Mal di schiena quando dormo: causa e rimedi

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Introduzione - Mal di schiena quando dormo: causa e rimedi

Hai mal di schiena quando dormi?

Il mal di schiena è una delle patologie più frequenti tra la popolazione mondiale. Si ritiene, infatti, che almeno una persona su due ne soffra almeno una volta prima dei 40 anni.

Il Fisioterapista può esserti utile per migliorare il tuo mal di schiena e tornare a stare bene. In questo articolo vedremo quali sono i sintomi e le cause del mal di schiena e ti daremo dei consigli utili.

 

 

 

Mal di schiena cos'è

Per “mal di schiena” o lombalgia, si intende un dolore nella parte posteriore del corpo, limitata:

  • inferiormente dall’osso sacro e dal bacino;
  • lateralmente dalla parte laterale della gabbia toracica (dove si ha il contatto con gli arti superiori);  
  • superiormente dal cingolo scapolare e dal collo.

Dagli anni ’90 ad oggi c’è stato un importante aumento dell’incidenza del mal di schiena tra la popolazione, i motivi sono fondamentalmente due:

  • Aumento dell’età media;
  • Sedentarietà.

I costi legati alla diffusione di questa condizione dolorosa sono, conseguentemente, diventati molto alti. Questo aumento riguarda sia i COSTI DIRETTI (che comprendono le spese legate ai sistemi sanitari nazionali), che i COSTI INDIRETTI (legati alla perdita della produttività).

Questo problema economico, al giorno d’oggi, è paragonabile a quello di patologie cardiovascolari, neoplasiche (carcinomi) e autoimmuni come la psoriasi, la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide, cosa impensabile fino a qualche decennio fa. Le persone soffrono sempre più di mal di schiena, e questo è uno dei principali motivi per cui si recano in un Centro di Fisioterapia. Il trattamento conservativo è, infatti, la principale arma contro questa condizione dolorosa. Le operazioni chirurgiche sono considerate come l’ultima soluzione al problema, poiché, oltre al rischio dell’operazione e ai costi altissimi per la sanità, non sempre sono risolutive. L’invasività dell’intervento può, inoltre, causare aderenze connettivali che determinano la possibile insorgenza di ulteriori problemi.

Il mal di schiena è specifico per ogni fascia di età e per ogni persona. Si può soffrire di mal di schiena mentre si corre, mentre si sta seduti al computer, mentre ci si mette le scarpe, mentre si lavano i piatti, e mentre si dorme o si sta sdraiati. L’enorme varietà di tessuti che compongono la schiena (muscolari, legamentosi, ossei ecc.) rendono il mal di schiena una delle condizioni muscolo-scheletriche dolorose più difficili da diagnosticare.

In questo articolo parleremo di questa patologia e delle sue cause più comuni, ponendo il focus sul mal di schiena che insorge quando si è a letto. Analizzeremo i vari tipi di sintomi che insorgono nelle diverse posizioni che adottiamo per dormire, analizzeremo quali sono le posizioni consigliate per dormire nelle patologie più frequenti e daremo qualche consiglio nel caso in cui non riuscissi a trovare la posizione giusta per dormire senza dolori. 


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Perché possiamo soffrire di mal di schiena da sdraiati?

Il mal di schiena che interessa la zona dorsale della schiena, è meno frequente rispetto a quello che interessa la zona cervicale e lombare, ma è comunque fastidioso.

I sintomi del mal di schiena dorsale dipendono molto dalla causa. Di solito, si nota un dolore sordo e pressante su una scapola o tra le scapole, che peggiora quando si muove la colonna vertebrale dorsale. I movimenti risultano spesso limitati e la postura potrebbe essere piegata in avanti.

A volte il dolore si irradia lungo le costole, persino fino al petto.

La domanda su come dormire quando si soffre di mal di schiena dorsale è molto comune; d’altra parte il sonno è fondamentale per recuperare le fatiche della giornata e per prepararsi ad affrontare quella successiva. Sicuramente passare una notte insonne a causa di dolore alla schiena non è una cosa piacevole.

Non esiste una posizione unica e specifica per il mal di schiena dorsale perché, come già detto nell’introduzione, dire “mal di schiena” significa tutto e niente.

