Riabilitazione pediatrica

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Introduzione - Riabilitazione pediatrica

I bambini non sono “adulti in miniatura”, per questo motivo è fondamentale adattare l’intervento e le proposte fisioterapiche in base all’età e alla fase di sviluppo del neonato/bambino/adolescente. E’ importante, inoltre, considerare il bambino in modo globale comprendendo la famiglia e l’ambiente in cui vive, gli aspetti relazionali, emotivi, cognitivi e sociali.

A differenza dell’adulto che possiede già un corpo strutturalmente sviluppato, il corpo del bambino si sta ancora sviluppando e perciò è più sensibile a modellamenti e forze esterne deformanti. L’intervento del fisioterapista dell’area pediatrica è necessario nelle differenti fasi di sviluppo in età evolutiva: neonato (primi 28 giorni di vita) lattante (primo anno di vita) prima infanzia (da 1 a 6 anni) seconda infanzia (da 6 a 12 anni) adolescenza (oltre i 12 anni).

La tipologia d’intervento adottata nel nostro centro consiste in una prima seduta con valutazione e condivisione del programma fisioterapico, seguita da sedute riabilitative individuali o a piccoli gruppi.

 


Questo contenuto è prodotto dal centro fisioterapico Sport Clinic Center di Firenze, affiliato Fisioterapia Italia

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Le patologie pediatriche

Possiamo distinguere e trattare molteplici patologie che interessano i bambini nelle loro diverse fasi di sviluppo:

Torcicollo posturale e torcicollo miogeno

Il torcicollo non è una diagnosi ma va considerato un segno clinico di un problema che necessita di un attenta valutazione differenziale. Esistono molti tipi di torcicollo: oculare, parossistico alternante, da anomalie scheletriche, da disturbi neurologici, associato a rigurgito del tratto esofageo, doloroso acquisito.

Le forme di interesse fisioterapico sono:

  • Torcicollo posturale: spesso associato alla plagiocefalia occipitale e ad uno scarso controllo antigravitario del capo per l’età, non vi sono anomalie del muscolo strernocleidomastoideo (ecografia normale) e non ci sono limitazioni nella rotazione omolaterale.
  • Torcicollo miogeno congenito: caratterizzato da un anomalia del muscolo sternocleidomastoideo (visibile all’ecografia) e presenza di limitazione nella rotazione omolaterale.

Il trattamento proposto sono gli stiramenti passivi dei muscoli coinvolti, la cura posturale nel sonno (fino a 3 mesi) e durante la veglia, facilitazioni del controllo antigravitario testa-tronco.

Asimmetrie craniofaciali e plagiocefalia

La plagiocefalia è una deformazione del cranio con un modellamento obliquo-facciale: in particolare vi è uno schiacciamneto della zona occipitale posteriore associato ad una sporgenza anteriore dallo stesso lato ed un difetto inverso dalla parte opposta.

Si distingue in due tipi:

  • Plagiocefalia posturale: è causata dalla pressione prolungata sulla stessa zona del cranio in epoca pre e/o post natale.
  • Plagiocefalia sinostosica o craniostenosi: caratterizzata dalla fusione precoce delle suture craniche. Necessita di un trattamento multidisplinare (neurochirurgo, chirurgo maxillo-facciale, oculista, pediatra-neonatologo, ortodontista, etc..)

Il trattamento della plagiocefalia posturale è basato sulla cura posturale nel sonno e durante la veglia facilitando il cranio libero da pressione e con facilitazioni del controllo antigravitario testa-tronco.

 

 

Sindrome pronatoria: piede piatto valgo e piede cavo valgo

Si parla di sindrome pronatoria quando la parte postoriore del piede è inclinata verso l’interno (valgismo calcaneare) in maniera eccessiva. I possibili quadri clinici della sindrome pronatoria sono:

  • Piede piatto valgo: caratterizzato da una riduzione della volta plantare che può raggiungere anche un completo appiattimento (= piede piatto) e a volte anche alluce inclinato verso l’interno (valgo)
  • Piede cavo valgo: è un falso piede piatto, il carico grava sulle teste metatarsali e sul retropiede. molto spesso e associato ad anca antiversa e strabismo rotuleo (frequente nelle femmine), se il piede cavo evolve in lassità mediale la volta crolla medialmente e l’impronta podoscopica cambia.

Alla nascita tutti i bambini hanno un “piede piatto”: più larga area di contatto al suolo e calcagno valgo. Nella prima infanzia infatti i legamenti sono ancora lassi e i muscoli sono deboli, nel corso dei primi 6 anni , circa, si assiste poi ad un progressivo sviluppo della volta plantare. La sua accentuazione o la sua persistenza nel corso della crescita sono però da considerarsi anomale.

Quando il piede pronato si presenta ancora come una condizione lieve è possibile correggere questo problema attraverso l’uso di scarpe o plantari appositi; nei casi più importanti può essere utile la fisioterapia (attraverso esercizi di stretching, di mobilità articolare, rinforzo muscolare ed esercizi di propriocezione) Nei casi ormai molto gravi, infine, può diventare necessario il ricorso alla chirurgica.

Nel nostro centro collaboriamo con ortopedici pediatrici come il Dott. Alessandro Pagliazzi, specialista in Ortopedia e Traumatologia presso l'Ospedale Meyer di Firenze, specializzato in problematiche all’articolazione del piede.

 

 

Scoliosi idiopatica e posturale

La scoliosi è una deformità tridimensionale della colonna. I paramorfismi o atteggiamenti scoliotici sono deformità transitorie, il risultato di una deviazione dovuta a “vizi” di atteggiamento della colonna anatomicamente fisiologica, dove la deviazione è riducibile. I dismorfismi o scoliosi vera è quando la curva è causata da alterazioni anatomiche della colonna, per cui il rachide risulta deformato in modo permanente e la deviazione non è riducibile.

La scoliosi idiopatica è una deformità strutturale del rachide, per la quale non è stata finora individuata alcuna causa scatenante. In base all'età di insorgenza viene definita:

  • infantile (fino a tre anni)
  • giovanile (dai tre anni fino alla pubertà)
  • adolescenziale (dalla pubertà fino alla completa maturità ossea).

Nell’80% circa dei casi si presenta durante la crescita e peggiora sino alla maturazione ossea, con un picco a inizio pubertà e in una percentuale maggiore nel sesso femminile. Durante la crescita non si hanno sintomi evidenti, tanto che la patologia viene individuata spesso casualmente. Se le curve sono lievi è indicata una semplice osservazione con sorveglianza nel tempo, se la curva peggiora sono consigliati esercizi specifici, se invece supera certi livelli (spesso oltre i 30°) è indicato l’uso del corsetto.

Nel nostro centro ci ispiriamo ad un approccio SEAS (Approccio Scientifico con Esercizi alla Scoliosi):

  • gli esercizi si basano su una forma attiva di autocorrezione sui tre i piani di deformità,
  • gli esercizi cambiano e vengono adattati in base alle esigenze individuali con l’obiettivo di migliorare la percezione corporea e migliorare il controllo posturale.

 

 

Dorso curvo

Il dorso curvo (o ipercifosi) è un’accentuazione della cifosi, curva fisiologica dorsale della colonna vertebrale. E' talvolta localizzato nella parte bassa della colonna e viene chiamato anche “cifosi dorso-lombare”. ll dorso curvo, come la scoliosi, si manifesta con segni particolari, che devono essere valutati con attenzione dal medico specialista, per poter fare una diagnosi corretta e distinguere un dorso curvo (vera malattia) da un atteggiamento cifotico (difetto di postura).

Si aggrava soprattutto nel periodo della crescita in corrispondenza della spinta puberale fino al termine della maturazione ossea . In 8 casi su 10 il dorso curvo si aggrava nel sesso maschile. Nella maggior parte dei casi l'ipercifosi è riconducibile a una  postura scorretta ed è chiamato dorso curvo astenico; è presente in soggetti con lassità legamentosa ed ipotonia muscolare, da non sottovalutare in quanto può strutturarsi. Esiste infine il dorso curvo congenito, che è invece caratterizzato da anomalie vertebrali con curva rigida.

Patologie da sovraccarico sportivo in età pediatrica

Si definisce sovraccarico funzionale la ripetizione del gesto sportivo o di atti motori specifici per tempi eccessivamente lunghi, o con intensità tale da determinare un’azione meccanico-traumatica sulle strutture interessate. I sintomi o le malattie più frequenti sono le seguenti:

  • Apofisite calcaneare ( o malattia di sever): più frequente causa di dolore al calcagno in bambini che svolgono attività sportive traumatiche di contatto fra i 9 e 12 anni
  • Apofisite tibiale (o malattia di Osgood Schlatter: più frequente causa di dolore localizzato al ginocchio in bambini che svolgono attività sportiva (in particolare calcio, pallavolo, basket fra gli 11 e i 14 anni. Se non trattata può portare alla sindrome femoro-rotulea dolorosa.
  • Rachialgia lombare: dolore alla colonna nel tratto dorsale e lombare, alcuni fattori favorenti sono la brevità dei muscoli ischiocrurali, posture scorrete in posizione seduta e in piedi.

Fratture e patologie traumatiche

Le fratture del bambino sono diverse da quelle dell’adulto. Gli elementi che caratterizzano un diverso tipo di approccio sono costituiti dalla presenza della cartilagine di accrescimento e dalla diversa capacità di rimodellamento scheletrico variabile con l’età con una guarigione più rapida.

Le fratture dell’arto superiore sono le più frequenti e in particolare le articolazione più colpite nei bambini sono quelle del gomito e del polso. Dopo una prima fase di immobilizzazione della parte lesa (che varia dal tipo di frattura e dall’intervento fatto), è possibile iniziare la fisioterapia che ha lo scopo di ripristinare la funzionalità dell’area lesa, recuperare la mobilità articolare e la forza muscolare.

Presso la nostra struttura è possibile, inoltre nella prima fase della riabilitazione, fare esercizi in piscina con acqua calda per facilitare il recupero del movimento e ridurre il gonfiore e l’edema.

 


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Caso clinico

Bambina, 12 anni, intervento di artrorisi articolazione sotto-astragalica con vite RSB calcaneostop bilaterale in piede pronato di 3°grado

Storia clinica:

  • Dolore al piede nella zona mediale in fase di appoggio e dolore anteriore al ginocchio
  • Cammino e test di funzionalità alterati
  • Brevità dei muscoli ischiocrurali e del tendine d’achille

Obiettivi:

  • Risoluzione della sintomatologia dolorosa
  • Recupero completo del movimento articolare dell’articolazione tibio-tarsica (TT) e sottoastragalica (SA)
  • Rieducazione al cammino con il corretto schema del passo
  • Recupero del tono/trofismo muscolare

Trattamento fisioterapico post-operatorio:

  • Mobilizzazione passiva, attiva-assistita e attiva dell’articolazione TT e SA
  • Trattamento manuale della cicatrice
  • Esercizi di rieducazione al cammino
  • Stretching del muscolo tricipite surale, ischiocrurali e della catena cinetica posteriore
  • Esercizi propriocettivi con carico bipodalicoe e monopalico
  • Esercizi di equilibrio monopodalico, cammino sulle punte ed esercizi di rinforzo muscolare

Risultati:

La bambina ha avuto un completo recupero funzionale con scomparsa del dolore, mobilità articolare completa, deambulazione con corretto schema del passo e recupero del trofismo muscolare.