Tasse, Leasing, Affitti, Mutui in Fisioterapia al tempo del Corona VirusTasse, Leasing, Affitti, Mutui in Fisioterapia al tempo del Corona Virus
Introduzione - Tasse, Leasing, Affitti, Mutui in Fisioterapia al tempo del Corona VirusTasse, Leasing, Affitti, Mutui in Fisioterapia al tempo del Corona Virus
Ci apprestiamo a tornare in un mondo con situazioni e scenari socioeconomici totalmente differenti rispetto ad un mese fa. Il margine di errore per professionisti e imprenditori si è azzerato.
Per questa ragione è fondamentale progettare il «Restart» anche sotto il profilo economico con particolare riferimento alla gestione di fitti passivi, tasse, mutui e leasing.
Fisioterapia Italia, tramite Luca Luciani, ha intervistato all’interno del programma di dirette dal titolo «Prepariamo a ripartire», Massimiliano Diotaiuti Dottore commercialista, il quale ha spiegato le misure di sostegno all’economia contenute all’interno del decreto «Cura Italia», in attesa di nuove misure più specifiche per i liberi professionisti, attese nel mese di aprile.
Partiamo dal capitolo affitti per le attività fisioterapiche
Il testo di legge del Governo ha previsto un bonus fiscale per i canoni di locazione degli immobili accatastati come C1. In altre parole è stato stabilito che il conduttore che avesse pagato l’affitto relativo al mese di marzo di un locale commerciale (C1), possa usufruire del sessanta percento del suddetto canone per i pagamenti non sospesi da effettuare dopo il 25 marzo 2020 tramite F24.
Per farlo occorre utilizzare il codice tributo 6914 creato dall’Agenzia delle Entrate.
Sul fronte affitti, Fisioterapia Italia ha già consigliato di aprire una trattativa col proprietario delle mura per chiedere una sospensione dei canoni, spalmando le somme nell’anno successivo.
Tuttavia, come suggerito dal dottor Massimiliano Diotaiuti, si può chiedere direttamente l’interruzione del pagamento così da non essere costretti a dover saldare le somme in un secondo momento.
Pertanto il rinvio dei termini di pagamento non risolverebbe la praticamente certa crisi di liquidità che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi.
Se le parti riescono a chiudere un accordo, reso ufficiale tramite una scrittura privata registrata, il proprietario dell’immobile avrà anche modo di risparmiare le imposte sui canoni non percepiti.
Qualora, al contrario, la trattativa non andasse a buon fine c’è chi consiglia di sospendere comunque i pagamenti in attesa che vi sia richiesta di rescissione contrattuale per morosità.
A tale proposito, Confcommercio ha divulgato una circolare in cui specifica come la situazione attuale consenta al conduttore di sospendere il pagamento dei canoni e dall’altro lato l’impossibilità per il locatore di intraprendere azioni coercitive, cioè lo sfratto per morosità.
Allo stesso tempo, la caparra non può essere mai utilizzata per coprire affitti non pagati. Essa serve per rifondere eventuali danni. Situazione diversa, se nel contratto sono previste mensilità anticipate. Queste ultime sono automaticamente utilizzabili dal locatore per riprendere i mesi non versati.
Il consiglio, per concludere, resta quello di instaurare un canale di comunicazione con il proprietario delle mura facendo capire che è interesse comune tornare alla normalità.
Ognuno di noi è chiamato a rinunciare ad una piccola fetta della torta, che purtroppo si è drasticamente ridotta.
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Capitolo mutui, prestiti e leasing con le banche
Il decreto «Cura Italia» non ha disposto strumenti che obblighino le banche a fare qualcosa o rinunciare a qualcosa.
Il testo governativo incentiva semplicemente la creazione di un dialogo fra istituti di credito e persone.
Per questa ragione è stata coniata la normativa interbancaria con cui è possibile presentare un modulo col quale si richiede clemenza.
La banca non essendo sottoposta ad alcun obbligo può concederci una sospensione della quota capitale o della quota di interessi oppure di entrambi. L’istituto contemporaneamente usufruirà di ammortizzatori interni. In molti auspicavano un allungamento dei termini contrattuali di finanziamento per il tempo dello stop alle attività. Ad oggi, comunque, è consigliabile scaricare il modulo e inviare una PEC con cui si chiede la sospensione sia della quota capitale, della quota di interesse e del finanziamento in essere.
Siamo chiamati a pensare immediatamente al domani per ripartire velocemente.
Pertanto invitiamo ad usufruire dell’aiuto delle banche e degli enti a vario titolo. Ci sono diversi bandi regionali per far fronte a questo periodo, come quelli per l’attivazione dello smart working laddove è possibile. È stato facilitato anche l’accesso al microcredito, senza dover giustificarsi attraverso l’acquisto di beni strumentali che rappresentava la «conditio sine qua non» per usufruire di questo utile strumento.
Fra le forme di sostegno alla cittadinanza è stata prevista anche la sospensione del pagamento di tutto ciò che è di competenza dell’Agenzia della Riscossione come le rateizzazioni dell’ex Equitalia, rottamazioni ecc.ecc.
Occorre, però, fare attenzione ad un aspetto: non sono state citate nel decreto le rateizzazioni trimestrali sugli avvisi bonari rilasciati direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Pertanto vanno pagati e in caso di mancato pagamento, salta la rateizzazione pattuita!
Il «Cura Italia» prevede che i liberi professionisti come, il fisioterapista, possano avere accesso ad un bonus economico di 600 euro.
Possono farlo tutti i titolari di partite iva, attive al 23 febbraio 2020, iscritti alla gestione separata e non aderenti ad altre forme previdenziali obbligatorie.
Anche i collaboratori in gestione separata non titolari di partita iva, soci lavoratori e coadiuvanti di imprese familiari possono fare richiesta del bonus. Nel dubbio si consiglia di fare sempre richiesta.
Parliamo di fondi limitati, caratterizzati per essere una «tantum». Essi non sono soggetti a tassazione e per richiederli si deve essere in possesso del PIN dell’INPS, di una firma digitale CNS o di una carta d’identità elettronica 3.0. Il PIN dell’INPS che gran parte di noi ha avuto sino ad oggi ha carattere consultivo, ora va reso dispositivo per poter inoltrare la domanda per il bonus economico. Per farlo occorre seguire la guida dell’INPS.
Fra i principali strumenti messi in campo dal governo, c’è quello della cassa integrazione in deroga. Lo Stato ha stanziato un miliardo e seicento milioni in questo capitolo. La cassa integrazione in deroga può essere utilizzata anche dal datore di lavoro di un solo dipendente, mentre sopra i quindici dipendenti occorre un accordo sindacale.
Questo strumento consente di avere l’ottanta o il cento percento dell’integrazione salariale direttamente dall’INPS, a patto di fornire all’istituto di previdenza sociale una serie di informazioni fra cui l’IBAN del dipendente.