Il mal di schiena sul tratto dorsale, ad esempio, può dipendere da diverse cause, tra le quali:

  • Trigger point e contratture muscolari: una delle cause più frequenti di mal di schiena tra i giovani. 
Negli sportivi le contratture sono dovute a un sovraccarico della schiena durante gli allenamenti o durante le competizioni; la contrattura dorsale nelle altre persone, invece, può essere prodotta da un’alterazione della postura. Quando viene a mancare una corretta fisiologia delle curve fisiologiche della schiena, infatti, i muscoli stabilizzatori della colonna (tra cui i paravertebrali), subiscono un aumento dell’attività. Il tratto dorsale è detto anche “cifosi” poiché presenta una curva delle vertebre con concavità anteriore e convessità posteriore. Qualora questa concavità superasse la soglia critica di curvatura, si hanno maggiori possibilità di sviluppare una contrattura dorsale e nel futuro una deformità ossea del corpo vertebrale;
  • Disco intervertebrale. Il tratto dorsale è il tratto più stabile della colonna vertebrale perché si articola con la gabbia toracica. Di conseguenza è anche il tratto della colonna a presentare la minor percentuale di ernie. Spesso questa stabilità diventa rigidità e ipomobilità. I fisioterapisti si trovano a dover eseguire tecniche manuali, esercizi e posture per ridare movimento a questo segmento corporeo.
Talvolta può succedere che il paziente sviluppi delle protrusioni discali, quindi delle fuoriuscite parziali del disco intervertebrale dalla sua sede di origine, oppure delle ernie discali, nel caso in cui ci fosse una fuoriuscita importante del nucleo polposo del disco intervertebrale;
  • Contusione locale. Quando si subisce un trauma al tratto dorsale, come una caduta di schiena oppure un pugno tra le scapole, si può avvertire una contusione locale. 
La contusione è caratterizzata dalla formazione di un livido, che risulta doloroso alla palpazione e, se ha una dimensione importante, fastidioso anche al movimento. Dopo pochi giorni si riassorbe;
  • Infezione: può capitare con le ferite aperte, ma anche più banalmente con le punture di insetti. Si forma una bolla che racchiude pus all’interno;
  • Lesione ossea costale: le fratture costali nel tratto posteriore;
  • Lesione ossea vertebrale;
  • Patologie cutanee;
  • Patologie reumatiche come l’artrite;
  • Schiacciamento del corpo vertebrale a causa di una forte osteoporosi;

 

Fisioterapia per mal di schiena da sdraiati

I fenomeni eziologici (le cause) che possono produrre mal di schiena mentre si sta sdraiati sono molti, e variano in base a:

  • sesso;
  • età;
  • peso;
  • tipo di sport;
  • tipo di lavoro;
  • stile di vita;
  • eventi traumatici che li hanno causati. 


Nel corso della valutazione iniziale, il fisioterapista, per capire su quale struttura andare a lavorare, farà delle domande specifiche al paziente al fine di avere il maggior numero di informazioni possibili, non solo sul movimento o la posizione che causa dolore, ma anche sulla sua storia clinica.

Al termine della valutazione iniziale il fisioterapista, in accordo con il paziente, avrà stilato il programma riabilitativo che nel minor tempo porterà il massimo beneficio.

Spesso può capitare che alcuni pazienti soffrano di dolore alla schiena, in particolare nel tratto lombare (la parte inferiore) quando sono sdraiati in posizione supina (pancia in aria). In alcuni casi questi soggetti possono avvertire un dolore a fascia orizzontale dietro la schiena, che insorge lentamente e progressivamente, fino a portarli a cambiare posizione. In condizioni del genere, c’è un’ampia possibilità che il dolore dipenda dal disco intervertebrale che, non essendo caricato mente il paziente è sdraiato, si reidrata occupando più spazio nelle superfici limitrofe.

In questi casi si può intervenire con molte tecniche manuali come ad esempio la tecnica del “pompage miofasciale”, utilizzata per trattare moltissime condizioni muscolo scheletriche.


Si tratta di una tecnica di terapia manuale studiata da Marcel Benfait, che consiste in un movimento mio fasciale ritmico di tensione e rilascio applicato con le mani del fisioterapista sul paziente. Questa tecnica ha lo scopo di allentare le tensioni tissutali e contribuire a un miglioramento del drenaggio discale.

A oggi l’approccio integrato fra terapia manuale, mezzi fisici (macchinari) ed esercizi, è il più avvalorato. I dispositivi adatti per trattare degenerazioni discali sono molti, tra questi ci sono:

tecarterapia;

ipertermia;

ultrasuonoterapia;

Pompa diamagnetica CTU;

Laserterapia ad alta potenza.

