Data pubblicazione: 31/05/2017
Ultimo aggiornamento: 15/02/2022
Con la parola manipolazione si intende un insieme di tecniche manuali per il trattamento delle articolazioni della colonna vertebrale e delle estremità, tra cui le principali sono l'osteopatia e la chiropratica. Il metodo è stato elaborato nella prima metà del'900 dall'osteopata americano Dr. James Cyriax e, all'atto pratico, si tratta di un gesto medico terapeutico, di una manovra ortopedica che deve essere definita prima dell'inizio del trattamento, tramite un esame accurato del paziente. Questo esame deve portare ad una diagnosi da cui deriverà l'indicazione, il tipo di manovre da eseguire, i punti precisi in cui effettuarle, il numero e la frequenza di sedute da eseguire. La terapia manipolativa vertebrale tende a portare gli elementi di una articolazione o di un insieme di articolazioni al di là della loro azione abituale, fino al limite del loro gioco anatomico possibile.
Cefalee, emicrania, cervicale, dorsalgia (dolore alla spina dorsale), lombalgia, disturbo alle scapole, spalla dolorosa, sindrome vertebrale, ernia del disco cervicale, dorsale o lombare, pubalgia, sciatalgia, coccigodinia (dolore al coccige), distorsioni, torcicollo.
La terapia manipolativa vertebrale si traduce con un movimento passivo applicato direttamente o indirettamente ad un'articolazione, un movimento forzato, un movimento contrario alla normale fisiologia anatomica. La manipolazione, dunque, genera un movimento passivo che viene eseguito in 3 tempi: il primo tempo consiste nel mettere il paziente in posizione (supina, seduta, prona), nel secondo avviene la messa in tensione, cioè la mobilizzazione della parte da trattare, vale a dire la restituzione della mobilità per mezzo di movimenti passivi effettuati dal fisioterapista, il quale continua fino a quando non incontra una resistenza. Nella terza fase il terapeuta effettua movimenti rapidi e poco ampi, spinte brevi, secche e uniche che vincono la resistenza dell'articolazione e che sono accompagnati da un suono caratteristico somigliante ad uno scroscio. Appena questa resistenza viene superata, il movimento deve immediatamente cessare, poiché andare oltre potrebbe comportare la lussazione dell'articolazione stessa. Infatti, vale sempre la regola del non dolore, secondo la quale la manipolazione deve essere fatta nel senso contrario a quello doloroso.
Conseguenza delle terapia manipolativa vertebrale è un elevato miglioramento delle patologie vertebrali, la restituzione alla colonna vertebrale del suo movimento fisiologico che può portare all'eliminazione dei sintomi dolorosi e, in generale, un beneficio immediato dal dolore.
Nessuno in particolare
Con la parola manipolazione si intende un insieme di tecniche manuali per il trattamento delle articolazioni della colonna vertebrale e delle estremità, tra cui le principali sono l'osteopatia e la chiropratica. Il metodo è stato elaborato nella prima metà del'900 dall'osteopata americano Dr. James Cyriax e, all'atto pratico, si tratta di un gesto medico terapeutico, di una manovra ortopedica che deve essere definita prima dell'inizio del trattamento, tramite un esame accurato del paziente. Questo esame deve portare ad una diagnosi da cui deriverà l'indicazione, il tipo di manovre da eseguire, i punti precisi in cui effettuarle, il numero e la frequenza di sedute da eseguire. La terapia manipolativa vertebrale tende a portare gli elementi di una articolazione o di un insieme di articolazioni al di là della loro azione abituale, fino al limite del loro gioco anatomico possibile.
Cefalee, emicrania, cervicale, dorsalgia (dolore alla spina dorsale), lombalgia, disturbo alle scapole, spalla dolorosa, sindrome vertebrale, ernia del disco cervicale, dorsale o lombare, pubalgia, sciatalgia, coccigodinia (dolore al coccige), distorsioni, torcicollo.
La terapia manipolativa vertebrale si traduce con un movimento passivo applicato direttamente o indirettamente ad un'articolazione, un movimento forzato, un movimento contrario alla normale fisiologia anatomica. La manipolazione, dunque, genera un movimento passivo che viene eseguito in 3 tempi: il primo tempo consiste nel mettere il paziente in posizione (supina, seduta, prona), nel secondo avviene la messa in tensione, cioè la mobilizzazione della parte da trattare, vale a dire la restituzione della mobilità per mezzo di movimenti passivi effettuati dal fisioterapista, il quale continua fino a quando non incontra una resistenza. Nella terza fase il terapeuta effettua movimenti rapidi e poco ampi, spinte brevi, secche e uniche che vincono la resistenza dell'articolazione e che sono accompagnati da un suono caratteristico somigliante ad uno scroscio. Appena questa resistenza viene superata, il movimento deve immediatamente cessare, poiché andare oltre potrebbe comportare la lussazione dell'articolazione stessa. Infatti, vale sempre la regola del non dolore, secondo la quale la manipolazione deve essere fatta nel senso contrario a quello doloroso.
Conseguenza delle terapia manipolativa vertebrale è un elevato miglioramento delle patologie vertebrali, la restituzione alla colonna vertebrale del suo movimento fisiologico che può portare all'eliminazione dei sintomi dolorosi e, in generale, un beneficio immediato dal dolore.
Nessuno in particolare
Dott.re in Fisioterapia
Fisioterapista, Imprenditore nel settore sanitario e Business Coach.
Dopo la laurea in fisioterapia, ha approfondito le sue conoscenze studiando osteopatia e terapia manuale. Si è specializzato frequentando i corsi di:
Ha frequentato aule con docenti internazionali come: