Data pubblicazione: 04/05/2022
Ultimo aggiornamento: 04/05/2022
Il linfedema è una patologia cronica degenerativa, caratterizzata da una raccolta di fluidi, ricchi di proteine, nello spazio tra cute e sottocute, causato da un insufficiente drenaggio linfatico che può essere di tipo congenito o acquisito.
Il linfedema può insorgere a causa di un sovraccarico o un malfunzionamento del sistema linfatico, per cui la linfa non viene drenata e si raccoglie, determinando l’aumento di volume di arti, volto, addome, genitali. Nel mondo ci sono 300 milioni di casi di linfedema (150 milioni primari, 150 milioni secondari).
Una persona su 20 ne è affetta. In Italia 350.000 persone sono affette da linfedema.
Il linfedema è una patologia cronica degenerativa, caratterizzata da una raccolta di fluidi, ricchi di proteine, nello spazio tra cute e sottocute, causato da un insufficiente drenaggio linfatico che può essere di tipo congenito o acquisito.
Il linfedema può insorgere a causa di un sovraccarico o un malfunzionamento del sistema linfatico, per cui la linfa non viene drenata e si raccoglie, determinando l’aumento di volume di arti, volto, addome, genitali. Nel mondo ci sono 300 milioni di casi di linfedema (150 milioni primari, 150 milioni secondari).
Una persona su 20 ne è affetta. In Italia 350.000 persone sono affette da linfedema.
Il linfedema può insorgere quando c’è una mutazione genetica che non permette un corretto sviluppo del sistema linfatico.
In questi casi si tratta di LINFEDEMA PRIMARIO, che può manifestarsi alla nascita, entro i 20 anni di età oppure in età avanzata.
Linfedema Primario
Si parla di LINFEDEMA SECONDARIO quando si manifesta in seguito a trattamenti chirurgici o radioterapici o ad infezioni, a sovraccarico funzionale, a trauma o a disuso, all’uso di farmaci, alla presenza di metastasi.
Il linfedema secondario può svilupparsi dopo l’asportazione dei linfonodi per melanoma. A livello del seno, della spalla e dell’arto superiore può insorgere dopo l’asportazione dei linfonodi successiva alla chirurgia oncologica per tumore alla mammella.
A livello dell’arto inferiore, quando vengono asportati i linfonodi del cavo inguinale per tumori dell’area genitale (utero, ovaie, prostata). Il linfedema può presentarsi anche in altre aree del corpo (volto, addome, genitali).
Linfedema secondario a mastectomia e linfadenectomia
Il linfedema può impiegare anni a manifestarsi. Ci sono segni che possono far sospettare la presenza di linfedema ed è importante che le persone che rischiano di contrarlo facciano attenzione ad eventuali cambiamenti del proprio corpo.
Per esempio, i segni precoci di un sospetto linfedema sono:
Il linfedema è una patologia che deve essere diagnosticata da un medico. Capita spesso che alcuni pazienti non riescano ad ottenere una diagnosi precoce perché i segni ed i sintomi sono poco chiari e si rivolgono a professionisti non specializzati in ambito vascolare e linfologico.
Un paziente affetto da linfedema che viene visitato da un medico angiologo o linfologo esperto può ottenere una diagnosi grazie all’anamnesi (informazioni e storia clinica del paziente) e all’esame clinico (valutazione, osservazione, palpazione).
In aggiunta, la diagnosi è accertata da alcuni esami strumentali:
La diagnosi precoce è fondamentale per ridurre il rischio di insorgenza di linfedema o, se già presente, evitare che peggiori.
La terapia decongestiva complessa è considerata il trattamento gold standard del linfedema e consiste nel confezionamento di un bendaggio multicomponente, che contiene l’arto o la zona affetta da linfedema, abbinato a esercizio fisico assistito e drenaggio linfatico manuale.
Bendaggio multicomponente dell’arto inferiore
Esercizi attivi con l’arto bendato
Nella prima fase del trattamento fisioterapico, i bendaggi devono essere applicati in maniera ravvicinata, in modo da ridurre l’edema in modo consistente.
Successivamente, il paziente può indossare un indumento elastico, che viene scelto in base alle caratteristiche dell’edema e allo stile di vita del paziente e che permette di mantenere i risultati ottenuti con la terapia decongestiva complessa.
Drenaggio manuale
Il paziente gioca un ruolo attivo nel percorso riabilitativo. La sua capacità di collaborare è fondamentale per ottenere risultati soddisfacenti. Per stimolare il paziente a partecipare in maniera attiva al suo recupero, il fisioterapista lo coinvolge, valutando insieme le soluzioni migliori e cambiandole quando serve, per arrivare all’obbiettivo.
Lo scopo è ridurre l’edema il più possibile, raggiungere la condizione chiamata di plateau e mantenerla nel tempo. Prima della fine del progetto riabilitativo, il paziente infatti viene istruito, in modo che sia il più autonomo possibile e consapevole di quali comportamenti e stile di vita adottare affinchè il linfedema non peggiori.
Quando il paziente non è autosufficiente, il fisioterapista istruisce la persona che si prende cura del paziente. Al paziente vengono indicati gli indumenti più adatti da indossare, quali attività fisiche svolgere, come curare la cute, come auto-massaggiarsi in situazioni che lo richiedono, come gestire il linfedema in vacanza, come bendarsi da solo. Il paziente non viene abbandonato, ma si organizzano incontri cadenzati a lungo termine, per monitorare la situazione.
Per quanto riguarda le persone che hanno subito l’asportazione dei linfonodi a causa di una patologia oncologica, sarebbe opportuno che ricevessero informazioni sull’eventuale comparsa del linfedema dopo l’intervento, in modo da renderli consapevoli e istruirli a tenere sotto controllo il loro corpo e adeguare lo stile di vita per ridurre il rischio di insorgenza del linfedema.
Per tutti gli altri è importante non sottovalutare i segni ed i sintomi descritti sopra e rivolgersi a medici specializzati, se ci sono sospetti. Quindi l’attenzione deve essere per se stessi, ma anche per bambini e adolescenti, che a volte non parlano della comparsa di qualche gonfiore o lo scambiano per un semplice rigonfiamento passeggero.
Nelle due immagini si può vedere il prima e dopo di un trattamento decongestivo complesso durato circa due mesi.
Il paziente, affetto da linfedema secondario su entrambi gli arti inferiori, si è sottoposto a drenaggio manuale, bendaggio, attività fisica assistita indossando il bendaggio.
Le sedute di fisioterapia avevano luogo tre o quattro volte a settimana. Il bendaggio, confezionato ad ogni seduta, veniva portato per tutto il giorno e talvolta anche la notte.
Alla fine del progetto terapeutico, sono stati prescritti tutori elastici in trama piatta.
MH Fisio
Dott.ssa Ilaria Macherelli
Dr. Piero Haag o Agga