Se il paziente soffre di una degenerazione discale, che gli produce dolore durante la notte, oltre a trattare il sintomo è necessario che il fisioterapista vada alla radice del problema. In molti casi il tratto lombare presenta segni di degenerazione importanti e uno dei motivi teorizzati nelle scuole di Terapia Manuale, è che il tratto dorsale (troppo rigido) porta ad una eccessiva mobilità compensatoria del tratto lombare.

Ti spiego meglio: il tratto dorsale comprende i segmenti vertebrali che si articolano con le coste della gabbia toracica. Già questo lo rende più stabile rispetto al tratto cervicale e al tratto lombare. Questa stabilità, per una serie di motivi abitudinali e posturali, tende a diventare una vera e propria rigidità. Quando il paziente deve ruotare il tronco oppure deve flettersi per allacciare le scarpe, riuscirà a compiere quei movimenti perché le vertebre lombari si muovono più del dovuto, in modo da compensare il poco movimento delle vertebre dorsali.


In un primo momento, anzi direi nei primi anni, tutto questo risulta per nulla doloroso, e se il paziente non viene visto/valutato da un professionista del settore, non sarà cosciente della disfunzione articolare che ha.


Con il passare del tempo, l’eccessivo movimento delle vertebre lombari le espone a maggiore usura e a maggiori fattori di rischio, ed ecco che insorgono i primi dolori e le prime protrusioni discali.


È fondamentale che l’aspetto doloroso si risolva il prima possibile. In secondo luogo è importante che, mediante posture specifiche ed esercizi posturali, si ricrei un’adeguata mobilità della colonna, in modo da limitare il più possibile l’insorgere di recidive, e far recuperare una buona condizione di movimento alla schiena.


Si agirà principalmente sul miglioramento della mobilità del tratto dorsale e sulla stabilizzazione del tratto lombare. In condizioni di questo tipo, il trattamento comprende anche un training di stabilizzazione del tratto cervicale, poiché anche questo, soprattutto nelle vertebre inferiori, potrebbe risultare troppo mobile.


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Da cosa dipende di mal di schiena quando sono sdraiato su un fianco?

Alcuni pazienti riferiscono forti dolori alla schiena quando sono sdraiati su un fianco. Nei casi più gravi il dolore del lato che si trova a contatto col materasso, si irradia dietro la coscia e sulla parte laterale della gamba, proseguendo fino al piede: si tratta di lombosciatalgia. Il motivo per cui si sviluppa questo tipo di dolore, che si irradia sino al piede, è che, con molta probabilità, il paziente presenta una compressione a livello della radice nervosa L5-S1.


A seconda della gravità della situazione la compressione può essere data da una protrusione discale importante o da un’ernia. In questi casi il paziente può trovare giovamento solo sdraiandosi nella posizione opposta, quindi cambiando fianco. Questo perché ponendo il lato interessato sul fianco che non è a contatto con il materasso, la radice nervosa si decomprime, e si trova, dunque, in minore sofferenza.

In caso di lombosciatalgia risulterà efficace trattare l’arto inferiore con un neuromodulatore, tipo l’Interix.

Mal di schiena: può essere utile dormire senza cuscino?

Sono molti i pazienti con mal di schiena che insorge durante il sonno che pongono questa domanda ai fisioterapisti. Occorre innanzitutto vedere quale sia la parte della schiena interessata, dopo di che occorre valutare il tipo di schiena e capire se effettivamente potrebbe essere vantaggioso non far utilizzare il cuscino.
Per cifosi dorsali molto rigide, l’assenza di cuscino potrebbe essere controproducente non solo a livello posturale ma anche a livello respiratorio, cioè la persona rischierebbe di non respirare correttamente. Questo accade perché “cifosi dorsale rigida” significa che il tratto dorsale, quello della colonna che si articola con la gabbia toracica, è rigido, ossia ha poca mobilità.
Quindi, con il paziente in posizione supina, a contatto con il materasso la curva dorsale non si appiattisce di molto, e questo porta ad una posizione del collo in eccessiva estensione.

Allo stesso tempo, dormire senza cuscino a pancia in sotto, a meno che non si abbia un letto con il buco per la testa, come quelli che trovi in ogni centro di fisioterapia, comporta che il collo debba essere in posizione di rotazione o a destra o a sinistra, e mantenere una rotazione di circa 90° per molte ore potrebbe non essere ottimale non solo per l’apparato muscolo tendineo del nostro corpo, ma anche per l’apparato cardio-circolatorio, infatti alcune persone in questa posizione risultano avere una alterazione della circolazione sanguigna a carico delle arterie vertebrali.

