Data pubblicazione: 03/10/2019
Ultimo aggiornamento: 10/10/2019
Può l’osteopatia fare qualcosa per il neonato? La risposta è sì. Purtroppo molte persone vedono l’osteopata solo come quello che “scrocchia” (A tal proposito potete vedere il video contenuto nella pagina introduttiva sull’Osteopatia e se fosse così mi troverei in accordo con i genitori che non farebbero mai toccare il proprio figlio da tali professionisti. In realtà le tecniche osteopatiche utilizzate sul neonato, sono tutt’altro che cruente ed invasive. Qualcuno potrebbe chiedersi: “ma perché devo far vedere mio figlio dall’osteopata?”. Perché potrebbe trovare e risolvere delle “disfunzioni”, che apparentemente non rilevanti, potrebbero influire sullo sviluppo futuro del bambino, sia a livello fisico che cognitivo (per approfondire il concetto di “disfunzione”, leggere l’articolo precedente sul l’osteopatia.
Può l’osteopatia fare qualcosa per il neonato? La risposta è sì. Purtroppo molte persone vedono l’osteopata solo come quello che “scrocchia” (A tal proposito potete vedere il video contenuto nella pagina introduttiva sull’Osteopatia e se fosse così mi troverei in accordo con i genitori che non farebbero mai toccare il proprio figlio da tali professionisti. In realtà le tecniche osteopatiche utilizzate sul neonato, sono tutt’altro che cruente ed invasive. Qualcuno potrebbe chiedersi: “ma perché devo far vedere mio figlio dall’osteopata?”. Perché potrebbe trovare e risolvere delle “disfunzioni”, che apparentemente non rilevanti, potrebbero influire sullo sviluppo futuro del bambino, sia a livello fisico che cognitivo (per approfondire il concetto di “disfunzione”, leggere l’articolo precedente sul l’osteopatia.
Il bambino per esprimere le proprie necessità, utilizza come canale di comunicazione, principalmente il pianto: ha fame piange, ha sete piange, ha sonno piange e così via. Non è affatto facile capire di che cosa abbia bisogno, così spesso succede che non riesca a dormire e quindi non fa dormire neanche i genitori. La privazione del sonno fa letteralmente impazzire, infatti ancora oggi viene utilizzata come metodo di tortura.
L’Osteopatia individua le cause che portano malessere al vostro bambino e risolvendole lo fa stare meglio, gli permette di riposare e in questo modo riposano anche i genitori. Ma facciamo alcuni esempi: capita che il bambino abbia succhiato per molto tempo dal seno della mamma e si sarebbe portati a pensare, che abbia mangiato a sufficienza; oltre ciò è stato cambiato, coccolato, quindi si pensa che dormirà per qualche ora, invece dopo pochi minuti si risveglia.
Quale potrebbe essere la causa? Uno dei motivi potrebbe essere questo: Il nervo che controlla i movimenti della lingua è il XII nervo cranico, l’Ipoglosso. Esiste un ipoglosso di destra e uno di sinistra, sono loro a gestire i movimenti della lingua e come le briglie servono a far andare dritto il cavallo, questi nervi devono lavorare simmetricamente affinché la lingua si posizioni in modo da creare un sottovuoto perfetto, far si che la poppata risulti efficace e permetta di bere a sufficienza. Se uno dei due nervi risultasse compresso o stirato, la lingua lavorerebbe in modo asimmetrico e per quanto il bambino succhiasse, non riuscirebbe ad ingerire la quantità di latte necessario per sentirsi sazio.
L’Osteopatia gioca un ruolo fondamentale nel risolvere un eventuale problema sulla struttura e così ripristinare la funzione ad essa sottesa (per approfondire il collegamento tra struttura e funzione in osteopatia entra nel link https://www.fisioterapiaitalia.com/terapie/osteopatia/. Ovvero liberando il nervo, si riporta la situazione alla normalità. In questo modo il neonato sazio, non si sveglierà più presto a causa dei morsi della fame e dormirà per qualche ora, con immensa gioia dei genitori.
