

  • Jill Cook,
  • Michael Shacklock,
  • Gwen Jull,
  • Paul Hodges della University of Queensland
  • Shirley Sahrmann della Washington University di S. Louis.

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