Per recuperare un po’ di mobilità del rachide dorsale in estensione, il fisioterapista potrebbe consigliare al paziente di sdraiarsi supino per terra a casa, con un cuscino all’altezza del tratto dorsale più rigido e un piccolo cuscino sotto il collo, per evitare che la testa si trovi troppo in basso rispetto al piano delle spalle. Altrimenti, se la cifosi dorsale non è poi così rigida e il fisioterapista ritiene che la colonna abbia bisogno di stare in posizione allineata con le curve “appiattite”, potrebbe consigliare al paziente di restare sdraiato per un po’ senza cuscino, e se il paziente riesce a mantenere la posizione supina durante la notte (cosa rara) potrebbe suggerire al paziente di dormirci.
Non esiste, dunque, un’unica risposta, ma una soluzione in base alla condizione del paziente e al progetto terapeutico del fisioterapista.

Mal di schiena: dormire a terra può portare benefici?

Questa è un’altra domanda che alcuni pazienti pongono ai fisioterapisti, magari l’hanno letto sul web oppure glielo ha consigliato un amico.

Difficilmente dormire a terra può portare benefici poiché non siamo più abituati a dormire in superfici rigide, come il pavimento, e si rischierebbe di svegliarsi ancora più indolenziti.
Da un punto di vista scientifico inoltre, più che “dormire a terra” in base al tipo di problema è molto più indicato dormire in posizioni specifiche: sul fianco destro, con un cuscino sotto la pancia o sotto il tratto lombare, a seconda del consiglio del terapista.


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Mal di schiena: quando dormire a pancia in giù?

Dormire a pancia in giù è consigliabile soprattutto in presenza di alcune condizioni acute di protrusioni discali/ernie bilaterali, posizionando, però, un cuscino sotto la pancia. Lo scopo di questa posizione è quello di portare decompressione alle radici nervose interessate, che stanno subendo una compressione. Spesso in queste condizioni, la decompressione porta benefici sin da subito.

Però attenzione, non è generalizzabile.

Ci sono alcuni casi di protrusione discale dove la migliore postura è quella in estensione, ossia con la schiena inarcata (concava) verso l’alto. L’ideatore di questa teoria fu il Dott. Mc Kenzie, il quale decenni di anni fa accidentalmente scoprì una cosa interessante.
All’epoca, per trattare problematiche al tratto lombare si utilizzano solo posture in flessione (es. cuscini sotto la pancia per fare appiattire la curva lordosica).
Il Dott. Mc Kenzie aveva appena trattato una persona a pancia in aria con il lettino con lo schienale alzato. Finisce la terapia, e il paziente successivo soffriva di dolori alla schiena, quindi il Dott. Mc Kenzie gli dice di accomodarsi sul lettino in posizione prona (pancia in giù) come al solito. Quando il Dottore rientrò nella stanza, vide che il paziente aveva ascoltato la sua indicazione e avendo trovato il lettino alzato si era comunque sdraiato a pancia sotto. Inizialmente il dottore si spaventò, preoccupato di ciò che sarebbe potuto succedere al paziente dopo essere stato in quella posizione, ma subito dopo fu sollevato nel notare come il paziente non sentisse più alcun dolore alla schiena.

I meccanismi razionali che sono dietro a questa tecnica sono molto specifici e interessanti e li approfondiremo nel corso di un prossimo articolo. Questa piccola digressione era per argomentare il fatto che non esiste una indicazione generica per tutti, ma una specifica e singolare per ogni paziente.

Mal di schiena: cosa faccio se non riesco a stare sdraiato?

Ci sono casi in cui il dolore alla schiena è così forte che nessuna posizione è confortevole, e il paziente non riesce a dormire. Ciò potrebbe accadere soprattutto nei casi di forte lombalgia e lombosciatalgia.

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, in funzione del tipo di problema esistono delle posizioni antalgiche che possano ridurre, e a volte far scomparire, il dolore.

Purtroppo non sempre il paziente ha tempo e modo di rivolgersi a un Centro di Fisioterapia di qualità con dei professionisti competenti. In casi di questo tipo per rimediare all’importante situazione sintomatologica sarebbe auspicabile che il paziente si rivolgesse ad un medico, affinché gli prescriva un medicinale antidolorifico/antinfiammatorio che possa calmargli i sintomi.