Sovente ritroviamo dei neonati con torcicollo miogeno: con la testa inclinata e ruotata da una parte. Una delle cause principali di questa problematica sarebbe da ricercarsi nell’impegno del cranio al passaggio nel canale del parto, dove si creerebbe una compressione a livello del foro giugulare (o foro lacero posteriore), Dove passano in nervo accessorio (XI Nervo cranico), il nervo vago (X Nervo cranico), il glossofaringeo ( IX Nervo cranico) e la vena giugulare. Una compressione che interessi una o più delle precedenti strutture, porterebbe problematiche collegate e riferibili alla struttura stessa che viene compressa. Il nervo accessorio, governa il muscolo trapezio e lo sterno-cleido-mastoideo omolaterali, se ne deduce dunque, che una mancanza di scorrimento di quest’ultimo, all’interno del foro giugulare, porterebbe ad un’irritazione del nervo e ad una contrattura dei muscoli che esso governa, provocando il tipico atteggiamento della testa, che ritroviamo nel torcicollo. Con la stessa modalità, se la disfunzione interessasse maggiormente il nervo vago, Il bambino potrebbe avere problemi di reflusso, coliche intestinali, stipsi (stitichezza), crampi, gas nella pancia, una disfunzione a livello immunitario e molti altri. Il nervo Glossofaringeo implicato in una problematica invece, darebbe al bambino difficoltà di deglutizione.
A causa di forze intra uterine ed extra-uterine, il cranio e quindi il cervello sottostante, potrebbe subire pressioni in ogni sua parte, quindi in relazione al luogo dove persiste una forza compressiva, si potrebbe creare una disfunzione relativa alla zona interessata. Compressioni a livello dell’osso occipitale (sede del lobo occipitale cerebrale, che governa il nostro “vedere”), sembra possano portare problematiche di vista, come un interessamento dei nervi che muovono gli occhi, può portare allo strabismo, disturbo che se preso in tempo, nel neonato, può migliorare molto o essere addirittura risolto. Se fossero le ossa temporali ad essere interessate, tutto il sistema auditivo ne risentirebbe, otiti ricorrenti, catarro, ma anche l’equilibrio e la coordinazione.
Prese in tempo poi, certe patologie come l’ipoacusia, possono trovare nell’Osteopatia una valida cura. Se ci fossero problemi respiratori causati da un interessamento del nervo frenico, allo stesso modo si potrebbe intervenire lì dove il nervo è in difficoltà, migliorando problematiche di tipo respiratorio. Vi sarà poi capitato di vedere bambini con la testa a pera, piatta dietro, o deformata a parallelogramma, Questa è una condizione parafisiologica, che può essere definita, raggruppando le varie categorie, plagiocefalia. A volte è il passaggio del bambino nello stretto canale del parto che deforma la testa, altre volte il bambino nasce già con la testa non perfettamente simmetrica, questo perché l’utero riesce a sviluppare parecchi Kg per cm2 ed il bambino potrebbe aver subito la pressione sul cranio già dalla vita intrauterina. Detto questo non ci si deve preoccupare, capita spesso che la natura, facendo il suo corso, risolva questa condizione e che il cranio del bambino torni spontaneamente alla normalità, ma capita anche che una ritrovata forma armonica del cranio, non corrisponda ad una “restitutio ad integrum”, che riguardi anche la funzione.
Una valutazione osteopatica, potrà aiutarci a capire, se il paziente in questione deve essere trattato per risolvere “tensioni” interne alla scatola cranica oppure no e sicuramente velocizzerà o stimolerà il processo di “simmetrizzazione” e armonizzazione cranica. In molti paesi l’osteopata fa una valutazione già dalla sala parto, esso non cura direttamente, “permette al corpo di ritrovare la strada verso la salute”. In questo modo si risolvono problematiche che possono influire sulla salute presente o futura del piccolo.
Molto spesso si parla di tensioni, che portano problemi, ma dove si sviluppano queste tensioni? Esse si esplicano principalmente in un tessuto chiamato “Fascia”, una struttura tridimensionale tensegrile, che divide e connette tutto (Approfondiremo la fascia più avanti). Attraverso essa, una disfunzione in una zona del corpo, può portare sintomi come quello dolorifico, ma non solo, anche lontano dalla disfunzione stessa, oppure essere compensata molto bene inizialmente, per portare poi problemi in futuro. È proprio in queste dinamiche, che secondo il mio parere, vanno ricercate le cause, delle scoliosi idiopatiche giovanili: immaginiamo che in un bambino si sviluppi una tensione Viscerale a livello del Sigma (intestino a sinistra), questa trazionerà verso l’alto l’ala iliaca sinistra, quindi l’arto inferiore sinistro risulterà relativamente più corto del destro, ovviamente si tratta di una eterometria di arto, non di un vero accorciamento (le ossa non sono più corte della contro laterale, l’accorciamento è dato da altri fattori).
Questo creerà una differenza di appoggio tra piede destro e sinistro (se il paziente soffre di piedi piatti, solitamente l’arto più corto risulterà avere un appoggio più piatto del contro laterale). Il bacino così inclinato, genererà una inclinazione della colonna vertebrale, che sempre si associa ad una rotazione e la scoliosi che si verrà a formare, darà i suoi effetti fino alla testa, creando nell’adulto, un’infinità di problemi.
