Data pubblicazione: 31/05/2017
Ultimo aggiornamento: 21/10/2019
Il biofeedback è una strategia terapeutica che utilizza strumenti elettronici per monitorare i cambiamenti nelle funzioni fisiologiche, rendendo disponibile l'informazione al paziente. Una specifica apparecchiatura mostra al soggetto l'andamento di una determinata funzione dell'organismo, con lo scopo di facilitare l'autoconsapevolezza e il controllo di alcuni parametri fisiologici. In questo modo, in base alle informazioni che si ottengono, è possibile correggere eventuali disfunzioni e modificare comportamenti sbagliati. Infatti, in genere un individuo non è consapevole dei propri processi psicofisiologici e di quelli adottati inconsciamente dall'organismo per interagire con l'ambiente esterno, ma con il biofeedback questi possono essere posti sotto controllo volontario.
Cefalea, contratture muscolari, problemi posturali, mal di schiena, disturbi della circolazione, disturbi della digestione, emicrania, lesioni nervose.
La terapia del biofeedback si avvale di uno strumento elettronico alimentato a batterie che rileva, fornisce e registra un feedback visivo e uditivo dell'attività elettrica legata alla contrazione muscolare, all'attività delle ghiandole sudorifere, alla temperatura periferica e alla frequenza cardiaca. Per esempio, l'attività muscolare viene registrata attraverso piccoli elettrodi di superficie che trasmettono gli impulsi a dispositivi visivi ed acustici di rilevazione. L'informazione ricevuta dal paziente viene elaborata in termini di controllo volontario della tensione muscolare, stimolando muscoli dalla ridotta forza muscolare con esercizi di rinforzo o, al contrario, ottenendo uno "spegnimento" allo scopo di rilassare. In questo modo, il fisioterapista potrà insegnare al paziente tecniche ed esercizi adatti ad operare gli opportuni cambiamenti, al fine di riportare alcuni valori alla normalità e, di conseguenza, modificarne le reazioni. In genere, il trattamento prevede un ciclo di 10 sedute di allenamento della durata di 15-20 minuti ciascuna
Riduzione dei trattamenti farmacologici, rinforzo muscolare, acquisizione di abilità motorie corrette e del controllo volontario sulla muscolatura, stabilendo un adeguato circuito di informazione di ritorno tra il sistema sensoriale e quello motorio.
Il biofeedback è una strategia terapeutica che utilizza strumenti elettronici per monitorare i cambiamenti nelle funzioni fisiologiche, rendendo disponibile l'informazione al paziente. Una specifica apparecchiatura mostra al soggetto l'andamento di una determinata funzione dell'organismo, con lo scopo di facilitare l'autoconsapevolezza e il controllo di alcuni parametri fisiologici. In questo modo, in base alle informazioni che si ottengono, è possibile correggere eventuali disfunzioni e modificare comportamenti sbagliati. Infatti, in genere un individuo non è consapevole dei propri processi psicofisiologici e di quelli adottati inconsciamente dall'organismo per interagire con l'ambiente esterno, ma con il biofeedback questi possono essere posti sotto controllo volontario.
Cefalea, contratture muscolari, problemi posturali, mal di schiena, disturbi della circolazione, disturbi della digestione, emicrania, lesioni nervose.
La terapia del biofeedback si avvale di uno strumento elettronico alimentato a batterie che rileva, fornisce e registra un feedback visivo e uditivo dell'attività elettrica legata alla contrazione muscolare, all'attività delle ghiandole sudorifere, alla temperatura periferica e alla frequenza cardiaca. Per esempio, l'attività muscolare viene registrata attraverso piccoli elettrodi di superficie che trasmettono gli impulsi a dispositivi visivi ed acustici di rilevazione. L'informazione ricevuta dal paziente viene elaborata in termini di controllo volontario della tensione muscolare, stimolando muscoli dalla ridotta forza muscolare con esercizi di rinforzo o, al contrario, ottenendo uno "spegnimento" allo scopo di rilassare. In questo modo, il fisioterapista potrà insegnare al paziente tecniche ed esercizi adatti ad operare gli opportuni cambiamenti, al fine di riportare alcuni valori alla normalità e, di conseguenza, modificarne le reazioni. In genere, il trattamento prevede un ciclo di 10 sedute di allenamento della durata di 15-20 minuti ciascuna
Riduzione dei trattamenti farmacologici, rinforzo muscolare, acquisizione di abilità motorie corrette e del controllo volontario sulla muscolatura, stabilendo un adeguato circuito di informazione di ritorno tra il sistema sensoriale e quello motorio.