Data pubblicazione: 16/10/2018
Ultimo aggiornamento: 05/11/2018
Il Morbo di Notta, o più conosciuto come dito a scatto, è una patologia che colpisce i tendini flessori delle dita della mano.
I tendini scorrono all’interno di una guaina che può infiammarsi; questa infiammazione crea un rigonfiamento ed un relativo aumento dello spessore di una porzione del tendine.
Questo inspessimento porterà allo sviluppo di un nodulo, impedendo così il normale scorrimento del tendine all’interno di piccoli “tunnel” legamentosi chiamati pulegge di scorrimento, che hanno lo scopo di mantenere in asse i tendini durante il movimento. Quando il paziente apre e chiude le dita, la porzione rigonfiata del tendine vince la resistenza e oltrepassa l’ostacolo che è rappresentato dalla puleggia. In questa fase si avverte il tipico scatto.
Il dito può rimanere anche bloccato in posizione di chiusura, costringendo il paziente ad utilizzare l’altra mano per stenderlo, con un’azione dolorosa. Il dito a scatto si verifica maggiormente al risveglio, quando il paziente presenta il dito, o le dita interessate, flesse, cioè chiuse, ed è costretto a forzare il movimento per eseguire l’estensione e l’apertura completa della mano.
Età colpita tra i 40 e 60 anni
Il Morbo di Notta, o più conosciuto come dito a scatto, è una patologia che colpisce i tendini flessori delle dita della mano.
I tendini scorrono all’interno di una guaina che può infiammarsi; questa infiammazione crea un rigonfiamento ed un relativo aumento dello spessore di una porzione del tendine.
Questo inspessimento porterà allo sviluppo di un nodulo, impedendo così il normale scorrimento del tendine all’interno di piccoli “tunnel” legamentosi chiamati pulegge di scorrimento, che hanno lo scopo di mantenere in asse i tendini durante il movimento. Quando il paziente apre e chiude le dita, la porzione rigonfiata del tendine vince la resistenza e oltrepassa l’ostacolo che è rappresentato dalla puleggia. In questa fase si avverte il tipico scatto.
Il dito può rimanere anche bloccato in posizione di chiusura, costringendo il paziente ad utilizzare l’altra mano per stenderlo, con un’azione dolorosa. Il dito a scatto si verifica maggiormente al risveglio, quando il paziente presenta il dito, o le dita interessate, flesse, cioè chiuse, ed è costretto a forzare il movimento per eseguire l’estensione e l’apertura completa della mano.
Età colpita tra i 40 e 60 anni
Fase iniziale: fastidio e gonfiore nella zona del palmo della mano, alla base del dito interessato, con comparsa di un piccolo bozzetto.
Fase avanzata: aumento del dolore durante il movimento di chiusura ed apertura della mano, con comparsa dello scatto occasionalmente.
Fase Grave: scatto del dito sempre presente durante la chiusura e l’apertura delle dita della mano, con blocco del dito in flessione, ma diminuzione del dolore.
Il trattamento può determinare esiti differenti in base alla gravità e allo stadio della patologia. Nei casi di recente insorgenza i disturbi regrediscono quasi immediatamente. Nei casi gravi la sintomatologia può migliorare ma non risolversi del tutto.
Se la terapia non portasse risultati apprezzabili si dovrà valutare, tramite consulto ortopedico di uno specialista, la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico.
Come descritto dai numerosi Chirurghi specialisti della mano, l’intervento può essere eseguito con tecniche di microchirurgia in day surgery ed avviene in anestesia locale.
Consiste nel liberare il tendine lungo il suo decorso tramite l’apertura della puleggia e nel pulirlo dall’inspessimento creatosi.
Si consiglia di muovere le dita libere dalla medicazione subito dopo l’intervento, evitando l’utilizzo attivo nella prensione e nel sollevamento di oggetti di piccola, media o grande entità.
Il recupero completo della funzionalità è soggetto all’età del paziente, alle sue condizioni di salute generali e alla tempistica d’intervento.
A cura di Fabio Matteoni - Massofisioterapista