Questa è una visione prettamente meccanica, per completare il ragionamento dovremmo tener conto anche di altri sistemi, non per ultimo quello nervoso. La tensione fasciale nella zona sopra citata potrebbe “imprigionare” il nervo vago tra gli strati della fascia, questo potrebbe non far funzionare bene tale nervo, causando problemi di digestione, di gestione dell’immunità è molto altro, potrebbe andare ad irritare altri nervi con cui esso è collegato, come per esempio l’Accessorio, portando tensione a sternocleidomastoideo e trapezio da un lato, peggiorando lo stato scoliotico del soggetto. In una condizione simile, si possono fare tutte le rieducazioni posturali che si vogliono, ma se non si lavora sulla causa del problema (la tensione fasciale a livello del Sigma), non si risolverà mai la scoliosi. Sicuramente un lavoro sinergico tra Fisioterapista ed Osteopata, potrà dare i risultati migliori.
Una scoliosi potrebbe partire anche da una tensione fasciale superiore, una disfunzione intra cranica delle meningi, potrebbe indurre una inclinazione-rotazione, che dalla sinfisi sfeno-basilare, si rifletterebbe a livello occipitale ed estenderebbe le proprie tensioni a tutta la colonna incentivando una inclinazione rotazione di tutto il rachide. Anche in questo caso diversi nervi possono essere implicati nell’instaurarsi di una condizione patologica, che porterebbe alla scoliosi, ancora una volta il nervo Accessorio, compresso a livello del foro lacero posteriore, porterebbe alla contrattura dello sternocleidomastoideo e del trapezio omolaterali, che oltre al torcicollo miogeno, potrebbe favorire l’instaurarsi di una condizione scoliotica.
Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono fare, ma sono moltissime le condizioni patologiche che si possono affrontare e soprattutto prevenire se si facesse valutare il neonato dall’osteopata; che nasca da parto naturale o da cesareo, farei valutare ogni neonato alla nascita, perché prima si fa meglio è, le strutture all’inizio, sono molto più malleabili di quando si cresce e spesso si hanno risultati incredibili lavorandoci subito.
L’Osteopatia può aiutare il bambino, ma anche la mamma: durante la gravidanza, nel caso si vengano a presentare dolori cervicali o lombari (tra i più frequenti), o anche nel caso in cui il bambino non sia posizionato bene per un parto naturale, come quando è in posizione podalica. Dopo il parto qualche seduta osteopatica rimetterebbe in equilibrio un sistema/corpo, che ha subito molto stress per diversi mesi, dal punto di vista meccanico, nervoso (dei nervi), ormonale, circolatorio, emotivo e molto altro. Prima di partorire, si può favorire l’elasticità muscolo-legamentosa del bacino, controllando che sia bene posizionato il sacro tra gli iliaci, questo permetterà un parto più efficace, perché si generano le condizioni migliori, affinché addominali ed utero spingano in maniera coordinata e direzionata nel modo giusto.
Inoltre se ci sono delle cicatrici post-partum, come quelle che ritroviamo nel parto cesareo, andrebbero necessariamente trattate, per prevenire problemi futuri. L’Osteopata Fosioterapista può trattare quindi molti disturbi del neonato e del bambino in età pediatrica: come già detto problemi del sonno, asimmetria cranica, scoliosi, difficoltà di suzione, di deglutizione, coliche gassose, reflusso, torcicollo, otiti, congiuntiviti, irritabilità e molto altro ancora. Dimenticate dunque qualsiasi tecnica cruenta, che scrocchia o sbatacchia il vostro pargolo, le mani dell’Osteopata si poseranno su vostro figlio, come le foglie su un manto erboso, in una giornata senza vento. L’unica verifica da fare, finché la normativa sulla regolamentazione di questa straordinaria professione non sarà più chiara, è quella di verificare che il vostro osteopata è anche un fisioterapista iscritto all’albo dei fisioterapisti.
Davide Giovannini
Fisioterapista - Osteopata
Dottore in Fisioterapia presso l'Università di Roma Tor Vergata dove ha conseguito la laurea con lode e Osteopata con tre Master post graduate, opera anche come formatore Human Tecar(R), è stato terapista della Nazionale cinese di tennis ed ha trattato tennisti professionisti di fama internazionale come Fabio Fognini, Simone Bolelli, Svetlana Kuznecova, S. Peng, S. Zhang, e molti altri. Esperto nel trattamento di atleti di alto livello, Ha trattato l’Argento Olimpico Alessia Filippi e grazie a Human Tecar, vanta collaborazioni con Ferrari, tutti gli atleti del Golden Gala, Andrew Howe, Piloti dei jet dell’aeronautica militare e altro ancora.