Se dovessi trovarti a casa, la sera tardi e non riesci a dormire perché avverti dolore alla schiena per prima cosa contrati per capire dove è il dolore, e in base a questo prova a seguire i consigli che abbiamo scritto qui di seguito:

  • Se si trattasse di un dolore che dal tratto lombare si irradiasse verso la gamba destra, mettiti sul fianco sinistro, con la gamba sinistra ben distesa e quella destra leggermente piegata in modo che il ginocchio destro tocchi il materasso in posizione anteriore rispetto al ginocchio sinistro.
  • Se si trattasse di un dolore che dal tratto lombare si irradiasse verso la gamba sinistra, fai l’opposto di quanto è stato scritto prima, quindi sul fianco del lato non doloroso, in modo che la parte dolente non subisca alcuna compressione.
  • Se ti trattasse di un dolore lombare che si irradia bilateralmente, prova a dormire pancia in sotto con un cuscino sotto la pancia.
  • Se ti trattasse di un dolore specifico sul tratto dorsale, in prossimità della colonna, che se ci si preme sopra comporta un aumento e un’irradiazione della sintomatologia, potrebbe trattarsi di un trigger point, I trigger point sono punti iper irritabili presenti all’interno di un fascio muscolare contratto. Per far diminuire la sintomatologia prova ad applicare una pressione sul punto del dolore, magari facendoti aiutare da un’altra persona. La pressione, su una scala di sopportazione del dolore che va da 1 a 10 (dove 10 è il massimo dolore che si riesca a sopportare), non deve superare il valore 6. Chiaramente stiamo parlando di parametri soggettivi, che cambiano da persona a persona, ma essendo già il dolore di per sé “un’esperienza sensoriale ed emozionale” soggettiva, è impossibile stabilire dei criteri oggettivi. La pressione deve essere mantenuta per circa trenta secondi e occorre ripetere l’azione tre volte affinché ci sia una diminuzione del dolore.

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E se il mal di schiena peggiora di notte?

Esistono due categorie principali di mal di schiena: meccanico e infiammatorio. Il mal di schiena meccanico deriva dal modo in cui le diverse componenti della colonna vertebrale (articolazioni, dischi, muscoli, tendini e legamenti, ecc.) lavorano insieme. Il mal di schiena meccanico dipende quindi da:

  • Lesioni;
  • Uso eccessivo;
  • Cattiva postura;
  • Ernia del disco.

Il mal di schiena infiammatorio si verifica, invece, quando c'è un problema con il sistema immunitario, che attacca le articolazioni della colonna vertebrale, le articolazioni sacro-iliache (dove la colonna vertebrale si collega al bacino) e le entesi (il tessuto connettivo tra legamenti, tendini e ossa).

Se il tuo mal di schiena ti sveglia nella seconda metà della notte, molto probabilmente si tratta di un mal di schiena di tipo infiammatorio, dovuto a una malattia come la spondilite anchilosante.

Il mal di schiena meccanico generalmente migliora quando si riposa o si dorme.

In caso di mal di schiena infiammatorio, invece, il riposo peggiora le cose. Quando si sta fermi a lungo, ad esempio durante il sonno, le sostanze chimiche infiammatorie si accumulano nelle articolazioni, esacerbando il dolore e la rigidità. Ecco perché le persone con mal di schiena infiammatorio possono svegliarsi doloranti nel cuore della notte e sentirsi rigidi al mattino.

Il dolore notturno è uno degli indizi più evidenti del mal di schiena infiammatorio, ma ci sono anche altri segni chiave da tenere a mente:

  • Il mal di schiena migliora con l'esercizio o l'attività;
  • Il mal di schiena peggiora con il riposo;
  • Mal di schiena al mattino che dura più di 30 minuti;
  • Esordio graduale, non improvviso;
  • Il mal di schiena dura più di tre mesi;
  • I sintomi compaiono per la prima volta prima dei 40-45 anni;
  • Dolore al gluteo alternato;
  • I farmaci antinfiammatori (FANS) aiutano a sentirsi meglio.

Autori

Luca Luciani

Dott.re in Fisioterapia

Fisioterapista, Imprenditore nel settore sanitario e Business Coach.

Dopo la laurea in fisioterapia, ha approfondito le sue conoscenze studiando osteopatia e terapia manuale. Si è specializzato frequentando i corsi di:

  • Maitland,
  • Cyriax,
  • Mulligan,
  • McKenzie,
  • Neurodynamic Solutions.

Ha frequentato aule con docenti internazionali come:

  • Jill Cook,
  • Michael Shacklock,
  • Gwen Jull,
  • Paul Hodges della University of Queensland
  • Shirley Sahrmann della Washington University di S. Louis.